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Gli angoli oscuri dei poteri globali segreti

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di Peter B. Meyer 12 Settembre 2023 del Sito Web FinalWakeupCall Versione in inglese Versione in spagnolo

Chi Governa il Mondo?

Gli angoli oscuri dei poteri globali segreti

Il crollo del dollaro statunitense sarebbe una sorpresa? La storia ci dice che non dovrebbe…

Con la sua traiettoria attuale, sembra destinato a percorrere la strada che ogni altra valuta fiat ha percorso nella storia:

la distruzione e il collasso finale…

La creazione di moneta attraverso l’emissione di debito deve essere bilanciata con la crescita economica. Quando l’onere del debito aumenta, è necessario un aumento della crescita, e quando questa crescita vacilla, come in questo caso, lo fa anche l’intero sistema, a meno che il debito non venga eliminato.

Quindi, le uniche domande per il dollaro sono:

Quando avverrà il collasso?

C’è un dito che aleggia sopra il pulsante “Distruzione”?

La differenza, questa volta, è che,

il mondo intero ne sarebbe colpito…

“I fatti non cessano di esistere

perché vengono ignorati”.
Aldous Huxley
 Chi controlla davvero il mondo?

Gli Illuminati?

I Massoni?

Il Gruppo Bilderberg?

O sono tutti depistaggi per distrarre i vostri occhi indiscreti dalla vera Elite Globale…?

La risposta, come per la maggior parte degli argomenti che vale la pena esplorare, non è così semplice.

Non c’è dubbio che esistano poteri globali segreti il cui unico obiettivo è mantenere e accrescere il potere. Ma potrebbe non essere così segreto come si pensa. Ed è questo che lo rende ancora più criminale…

Esploriamo le tre categorie principali:

  • Finanziaria
  • Politica
  • Media

Si tratta di un compito più difficile di quanto si possa immaginare, dal momento che tutte lavorano di concerto.

Per l’élite finanziaria: seguire il denaro…

Il teorico dei sistemi James B. Glattfelder fa luce sugli angoli oscuri del controllo delle banche e della finanza internazionale con la sua analisi scientifica dei processi che fa emergere alcuni dei principali attori.

“Da un enorme database di 37 milioni di aziende, Glattfelder ha estratto le 43.060 società transnazionali (aziende che operano in più di un Paese) che sono tutte collegate dai loro azionisti.

Scavando più a fondo, ha costruito un modello che mostra quanto queste società siano collegate tra loro attraverso il possesso di azioni e i corrispondenti ricavi operativi”.

Un’enorme quantità di controllo concentrato in poche mani

Solo 1318 società transnazionali costituiscono il cuore dell’economia.

Nel grafico allegato, le aziende superconnesse sono rosse, quelle molto connesse sono gialle.

La dimensione del punto rappresenta il fatturato.

L’immagine qui sopra è agghiacciante e sembra una sorta di globo luminoso intergalattico...

Glattfelder ha fatto un lavoro notevole per ridurre queste connessioni agli attori principali e per individuare il potere che hanno sul mercato globale.

Queste “reti di proprietà” possono rivelare chi sono gli attori principali, come sono organizzati e quanto sono esattamente interconnessi questi poteri.

“Ognuna delle 1318 aziende aveva legami con altre due o più società, e in media erano collegate a 20.

Inoltre, sebbene rappresentino il 20% dei ricavi operativi globali, le 1318 sembrano possedere collettivamente, attraverso le loro azioni, la maggior parte delle grandi blue chip e delle aziende manifatturiere del mondo – che rappresentano l’economia “reale” – che rappresentano un ulteriore 60% dei ricavi globali (PIL).”

Districando ulteriormente la rete di proprietà, si è risaliti a una “super-entità” di 147 aziende ancora più unite – tutte le loro proprietà erano detenute da altri membri della super-entità – che controllano il 40% della ricchezza totale della rete.

Secondo i suoi dati, Glattfelder ha scoperto che,

un gruppo di 730 azionisti controlla ben l’80% dell’intero fatturato delle società transnazionali.

E – sorpresa, sorpresa! – si tratta per lo più di istituzioni finanziarie degli Stati Uniti e del Regno Unito.

Si tratta di un’enorme quantità di controllo concentrato in poche mani…

Ecco le dieci società transnazionali che detengono il maggior controllo sull’economia globale.

Se siete tra i milioni di persone convinte che le grandi banche governino il mondo, questa lista dovrebbe darvi un senso di giustificazione:

  1. Barclays plc.
  2. Capital Group Companies Inc.
  3. FMR Corporation
  4. AXA
  5. State Street Corporation
  6. JPMorgan Chase & Co.
  7. Legal & General Group plc.
  8. Vanguard Group Inc.
  9. UBS AG
  10. Merrill Lynch & Co Inc

Interconnessione dei top player

Alcuni dei soliti sospetti completano la top 25, tra cui,

JP Morgan, proprietaria di USB Credit Suisse, e Goldman Sachs.

Non si trovano invece ExxonMobil, Microsoft o General Electric, il che è strano. Infatti, solo la China Petrochemical Group Company, al numero 50, è la prima azienda della fila che crea qualcosa.

Le prime 49 società sono istituzioni finanziarie, banche e compagnie di assicurazione, con l’eccezione di Wal-Mart, che si colloca al 15° posto…

Le altre si limitano a spacciare denaro l’una all’altra.

Ecco l’interconnessione dei principali attori di questo schema internazionale:

Chi è l’attore principale?

L’attore principale è Barclays:

“Barclays è stato uno dei principali protagonisti dello scandalo della manipolazione del LIBOR e si è scoperto che ha commesso frodi e collusioni con altre grandi banche interconnesse.

È stata multata per 200 milioni di dollari dalla Commodity Futures Trading Commission, per 160 milioni di dollari dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e per 59,5 milioni di sterline dalla Financial Services Authority per “tentata manipolazione” dei tassi Libor ed Euribor.

Nonostante i loro crimini, Barclays ha comunque pagato 61.781.950 dollari di bonus all’inizio dell’anno, compresi ben 27.371.750 dollari al capo dell’investment banking Rich Ricci.

E sì, questo è il suo vero nome…”

Questi sono gli uomini che governano il mondo.

“È essenzialmente l’argomento ‘troppo grande per fallire’ esposto in un contesto scientifico – solo che invece delle sole banche statunitensi e britanniche, queste formano una cabala internazionale di banche e istituzioni finanziarie così intrecciate da rappresentare una seria minaccia per l’economia globale”.

In effetti, invece di “troppo grandi per fallire”, queste sono “troppo connesse per fallire”…

‘Chi è chi’ dei broker del potere globale

Glattfelder sostiene che,

“un alto grado di interconnettività può essere negativo per la stabilità, perché lo stress può diffondersi nel sistema come un’epidemia”.

Una cosa è avere il sospetto che qualcuno stia lavorando dietro le quinte per controllare la massa monetaria mondiale.

Un’altra cosa è avere prove scientifiche che lo sostengono chiaramente. Ma questi soggetti possono esistere solo all’interno di un sistema politico che sostiene i loro obiettivi. E questi sistemi politici operano praticamente alla luce del sole…

L’élite politica ha preso tutte le principali decisioni geopolitiche degli ultimi sette decenni attraverso una delle seguenti organizzazioni:

La Commissione Trilaterale è stata co-fondata nel 1973 dal famigerato David Rockefeller per creare un gruppo di mediatori di potere mondiali che lavorassero insieme – al di fuori di qualsiasi fedeltà governativa o politica ufficiale – per portare avanti la cooperazione tra Nord America, Europa occidentale e Giappone.

Il tutto con il pretesto di lavorare insieme per risolvere i problemi del mondo.

Un obiettivo nobile, ma i loro “problemi” sono molto soggettivi…

In realtà si tratta di un “who’s-who” globale di mediatori di potere.

Sebbene la Commissione Trilaterale escluda dai suoi membri chiunque ricopra attualmente una carica pubblica, essa funge da porta girevole per i ricchi e i potenti dell’élite finanziaria, politica e accademica.

Per familiarizzare con l’intero elenco dei membri, date un’occhiata a: http //www.trilateral.org/download/file/TC_list_12-13(2).pdf (Trilateral Commission – February 2006 Members and Organization). Rimarrete scioccati nel vedere chi altro fa parte di questa organizzazione segreta.

Proprio di recente, questo sito è stato rimosso dalla cabala di Google.

Eppure la FED, le altre banche centrali e i governi continuano a manipolare il libero mercato e a sottrarre crescita e guadagni futuri.

Istituzioni finanziarie radicate e politici continuano ad arricchirsi per mantenere la loro ricchezza e il loro potere a nostre spese…

Scoprite cosa si cela sotto la superficie della gente e motivate lo spirito dei cittadini a sollevarsi, per riprendersi ciò che i “cattivi” ci hanno rubato.

Se noi, il popolo, ci sveglieremo adesso, accadrà perché abbiamo la maggioranza numerica, aprite gli occhi e il cuore alle opzioni disponibili.

Pubblicato sul sito web: https://www.bibliotecapleyades.net/

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Un buco aperto nella matrice economica – siate felici. Va tutto bene

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di Jon Rappoport 14 Aprile 2022 dal Sito Web NoMoreFakeNews traduzione di Nicoletta Marino Versione originale in inglese

I Globalisti non hanno Grosso Problema – Dietro Bilderberg, la Trilaterale, il WEF …

Ultimamente ho pubblicato articoli sui gruppi della Elite Globale e sui loro legami storici con la Russia.

Ecco un pezzo che solleva un problema che questi gruppi di potere hanno dovuto affrontare, un problema che non andrà via. Ho scritto e pubblicato questo articolo il 10 giugno 2015.

Continuiamo insieme. Vedrai di cosa sono veramente preoccupati i poteri forti.

Puoi arrivare a:

…e ai numerosi trattati commerciali in corso di completamento…

Puoi inserire tutte queste forze dei Globalisti Rockefeller in un’unica grande agenda aziendale e…

C’è un problema. 

Un problema per la globalizzazione. 

Questo è ciò di cui sussurrano i titani del controllo dietro le quinte…

Inizia qui:

Capisci che le mega-corporazioni sono gli strumenti del dominio del mondo

Si trasferiscono in paesi dove abbondano manodopera, terra e risorse a basso costo e prendono il sopravvento

Questo è ciò che dovrebbero fare. 

Questo è il piano…

Le agenzie di intelligence e gli eserciti possono precederli, ma le corporazioni sono le organizzazioni più capaci del pianeta, quando si tratta di esercitare un controllo duraturo …

Si stima che le prime tre o quattrocento corporazioni siano responsabili di almeno il 25% di tutto il commercio mondiale.

Comunque… ecco il problema:

  • poiché le politiche globaliste consentono alle società di chiudere le fabbriche nazionali nei propri paesi industrializzati e aprire quelle stesse fabbriche in luoghi in cui i salari degli schiavi sono all’ordine del giorno
  • poiché le tariffe sulle merci importate vengono cancellate, uccidendo le imprese che cercano di competere con le mega-corporazioni
  • con il declino delle principali economie,

…la base di consumatori di queste mega-corporazioni si restringe.

Per dirla in modo semplice:

Le società vendono prodotti. 

Hanno bisogno di acquirenti, in tutto il mondo. 

Le principali aziende manifatturiere gestiscono le loro catene di montaggio a circa metà della capacità.. 

Potrebbero produrre molto, molto di più di ciò che vendono.

Ma solo circa un ottavo della popolazione mondiale ha i mezzi per acquistare questi prodotti.

Ci sono soluzioni parziali per il problema:

  • guerre a scopo di lucro
  • vendita di prodotti aziendali ai governi
  • i governi fondamentalmente pagano i cittadini in modo che possano acquistare determinati prodotti…

Ma, a lungo termine, queste soluzioni non vanno.

Le mega-corporazioni mancano ancora di consumatori. Puoi creare solo così tanti acquirenti artificiali.Oltre a ciò, il sistema di mercato tende irrimediabilmente al ribasso.

Le mega-corporazioni hanno il potenziale per produrre e vendere sempre di più. La base dei consumatori si sta riducendo…

La globalizzazione, lo stesso sistema determinato ad elevare il potere delle mega-corporazioni, sta diminuendo il numero di persone che possono consumare ciò che fanno le multinazionali.

Il serpente si mangia la coda ormai da tempo.

Gli amministratori delegati delle mega aziende ei loro consulenti non sono completamente stupidi. Alcuni di loro vedono la calligrafia sul muro.

Le soluzioni della Banca Mondiale e del FMI non risolveranno questo problema 

Né è un programma di spopolamento drastico. 

Sarebbe andare nella direzione sbagliata: meno consumatori…

Che ne dici di un reset radicale che coinvolge una nuova valuta globale…?

Supponiamo, ad esempio, che ogni abitante del pianeta fosse dotato di una carta di credito gratuita con un notevole potere d’acquisto?

Teoricamente, potrebbe funzionare, se si scartano ciò che faranno le persone che effettivamente si guadagnano da vivere, quando vedranno miliardi di loro simili che non lavorano, dotati di un potere di acquisto paragonabile al loro.

E quella rimbombante guerra di classe sarebbe solo l’inizio tempestoso dei guai.

Creare denaro dal nulla per soddisfare l’avarizia delle banche, per ripagare l’aumento del debito dei governi, per aumentare i profitti delle aziende è una cosa.

Creare soldi dal nulla per guadagnare sei o sette miliardi di nuovi consumatori è un’altra cosa.

In tal caso, la donazione del welfare aziendale porterebbe all’inquinamento e alla distruzione dell’ambiente su una scala tale da far sembrare i livelli attuali come pochi cestini da picnic che perdono durante una gita domenicale al parco.

C’è un altro fattore da considerare:

l’innovazione tecnologica…

Per le mega-corporazioni, ciò significa che robot/macchine sostituiscono gli esseri umani come dipendenti.

Più disoccupazione – a meno che le multinazionali non si trattengano e si astengano dall’attuare la “rivoluzione dell’automazione”.

La spinta aziendale, tuttavia, è sempre quella di andare avanti.

Più robot sul posto di lavoro. 

Catene di montaggio più grandi. 

Maggiore produzione.

Si scopre che l’agenda globalista ha una data di scadenza

Al di là di questo, il sistema si sfalda lungo le cuciture.

La soluzione normale a un problema di questa portata è:

  • pensare a breve termine
  • evitare l’inevitabile
  • fingere che vada tutto bene
  • lasciare le risposte alla prossima generazione…

Consideriamo come reagirebbero i grandi padroni di grandi aziende sempre più avidi, alla seguente proposta:

“Sentite ragazzi, sappiamo che avete la capacità di produrre beni per due o tre pianeti grandi quanto la Terra.

Ma vogliamo che voi serviate solo un decimo di un pianeta e quella base si ridurrà ulteriormente. 

Bene? Non preoccupatevi, siate felici. Va tutto bene…”

Dietro ogni conferenza del Bilderberg, CFR, Trilaterale, questo è lo spettro che si nasconde nell’ombra.

Non sono preoccupati di aumentare il livello del loro controllo politico sulle popolazioni. È l’economia che non torna, non importa quanti buchi nella diga siano temporaneamente tappati.

Ogni punto dell’agenda globalista presente, fa due cose:

a) mira a un controllo più stretto delle popolazioni 

b) impone e abbassa progressivamente un tetto alle megacorporazioni

Rivela un futuro in cui il numero di quelle società sarà drasticamente ridotto.

E questo è il problema. Questo è il fattore nascosto…!

Sì, i ricchi diventano più ricchi ei poveri sempre più poveri.

Ma chiunque pensi che l’analisi sia il fulcro della crisi attuale, non guarda oltre la punta del suo naso.

Si scopre che:

il decentramento del potere, a tutti i livelli, è qualcosa di più della semplice speranza e dei sogni di pochi. 

È un imperativo planetario… ed è in gioco la sopravvivenza.

La più grande matrice economica mai escogitata, sta spegnendo il suo motore…

Pubblicato su: https://www.bibliotecapleyades.net/

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Un buco nella matrice economica

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Dietro Bilderberg, Trilateral, WEF: i globalisti hanno un grosso problema

di Jon Rappoport

Ultimamente ho pubblicato articoli su gruppi di potere d’élite e sui loro legami storici con la Russia.

Ecco un pezzo che solleva un problema che questi gruppi di potere hanno dovuto affrontare, un problema che non andrà via.

Ho scritto e pubblicato questo articolo il 10 giugno 2015. Eccolo:

Resta con me su questo. Vedrai di cosa sono veramente preoccupati i poteri forti.

Puoi raggruppare il Bilderberg, la Commissione Trilaterale, il Consiglio per le Relazioni Estere, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il NAFTA e i numerosi trattati commerciali in corso in via di completamento… puoi inserire tutte queste forze globaliste Rockefeller in un’unica grande agenda aziendale e…

C’è un problema. Un problema per il globalismo. Questo è, dietro le quinte, ciò di cui sussurrano i titani del controllo.

Si comincia da qui: capire che le mega-corporazioni sono gli strumenti del dominio del mondo. Si trasferiscono in paesi dove abbondano manodopera, terra e risorse a basso costo e prendono il sopravvento. Questo è ciò che dovrebbero fare. Questo è il piano.

Le agenzie di intelligence e gli eserciti possono precederli, ma le corporazioni sono le organizzazioni più capaci del pianeta, quando si tratta di esercitare un controllo duraturo.

È stato stimato che le prime tre o quattrocento società sono responsabili di almeno il 25% di tutto il commercio mondiale.

Tuttavia… ecco il problema. Poiché le politiche globaliste consentono alle società di chiudere le fabbriche nazionali nei loro paesi industrializzati e aprire quelle stesse fabbriche in luoghi in cui i salari degli schiavi sono all’ordine del giorno; mentre le tariffe sulle merci importate vengono cancellate, uccidendo le imprese che cercano di competere con le mega-corporazioni; mentre le economie leader declinano…

La base dei consumatori di queste mega-corporazioni si restringe.

Per dirla semplicemente, le società vendono prodotti. Hanno bisogno di acquirenti. Tutto il mondo.

Le principali aziende manifatturiere gestiscono le loro catene di montaggio a circa metà della capacità. Potrebbero produrre molto, molto di più di ciò che vendono.

Ma solo circa un ottavo della popolazione mondiale ha i mezzi per acquistare questi prodotti.

Ci sono soluzioni parziali al problema: guerre a scopo di lucro; vendita di prodotti aziendali ai governi; i governi fondamentalmente pagano i cittadini in modo che possano acquistare determinati prodotti. Ma, a lungo termine, queste soluzioni non lo tagliano. Le mega-corporazioni mancano ancora di consumatori. Puoi creare solo così tanti acquirenti artificiali. Oltre a ciò, il sistema di mercato tende irrimediabilmente al ribasso.

Le mega-corporazioni hanno il potenziale per produrre e vendere sempre di più; la base dei consumatori si sta riducendo.

*** Il globalismo, lo stesso sistema determinato ad elevare il potere delle mega-corporazioni, sta diminuendo il numero di persone che possono consumare ciò che fanno le multinazionali.

Il serpente si mangia la coda ormai da tempo.

Gli amministratori delegati delle mega aziende ei loro consulenti non sono completamente stupidi. Alcuni di loro vedono la calligrafia sul muro.

Le soluzioni della Banca Mondiale e del FMI non risolveranno questo problema.

Né è un programma di spopolamento drastico. Sarebbe andare nella direzione sbagliata. Meno consumatori.

Che ne dici di un reset radicale che coinvolge una nuova valuta globale? Supponiamo, ad esempio, che ogni abitante del pianeta fosse dotato di una carta di credito gratuita che portava un notevole potere d’acquisto? Teoricamente, potrebbe funzionare, se si scartano ciò che le persone che effettivamente guadagnano da vivere faranno quando vedranno miliardi di loro simili che non lavorano dotati di un potere di consumo paragonabile. E quella rimbombante guerra di classe sarebbe solo l’inizio tempestoso dei guai.

Creare denaro dal nulla per soddisfare l’avarizia delle banche, per ripagare l’aumento del debito dei governi, per aumentare i profitti delle aziende è una cosa. Creare soldi dal nulla per guadagnare sei o sette miliardi di nuovi consumatori è un’altra cosa. In tal caso, la donazione del welfare aziendale porterebbe all’inquinamento e alla distruzione dell’ambiente su una scala tale da far sembrare i livelli attuali come pochi cestini da picnic che perdono durante una gita domenicale al parco.

C’è un altro fattore da considerare: l’innovazione tecnologica. Per le mega-corporazioni, ciò significa che robot/macchine sostituiscono gli esseri umani come dipendenti. Più disoccupazione, a meno che le aziende non si trattengano e si astengano dall’attuare la “rivoluzione dell’automazione”.

La spinta aziendale, tuttavia, è sempre quella di andare avanti. Più robot sul posto di lavoro. Linee di montaggio più grandi. Maggiore produzione.

Si scopre che l’agenda globalista ha una data di scadenza. Al di là di esso, il sistema si sfalda alle cuciture.

La soluzione normale a un problema di questa portata è: pensare a breve termine; evitare l’inevitabile; fingere che vada tutto bene; lascia le risposte alla generazione successiva.

Considerate come reagirebbero i grandi padroni di grandi aziende avidi e accaniti alla seguente proposta: “Guardate ragazzi, sappiamo che avete la capacità di produrre beni per due o tre pianeti delle dimensioni della Terra. Ma vogliamo che tu serva solo un decimo di un pianeta e quella base si ridurrà ulteriormente. Bene? Non preoccuparti, sii felice. Va tutto bene.”

Dietro ogni conferenza del Bilderberg, CFR, Trilaterale, questo è lo spettro che si nasconde nell’ombra.

Non sono preoccupati di aumentare il livello del loro controllo politico sulle popolazioni. È l’economia che non torna, non importa quanti buchi nella diga siano temporaneamente tappati.

Ogni punto dell’agenda globalista presente fa due cose: a) mira a un controllo più stretto delle popolazioni e b) impone e abbassa progressivamente un tetto alle mega-corporazioni. Rivela un futuro in cui il numero di quelle società sarà drasticamente ridotto. E questo è il problema. Questo è il fattore nascosto.

Sì, i ricchi diventano più ricchi ei poveri sempre più poveri. Ma tutti quelli che pensano che l’analisi sia il fulcro della crisi attuale non guardano oltre la punta del naso.

Si scopre che il decentramento del potere, a tutti i livelli, è qualcosa di più della semplice speranza e sogno di pochi. È un imperativo planetario; ed è in gioco la sopravvivenza.

La più grande matrice economica mai escogitata sta facendo esplodere il suo motore.

Fonte: https://blog.nomorefakenews.com/

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Le lunghe mani del Gruppo Bilderberg

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L’arrivo di Henry Kissinger e di Mike Pompeo al Montreux Palace per la 67^ riunione annuale del Gruppo Bilderberg.   

Le lunghe mani del Gruppo Bilderberg

di Manlio Dinucci

Da anni si scrivono molte stupidaggini sul Gruppo Bilderberg, sebbene si possa ricostruirne un’immagine affidabile basandosi sulla documentazione disponibile. Molti ricercatori si sono dedicati all’impresa. Il Gruppo Bilderberg non è affatto un governo mondiale, bensì una rete d’influenza che CIA e MI6 hanno formato per sostenere la NATO.

Tre italiani sono stati invitati quest’anno alla riunione del gruppo Bilderberg, svoltasi a Montreux in Svizzera dal 30 maggio al 2 giugno. Accanto a Lilli Gruber, la conduttrice televisiva de La7 ormai ospite fissa del Bildelberg, è stato invitato un altro giornalista: Stefano Feltri, vicedirettore del Fatto Quotidiano diretto da Marco Travaglio.

Il «terzo uomo» scelto dal Bildenberg è Matteo Renzi, senatore del Partito Democratico, già presidente del Consiglio.

Il gruppo Bilderberg, costituitosi nel 1954 formalmente per iniziativa di «eminenti cittadini» statunitensi ed europei, fu in realtà creato dalla Cia e dal servizio segreto britannico MI6 per sostenere la Nato contro l’Urss. Dopo la guerra fredda, ha mantenuto lo stesso ruolo a sostegno della strategia Usa/Nato [1].

Alle sue riunioni vengono invitati ogni anno, quasi esclusivamente da Europa occidentale e Stati uniti, circa 130 esponenti del mondo politico, economico e militare, dei grandi media e dei servizi segreti, che formalmente partecipano a titolo personale. Essi si riuniscono a porte chiuse, ogni anno in un paese diverso, in hotel di lusso blindati da ferrei sistemi militari di sicurezza.

Non è ammesso nessun giornalista od osservatore, né viene pubblicato alcun comunicato. I partecipanti sono vincolati alla regola del silenzio: non possono rivelare neppure l’identità dei relatori che hanno fornito loro determinate informazioni (alla faccia della declamata «trasparenza»).

Si sa solo che quest’anno hanno parlato soprattutto di Russia e Cina, di sistemi spaziali, di uno stabile ordine strategico, del futuro del capitalismo. Le presenze più autorevoli sono state, come al solito, quelle statunitensi: Henry Kissinger, «figura storica» del gruppo a fianco del banchiere David Rockfeller (fondatore del Bilderberg e della Trilateral, morto nel 2017); Mike Pompeo, già capo della Cia e attuale segretario di stato [2]; David Petraeus, generale già capo della Cia [3]; Jared Kushner, consigliere (nonché genero) del presidente Trump per il Medio Oriente e intimo amico del premier israeliano Netanyahu.

Al loro seguito Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, che ha ricevuto un secondo mandato per i suoi servigi agli Usa. Per quattro giorni, in incontri segreti multilaterali e bilaterali, questi e altri rappresentanti dei grandi poteri (aperti e occulti) dell’Occidente hanno rafforzato e allargato la rete di contatti che permette loro di influire sulle politiche governative e sugli orientamenti dell’opinione pubblica.

I risultati si vedono.

Sul Fatto Quotidiano Stefano Feltri difende a spada tratta il gruppo Bilderberg, spiegando che le sue riunioni si svolgono a porte chiuse «per creare un contesto di dibattito franco e aperto, proprio in quanto non istituzionale», e se la prende con «i tanti complottisti» che diffondono «leggende» sul gruppo Bilderberg e anche sulla Trilateral [4].

Non dice che, fra «i tanti complottisti», c’è il magistrato Ferdinando Imposimato, presidente onorario della Suprema Corte di Cassazione (deceduto nel 2018), che riassumeva così il risultato delle indagini effettuate: «Il gruppo Bilderberg è uno dei responsabili della strategia della tensione e quindi anche delle stragi» a partire da quella di Piazza Fontana, di concerto con la Cia e i servizi segreti italiani, con Gladio e i gruppi neofascisti, con la P2 e le logge massoniche Usa nelle basi Nato [5].

In questo prestigioso club è stato ammesso ora anche Matteo Renzi. Escludendo che lo abbiano invitato per le sue doti di analista, resta l’ipotesi che i potenti del Bilderberg stiano preparando in modo occulto qualche altra operazione politica in Italia.

Ci scuserà Feltri se ci uniamo così ai «tanti complottisti».

Si legga Il Gruppo Bilderberg, l’élite del potere mondiale, di Domenico Moro, Aliberti Editore, maggio 2014 (euro 14,50).logge

Abbiamo pubblicato la lista ufficiale dei partecipanti alla riunione 2019 del Gruppo Bilderberg, indicandone le funzioni: «Liste des partecipants àla réunion 2019 du Groupe de Bilderberg», Réseau Voltaire, 1er juin 2019.

L’annuncio di accadimenti politici inaspettati è una peculiarità del Gruppo Bilderberg. Per esempio, Emmanuel Macron, invitatovi nel 2014, annunciò la rottura con François Hollande e nel 2016 il sindaco di Le Havre, Édouard Philippe, comunicò di aver aderito alla formazione politica di Macron. Macron e Philippe divennero rispettivamente presidente della repubblica e primo ministro.

Manlio Dinucci

Fonte Il Manifesto (Italia)

[1] “Quel che non sapete del Gruppo Bilderberg”, di Thierry Meyssan, traduzione di Alessandro Lattanzio, Komsomolskaïa Pravda (Russia), Rete Voltaire, 10 aprile 2011.

[2] Mike Pompeo non risulta sulla lista ufficiale. La sua presenza è stata rivelata dal quotidiano L’Écho: «Mike Pompeo est à la réunion du groupe Bilderberg», Nicolas Keszel, L’Écho, 1° giugno 2019.

[3] In quanto direttore della CIA, David Petraeus ha concepito la fornitura di armi a Daseh attraverso l’operazione Timber Sycamore. Oggi Petraeus continua il traffico come direttore del Global Institute del fondo d’investimento KKR. KKR è diretto da Henry Kravis, ospite immancabile del Gruppo Bilderberg, di cui la moglie è amministratrice. KKR è anche il principale finanziatore di Emmanuel Macron. «Miliardi di dollari in armi contro la Siria», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 21 luglio 2017, traduzione di Matzu Yagi.

[4] “Sì, il gruppo Bilderberg mi ha invitato alla sua riunione. Vi spiego perché mi interessa partecipare”, Stefano Feltri, 28 Maggio 2019; «Stefano Feltri al Bilderberg, per me è un errore e le spiego perché», Angelo Cannatà, 1 Giugno 2019; «Dentro il Bilderberg: ecco di cosa si discute davvero», Stefano Feltri, 4 Giugno 2019, Il Fatto Quotidiano.

[5] “Terrorismo: il giudice Imposimato accusa il Bilderberg”, Traduzione Alessandro Lattanzio, Rete Voltaire, 1 febbraio 2013.

L’articolo è su licenza Creative Commons

Potete riprodurre liberamente gli articoli del Réseau Voltaire a condizione di citare la fonte, di non modificarli e di non usarli a scopi di lucro (licenza CC BY-NC-ND).

 

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Solo un’élite illuminata ha il diritto di governare il popolo

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Hathor Pentalfa

Sarkozy e la Hathor Pentalpha, superloggia del terrorismo

La lapidazione pubblica di un politico di rango non ha mai un’unica paternità: di solito sono tante le nubi che, a un certo punto, si trasformano in tempesta. E per un ex presidente della Francia, cioè di una delle cinque potenze atomiche con diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il solo fatto di essere trattenuto in stato di fermo in una stazione di polizia, alla stregua di un criminale comune, costituisce l’atto d’inizio – il più eclatante – di una vera e propria demolizione a reti unificate. I giornali parlano di vendetta a distanza da parte degli ex fedelissimi di Gheddafi: prima di essere assassinato “su ordine dei servizi francesi”, il raiss di Tripoli avrebbe finanziato sottobanco, in modo cospicuo, la campagna elettorale di Sarkozy per le presidenziali del 2007 (in cambio di cosa?).

Gli italiani ricordano ancora l’irridente impudenza con cui l’allora capo dell’Eliseo, insieme ad Angela Merkel, seppellì in mondovisione il moribondo Berlusconi, incalzato da mille inchieste e travolto dallo scandalo delle “olgettine”. Un sinistro preludio, per l’Italia, all’austerity di lì a poco imposta con il diktat della Bce firmato Draghi e Trichet, corroborato dal crollo delle azioni Mediaset e dall’esplosione pilotata dallo spread. «Gli italiani sono dei bambinoni deficienti, non si sono nemmeno accorti che siamo stati noi a inviargli il “fratello” Mario Monti, il nostro uomo», con l’incarico di sabotare l’economia del Belpaese, precipitandolo nel baratro della crisi: legge Fornero, pareggio di bilancio in Costituzione.

Nicolas-Sarkozy

Lo dicono, nell’appendice del bestseller “Massoni” (edito da Chiarelettere a fine 2014), quattro pesi massimi della supermassoneria internazionale, protetti dall’anonimato ma «pronti a manifestarsi, nel caso qualcuno ne contestasse le affermazioni». Non ce n’è stato bisogno: Monti, Napolitano e gli altri si sono ben guardati dal chiedere all’autore del saggio, Gioele Magaldi, di rendere pubblica l’identità di quei quattro “vecchi saggi” del massimo potere in vena di rivelazioni. Accanto a un mediorientale e a un asiatico, a parlare sono uno statunitense (che ricorda da vicino lo stratega Zbigniew Brzezinski, da poco scomparso) e un francese, il cui identikit di eminenza grigia potrebbe benissimo corrispondere a quello di Jacques Attali, già plenipotenziario di Mitterrand e poi “padrino” e king-maker di Emmanuel Macron.

La tesi del libro, assolutamente dirompente, è stata oscurata dai media mainstream: da decenni, il mondo sarebbe nelle mani di 36 Ur-Lodges, potentissime superlogge massoniche sovranazionali. Dopo l’iniziale dominio delle organizzazioni di ispirazione progressista, dall’era Roosevelt fino ai Kennedy, il potere sarebbe passato all’ala neo-conservatrice (Kissinger, Rockefeller, Rothschild) dopo il duplice omicidio di Bob Kennedy e del “fratello” Martin Luther King.

A seguire: una guerra segreta senza risparmio di colpi – da un lato il Cile del massone Pinochet e la Grecia dei colonnelli, ma anche i ripetuti tentativi di golpe in Italia con la complicità della P2 di Gelli, e dall’altro la Rivoluzione dei Garofani in Portogallo scattata non a caso il 25 aprile (del ‘74). Poi, lo sciagurato patto “United Freemansons for Globalization” per spartirsi la torta mondiale sdoganando il neoliberismo. Con in più una scheggia impazzita: la Ur-Lodge “Hathor Pentalpha”, nella quale – secondo Magaldi – figura anche il nome di Sarkozy, accanto a quelli del turco Erdogan, protagonista degli odierni orrori in Medio Oriente, e del britannico Tony Blair, l’indimenticato inventore delle inesistenti “armi di distruzone di massa” di Saddam Hussein, ovvero “la madre di tutte le fake news”.

Saddam e la guerra in Iraq, cioè Bush junior, dopo la prima Guerra del Golfo scatenata da Bush senior. Il Rubicone è stato varcato con l’opaco, devastante maxi-attentato dell’11 Settembre (e la conseguente invasione dell’Afghanistan, seguita dalle guerre in Iraq e in Libia, dalla “primavera araba”, dall’atroce conflitto in Siria).

Colin-Powell

Terrorismo “false flag”, sotto falsa bandiera – da Al-Qaeda all’Isis – secondo un copione basato sulla più accurata disinformazione, fotografato alla perfezione dall’immagine di Colin Powell che, alle Nazioni Unite, agita una prova falsa come la celebre “fialetta di antrace” per raccontare che il regime di Baghdad sarebbe stato pronto a sterminare l’umanità. Non fu solo una drammatica sterzata politica imposta dai “neocon” Usa, sostiene Magaldi: la strategia della tensione internazionale, che produce guerre in Medio Oriente e leggi speciali negli Usa e in Europa per rispondere agli attentati “islamici”, corrisponde alla sanguinosa strategia della “Hathor Pentalpha”, la «loggia del sangue e della vendetta» creata da Bush (padre) dopo la bruciante sconfitta alle primarie repubblicane inflittagli nel 1980 da Ronald Reagan.

In questo modo, Magaldi spiega anche i due attentati simmetrici che seguirono, nel 1981: qualcuno sparò a Reagan il 30 marzo, e – per rappresaglia – i sostenitori occulti di Reagan armarono la mano di Ali Agca, che il 13 maggio sparò a Papa Wojtyla, eletto al soglio pontificio con il determinante appoggio di Brzezinski, allora vicino a Bush. Due minacciosi avvertimenti, con firme opposte ma identico stile: né a Washington né a Roma si sparò per uccidere.

Fantapolitica? Ne ha tutta l’aria: a patto di rassegnarsi all’idea che sia proprio la geopolitica a esser diventata “fanta”, rendendo possibile l’impensabile. «Dispongo di 6.000 pagine di documenti che comprovano quanto affermato nel mio libro», ribadisce Magaldi, a scanso di equivoci. Il problema? Nessuno, finora, gliene ha chiesto conto: meglio la congiura del silenzio, di fronte a pagine così sconcertanti e imbarazzanti. Le grandi scelte strategiche del pianeta – sottolinea l’autore – sono state messe a punto negli ultimi 30-40 anni da superlogge storicamente neo-aristocratiche come la “Three Eyes” e la “Compass Star-Rose”, insieme alla “Edmund Burke”, alla “Leviathan”, alla “White Eagle”. Sono loro a dominare ministeri, banche, università, istituzioni internazionali finanziarie “paramassoniche” come il Fmi e la Bce. Obiettivo: sdradicare Keynes dalla politica economica dell’Occidente: via il welfare e i diritti del lavoro, guerra alla sinistra sindacale, demonizzazione del debito pubblico, privatizzazione universale, fine dello Stato sociale come garante del benessere diffuso. Svuotare la democrazia, per restituire il potere all’oligarchia – finanza, industria, multinazionali – secondo un modello neo-feudale: solo un’élite “illuminata” ha il diritto di governare il popolo. E la tenebrosa “Hathor Pentalpha”?

Brzezinski

«Semplicemente, la “Hathor” ha ritenuto che tutto questo non bastasse. Non era sufficiente il lavoro della Trilaterale, del Bilderberg, del Council on Foreign Relations: il nuovo ordine antidemocratico (come già in Italia durante gli anni di piombo, ma stavolta su scala mondiale) andava imposto con il terrorismo, a partire proprio dall’11 Settembre». Specchietto per le allodole, il saudita Osama Bin Laden reclutato dalla Cia in Afghanistan negli anni ‘70, in funzione anti-sovietica. «Bin Laden fu iniziato alla “Three Eyes”: me lo confidò proprio l’uomo che lo affilò, Brzezinski». Lo stesso Brzezinski, aggiunge Magaldi, rimase deluso dalla scelta di Bin Laden di passare poi alla “Hathor Pentalpha”, la superloggia dei Bush. Simboli eloquenti: Hathor è uno dei nomi della dea egizia Iside, cara ai massoni, e il suo nome in inglese è, appunto, Isis.

«Anche l’uomo che si fa chiamare Abu Bakr Al-Baghdadi, stranamente rilasciato nel 2009 dal campo di prigionia iracheno nel quale era detenuto, è stato affiliato alla “Hathor Pentalpha”». Al-Baghdadi, il presunto capo del sedicente Isis: organizzazione terroristica che, quando ha perso terreno in Siria sotto il colpi dell’offensiva militare russa, ha cominciato a colpire l’Europa. Charlie Hebdo e Bataclan, Bruxelles, la strage di Nizza. «Tutti attentati spaventosamente stragistici, “firmati” con una simbologia nacosta e nient’affatto islamica, ma saldamente ancorata alle date-simbolo del martirio dei Templari nel 1300».

Ne parla nel saggio “Dalla massoneria al terrrorismo” (Revoluzione) l’esperto simbologo Gianfranco Carpeoro, massone come Magaldi, altrettanto critico rispetto al potente mileu “latomistico” globalizzato, pronto anche a fare l’uso più cinico e spregiudicato di vasti settori dei servizi segreti, ridotti a strumenti di una “sovragestione” pericolosa, che sottomette gli Stati (e i governi eletti) ai disegni di una ristretta oligarchia. «Tutto quel sangue, in Europa, è nato da una rottura all’interno dell’ala reazionaria dell’élite supermassonica», ha ripetuto Carpeoro, in trasmissioni web-streaming come quelle di “Border Nights”.

Chi ha premuto sul tasto del neo-terrorismo interno – è la sua tesi – l’ha fatto per intimidire quegli elementi che, in seno all’oligarchia, si erano mostrati titubanti di fronte alla “linea dura”, quella delle stragi nelle piazze europee. Un allarme ripetuto più volte, nel 2017: «E’ in corso un’escalation, prepariamoci al peggio: in Europa potrebbe verificarsi un maxi-attentato come quello dell’11 Settembre».

FRANCE-ELYSEE-SARKOZY-ATTALI

Previsione fortunatamente inesatta: «E’ vero», ammette Carpeoro, «le stragi sono cessate». Ma questo – spiega – dipende dal fatto che, “lassù”, si sono rimessi d’accordo su come agire, a cominciare proprio dalla Francia.

Ieri, all’Eliseo c’era Hollande, un politico da intimidire (come socialista ma anche come supermassone “di sinistra”, esponente della Ur-Lodge progressista “Fraternité Verte”), a capo di un establihment incalzato dal “populismo” di Marine Le Pen. Poi invece le elezioni hanno incoronato Macron, «che a differenza di Hollande – sostiene Carpeoro – è espressione diretta di quei circoli, responsabili della “sovragestione”», fino a ieri anche terroristica, all’occorrenza. E’ lo stesso Macron che, a giorni alterni, fa l’amicone dell’Italia, promettendo a Gentiloni – in cambio di cospicue cessioni di italianità – di difendere il Belpaese dai “cattivi” tedeschi. E’ cronaca: soldati italiani spediti in Niger a far la guardia all’uranio per conto dei francesi, voci sul ridisegno delle acque territoriali a favore dei pescatori francesi, vistosa ascesa del management transalpino nel cuore del “made in Italy”.

Con Gentiloni e Macron, sostiene Federico Dezzani, l’Italia si auto-declassa al rango di neo-colonia francese, nell’illusione di trovare riparo dal rigore imposto dall’ordoliberismo teutonico. Sta davvero succedendo qualcosa di strano, “lassù”, se un big come Sarkozy finisce sotto interrogatorio in un commissariato di Nanterre? Significa che la famigerata superloggia “Hathor Pentalpha” è in discesa libera, nei piani alti della “sovragestione”? Inutile sperare in spiegazioni esaurienti: il mainstream si limiterà alle fonti giudiziarie sul caso Libiagate, mentre il pubblico assiste alla strana caduta di un ex superpotente come Sarkozy, in una Francia senza più attentati né stragi, dove l’oligarca Jacques Attali ha battezzato il nuovo regno di Macron, l’ex ragazzo prodigio della Banca Rothschild.

Fonte> http://www.libreidee.org/

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