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“Farsi ricordare o … ricordarsi di farsi?”

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"Felicità è l’incoscienza del vivente e la coscienza del vissuto:
ci si accorge dell’attimo della felicità solo quando esso è già passato, quando esso diventa un ricordo scolpito nel cuore"


"L’uomo non è mai sufficientemente maturo

se ha paura o vergogna di dire quattro frasi:
"Grazie!"
"Scusa!"
"Ho bisogno!"
"Ti voglio bene!"
… a se stesso, agli altri, a Dio"

Ancora una manciata di ore e anche quest’anno
se ne andrà, inesorabilmente, progetti, intenti,
fantasie, ansie, amore, rancori, rabbie, tutto
dentro in una scatola, pronta da accantonare, per far posto
a una nuova scatola da riempire, la scatola della vita che
scorre, ogni persona nel suo, ogni individuo con le sua ansie
ed angosce, il mondo così grande ma così piccolo in una scatola
accantonata nell’ultima frontiera dell’universo.
Tra 100 anni di noi non resterà nemmeno la polvere, allora
cogliamo l’attimo fuggente, e viviamo alla giornata, giorno dopo giorno,
e se possiamo (egoisticamente) facciamo del bene, forse saremo ricordati
dalle prossime generazioni, per avere solo un attimo di immortalità,
anche la lumaca nel suo passaggio lascia una scia di bava,
di noi non resterà nulla se non rispetteremo la natura
del creato … forse siamo ancora in tempo per farci ricordare…
Buon anno …
wlady

Parmenidemeditando

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Se il nulla non esiste, allora tutto è impossibilitato a non essere. Di più, Parmenide avverte gli uomini che la via che percorrono, quella che accetta e ipotizza che l’essere non sia, ovvero che tutto possa mutare e divenire, è errore: gli uomini non vivono nella verità perché la nascondono a se stessi, e in questo accettano di essere mortali (perché credono di diventare nulla con la morte). Gli uomini giudicano tutto secondo i sensi, ma con essi si arriva soltanto all’opinione, non alla verità.

L’essere non è il singolo oggetto reale (l’ente). Se ciò fosse vero, allora il singolo oggetto sarebbe il Tutto stesso, perché l’essere è uno solo. Il singolo oggetto (il singolo ente) non è l’essere. E siccome l’essere è solo uno, non esiste molteplice, ovvero la realtà molteplice che gli uomini naturalmente accettano, in realtà non costituisce verità, e solo apparenza.

Ciò che Parmenide ci vuole dire è che, se davvero vogliamo rimanere entro il sentiero della verità, dobbiamo affidarci solamente alla ragione, tutto ciò che appare ai sensi è falso. Se vi è contrasto tra verità sensibile e verità di ragione, la verità è quella fondata sulla ragione.

La filosofia di Parmenide è una sfida radicale al senso comune: essa arriva per vie razionali a contraddire ciò che sembra più evidente e naturale, ovvero che esistono cose che nascono (si creano dal nulla) e si distruggono (che ritornano nel nulla). Parmenide afferma che nulla può generarsi dal nulla, né tanto meno ridiventare nulla… semplicemente il nulla non esiste. Platone considerava Parmenide "maestro venerando e terribile", il padre spirituale della filosofia: il suo insegnamento era infatti quello di attenersi alla discorso di ragione, l’essenza ultima di tutta la filosofia occidentale. Ecco perché esprimendo il proprio dissenso verso la tesi del maestro, Platone considererà la propria critica come un parricidio

“Interazione umana, l’entropia “

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"Interazione umana, l’entropia "


La noia è considerata un peccato, un’emozione da non provare … invece è creativa, introspettiva, stimolante, insomma una sensazione da riscoprire, che bello sarebbe avere tra le mani un interruttore, schiacciare off e fermarsi prima dell’irreparabile.
Rilassarsi, dedicare più tempo all’ascolto, all’osservazione, e perché no’ anche all’ozio, sul lavoro bisognerebbe si … spingere l’accelleratore, ma poi sapersi fermare e rallentare, succede spesso di essere bersagliati da mille impegni e complicazioni ma con un elisir o un profumo terapeutico pieno di energia positiva tutto assume un significato vitale diverso.
Cuore e corpo hanno un motore alimentato da una piccola batteria, che si attiva al momento giusto per essere rapidi, efficaci ed imbattibili, così facendo le tensioni nei rapporti consolidati, sfocciano in un costruttivo bisogno di chiarezza, luci e ombre, bianco e nero, cuori e sentimenti sono ora dark ora candidi e sinceri, c’è solo un rischio … quello di non far soffrire chi ci è particolarmente vicino.

Buon fine settimana a tutti…
wlady

La mente e il cuore

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La mente e il cuore mandano segnali forti, richiamano l’attenzione e reclamano più sensibilità e prove d’affetto di chi ci sta vicino, la curiosità accende la voglia di sperimentare, di osare di delineare nuove traiettorie, curiosità affettiva che rende il cuore un po’ zingaro.
Poter essere se stessi a volte è un lusso, con momenti di di confusione e di incertezze, da equilibrismi e scorciatoie seguiti da chiarezza, come essere programmati a sfondare ogni ostacolo e ogni incertezza.
A volte invece si è oberati da ciò che gli altri si aspettano da noi, e si è conbattuti tra la piacevole sensazione di pensare solo ai fatti nostri e la naturale generosità, in breve … non bisogna scegliere la semplicità come ultimo rifugio dell’anima complicata.

wlady

Guerra al latte crudo o guerra ai produttori locali di latte?

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BEVI LATTE E NON SAI COSA BEVI …


 

Guerra al latte crudo o guerra ai produttori locali di latte?
Marcello Pamio – 10 dicembre 2008

Il sottosegretario alla salute, Francesca Martini, annuncia che è allo studio "la possibilità di emanare un’ordinanza per sospendere la distribuzione di latte crudo fino a quando non ci sarà un adeguamento dell’informazione per la salute nella quale sia chiaro che il latte crudo va consumato solo dopo la bollitura".
Come mai simili raccomandazioni?
Perché ad oggi sarebbero 9 (6 nel 2008 e 3 nel 2007) i casi della grave malattia renale provocata nei bambini dal batterio Escherichia coli O157 "collegati" al consumo di latte crudo.
Stiamo parlando della malattia chiamata “sindrome emolitica uremica”, che si manifesta con una grave insufficienza renale che può rendere necessaria la dialisi.

Questi 9 casi hanno "una probabile correlazione con il consumo di latte crudo", ha detto il direttore generale della Sicurezza alimentare e nutrizione del ministero della Salute, Silvio Borrello.
Quindi consumo di latte crudo in Italia è a rischio di infezione causata dal batterio Escherichia coli O157?
Sembrerebbe di sì, secondo una circolare del ministero del Welfare.
La circolare, del dipartimento per la “Sanità pubblica veterinaria, nutrizione e sicurezza degli alimenti” e dalla direzione generale della “Sicurezza degli alimenti e della nutrizione”, si riferisce a segnalazioni di ”casi umani” di infezione da Escherichia coli O157 ‘‘associate al consumo di latte crudo”.
Dai controlli eseguiti nelle aziende di produzione – prosegue sempre la circolare – ”sono state riscontrate diverse positivita’ per E. coli O157 sia nel latte crudo, destinato come tale al consumo umano, sia nelle feci degli animali produttori”.

Quali sono le differenze?
– LATTE FRESCO: è il latte pastorizzato, venduto nelle confezioni che si acquistano normalmente al bar o al supermercato. Viene trattato a temperature relativamente basse per un tempo piuttosto breve, sufficiente per uccidere i germi patogeni senza rovinare prodotto, che resta fresco.
– LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE: viene trattato con il calore in modo più drastico, tanto che può essere consumato nell’arco di sei mesi.
– LATTE CRUDO: viene commercializzato così come viene munto, senza alcun trattamento ad eccezione di una filtrazione.

Cosa dice l’epidemiologia:
L’Osservatorio epidemiologico della Regione Campania ha realizzato un’indagine sulla Sindrome emolitica uremica (Seu).
A partire dal 1988, ogni anno sono stati osservati circa 30-40 casi di Seu (Sindrome emolitico uremica), per un totale di 439 casi notificati complessivamente tra il 1998 e il 2004. Sono inoltre stati identificati alcuni focolai epidemici, negli anni 1992, 1993 e 1997.
Il tasso nazionale d’incidenza medio annuale della Seu nello stesso periodo (1988-2004) è stato di 0,27 casi per 100mila abitanti, inferiore rispetto a quanto rilevato in altri paesi europei.
Quindi ogni anno ci sarebbero, secondo l’Osservatorio della Campania, circa 30-40 casi ogni anno di questa Sindrome emolitica uremica.

Come mai soli 3 casi nel 2007 e 6 nel 2008 hanno fatto intervenire il Ministero del Welfare per bloccare la vendita di latte crudo? Dove sta il problema?
Ovviamente non esiste alcun problema sanitario, come non lo è stato il morbillo, la meningite, ecc.
Semmai il “problema” viene mediaticamente creato ad arte per raggiungere un ben preciso scopo.
E’ doveroso precisare che il latte vaccino, cioè il latte di vacca, è un alimento che non va bene per l’essere umano: dovrebbe essere di esclusivo appannaggio dei vitelli.
Non è un caso infatti che il latte provoca più intolleranze alimentari in adulti e bambini di qualsiasi altro prodotto alimentare.
Il latte di capra invece è molto più vicino al latte umano.
Detto questo, è anche vero che se qualcuno vuole berlo (a prescindere dalle problematiche legate al muco, al ristagno delle vie aeree, ecc.) deve avere tutti i diritti di poterlo comprare allo stato crudo (certamente migliore di quello pastorizzato) e soprattutto ad un prezzo accessibile: il latte crudo viene venduto appena munto, da un minimo di 80 centesimi ad un massimo di 1 euro al litro.

Crudo è meglio del pastorizzato
La pastorizzazione, che prende il nome da Louis Pasteur, è il processo di riscaldamento cui vengono sottoposti il latte o altri prodotti alimentari.
Generalmente sono condotti a temperature variabili da 54 a 70 °C e per tempi compresi tra i 20 e i 30 minuti. I nuovi metodi "flash" riscaldano il latte da 65 a 76°C per 15-22 secondi.
La pastorizzazione HTST (High Temperature Short Time), porta il latte ad una temperatura di 72- 75°C per 15 secondi.
Mentre il trattamento UHT (dopo una pastorizzazione a 80°C ), porta il latte a temperature di circa 140°C per pochi secondi.
La sterilizzazione consiste nel riscaldare il latte ad una temperatura tale che tutti i microrganismi presenti sono distrutti.

In questo modo si distruggono i batteri patogeni (compresi quelli vitali) e si ritarda lo sviluppo di altri batteri.
Il calore della pastorizzazione è però sufficiente per distruggere anche i batteri lattici importanti per la vita, come il Lactobacillus acidophilus, che contribuisce a sintetizzare la vitamina B nel colon (intestino crasso).
Acidificando il latte che poi coagula, i batteri lattici tengono i batteri della putrefazione sotto controllo.
Il latte pastorizzato, non avendo questa protezione, si potrà alterare.
L’ironia della pastorizzazione è che distrugge le proprietà battericide del latte.
Il latte crudo mantiene al suo interno i batteri lattici utili

Principali vantaggi commerciali della pastorizzazione:

1) Il produttore può permettersi la sporcizia:
Gli standard qualitativi degli animali che producono latte crudo sono considerevolmente più alti di quelli dei soggetti che producono latte da pastorizzare.

2) E’ conveniente per il produttore e per il contadino:
Nonostante il latte crudo si mantenga più a lungo del latte pastorizzato, se non viene prodotto in condizioni di massima pulizia si potrà cagliare prima di quest’ultimo.

3) La pastorizzazione compromette il potere nutrizionale?
Il riscaldamento di ogni alimento oltre i 50 °C determina la distruzione degli enzimi, i trasformatori biochimici. Per esempio la pastorizzazione elimina la fosfatasi enzimatica che è necessaria all’assimilazione del calcio.

4) Malattie provocate dalla pastorizzazione:
La perdita delle vitamine lipo-solubili come la A e la E può aumentare di oltre due terzi. La perdita della vitamina B e C può andare dal 38 all’80 per cento. Il 20% dello iodio si perde volatilizzato. Il consumo di proteine da latte cotto è dimostrato correlarsi con l’alta incidenza della trombosi. E gli animali da laboratorio degenerano più rapidamente quando sono nutriti con tale latte.

Latte, osteoporosi e acidificazione del terreno
Quindi la pastorizzazione permette ai grossi produttori nazionali una peggiore qualità del prodotto e dei bassi standard di igiene complessivi (alla fine del processo industriale, si fa bollire il latte, e chi s’è visto s’è visto).
Tale bollitura però distrugge la “fosfatasi alcalina” (ALP) che è un enzima presente nel latte crudo molto sensibile al calore. Questo enzima serve all’assimilazione del calcio nelle ossa. La sua mancanza impedisce di fatto alle ossa di integrare il calcio disponibile.
Quest’ultimo infine, per essere assimilato deve disporre di un certo quantitativo di magnesio che nel latte (come in una dieta tradizionale) è molto scarso!
Questo è il motivo per cui una dieta a base di latte pastorizzato invece di apportare calcio alla struttura ossea – come invece dicono i medici – lo sottrae alla stessa!

Ma non è tutto, perché il magnesio (che partecipa a circa 800 reazioni biochimiche) serve anche a contrastare con la vitamina B6 l’acidosi metabolica indotta dai sali di calcio e dalle proteine animali.
Se il nostro terreno biologico è prevalentemente acido, a causa di un eccesso di proteine animali (latte, formaggi, carni, ecc.) i nostri meccanismi di tamponamento naturale per neutralizzare questo eccesso di acidità ricorrono alle riserve minerali che abbiamo principalmente nelle ossa e muscoli!
Sapete cosa significa questo? Significa che vengono sottratte da ossa e muscoli i minerali tampone che servono per riequilibrare l’acidosi e portare all’equilibrio.
Questo meccanismo a circuito chiuso spiega perché l’osteoporosi non è una mancanza di calcio ma una perdita di calcio a seguito delle nostre abitudini alimentari scorrette, tra cui appunto bere latte pastorizzato (carni, formaggi e proteine animali).
Ricordiamo in conclusione che l’acidosi del terreno biologico ci predispone in una situazione precancerosa…

Latte pastorizzato (morto) va bene, quello crudo (vivo) no. Come mai?
I nostri governanti stanno facendo di tutto per farci bere solo latte pastorizzato, cioè quel liquido biancastro che dal punto di vista chimico è perfetto, ma dal punto di vista energetico è morto, privo di vita e vitalità. In pratica vogliono farci bere solo quella bevanda che a lungo andare potrebbe farci ammalare.
Viene da sé che l’ordinanza del Ministero del Welfare, non ha niente a che vedere con la nostra salute – semmai il contrario – ma è un chiaro attacco dei grandi produttori industriali di latte contro le piccole aziende locali che vedono nei distributori una possibilità di sbocco commerciale della propria attività.
Da quando i distributori di latte crudo hanno fatto la loro comparsa nel territorio locale, sicuramente le casse delle grandi aziende ne hanno risentito il colpo e sono quindi corse ai ripari…

Consiglio spassionato ai bevitori di latte crudo
Se trovate i sigilli ai distributori, non perdetevi d’animo, e soprattutto non andate nei supermercati a comperare un qualsiasi altro latte, perché così facendo darete ragione al sistema e parteciperete alla chiusura totale dei piccoli allevatori.
Prendete invece la vostra bottiglia e andate direttamente dal produttore di latte crudo (ogni distributore riporta il nome  del produttore). Se non lo trovate perché è lontano, non comperate più latte fino a che non verranno ripristinati i distributori. Esistono ottimi sostituti: latte di capra, succo d’uva, latte di riso, mandorle (il tutto biologico ovviamente).
E’ necessario e importante dare un chiaro e forte segnale.

 

www.disinformazione.it

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