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MEDICI CHE LOTTANO PER LA (NOSTRA) LIBERAZIONE

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Maurizio Blondet

Covid, un gruppo di medici al governo: “Revocare i provvedimenti prudenziali, mancano i presupposti di fatto”

Gli esperti hanno inviato unʼistanza in autotutela in cui chiedono contezza delle delibere alla luce delle evidenze sullʼepidemia che si è rivelata “una forma influenzale non più grave di altri coronavirus”

“Il governo revochi i provvedimenti di contenimento emessi sulla base di uno stato di emergenza di cui oggi non sussistano dei presupposti di fatto che ne giustifichino l’applicazione”. E’ la richiesta posta da un gruppo di medici che ha inviato un’istanza in autotutela al governo. Nel documento vengono smontati i “punti della narrativa allarmistica sul coronavirus” attraverso prove documentali e l’esperienza sul campo, e viene chiesto al governo di giustificare le scelte fatte sulla base delle osservazioni di “esperti” di cui, secondo gli autori dell’istanza, non si conoscono né l’autorevolezza e né l’esperienza (“ci potrebbero essere conflitti d’interesse”). I medici inoltre criticano la misura che obbliga a usare le mascherine: “Indossarle per ore fa male, tra i rischi l’ipercapnia e sovrainfezioni da microorganismi”.

Persiste un numero di divieti che non trova legittimazione scientifica – L’istanza è stata firmata da Pasquale Mario Bacco, Antonietta Gatti, Mariano Amici, Carmela Rescigno, Fabio Milani, Maria Grazia Dondini. Nell’atto i camici bianchi evidenziano come sia paradossale che “tutt’oggi, nonostante un quadro sanitario nettamente positivo, persista un numero impressionante di obblighi e divieti che non trova alcuna legittimazione scientifica e tantomeno giuridica”. Dall’altra parte, spiegano, permane “una regolamentazione confusa, contraddittoria e priva di giustificazione per chi ha un quotidiano e diretto riscontro con la situazione dei pazienti”.

Basta diramare notizie allarmanti – I medici sono convinti che “in primo luogo sia necessario chiarire in modo univoco, chiaro e scientificamente credibile che il Covid-19 ha dimostrato di essere una forma influenzale non più grave degli altri coronavirus stagionali: nonostante l’Oms abbia dichiarato l’emergenza pandemica l’11 marzo, le cifre ufficiali dei deceduti, dei contagiati e dei guariti contraddicono la definizione stessa di ‘pandemia’ – scrivono -. Occorre dare informazioni corrette e fornire criteri di comprensione dei dati reali, evitando che i media diffondano notizie allarmanti, a nostro parere assolutamente ingiustificate. La banalizzazione statistica dei decessi è la sintesi di una comunicazione istituzionale che ha impedito, per tutta l’emergenza e ancora oggi, di avere una chiara sintesi della situazione, portando a un circolo vizioso in termini di provvedimenti sanitari e di impatto sociale”.

La verità sulle vittime – Gli esperti si chiedono perché continuare con i “bollettini di guerra” giornalieri senza analizzare affondo i dati, che in questo modo creano solo un allarmismo “infondato sotto il profilo clinico ed epidemiologico”. Come dichiara l’Istituto Superiore di Sanità, l’identikit delle vittime continua a essere quello dell’inizio dell’epidemia: l’età media è di 80 anni, in prevalenza sono uomini e con gravi patologie pregresse. Se nei comunicati quotidiani si dessero solamente “i deceduti per Covid, e solo Covid, quale sarebbe lo scostamento dalla medie ufficiali negli anni precedenti per patologie analoghe?”, osservano.

I tamponi non sono strumenti affidabili – I medici, inoltre si chiedono, “quali siano i reali motivi per cui in alcune zone del Nord Italia si è registrata una diffusione tanto abnorme e una letalità tanto più alta rispetto ad altre zone del Paese, persino limitrofe”. Nell’istanza si parla anche di tamponi, che non sono uno strumento affidabile poiché ci sono stati “falsi positivi” e “falsi negativi” e “di conseguenza, le percentuali ricavate dal numero dei tamponi vanno interpretate e spiegate tanto agli operatori sanitari quanto ai media e alla popolazione, evitando inutili allarmismi”. E’ stato il professore Ricciardi, consigliere del ministero della Salute, a dire che “oggi in tutto il mondo abbiamo test non perfetti dal punto di vista della sensibilità perché messi a punto in poco tempo e devono essere perfezionati. Quindi c’è un’ampia possibilità di sovrastimare le positività”.

Perché non sono stati presi in considerazione i rilievi di medici sul campoE dunque necessario chiarire, sottolineano, “quali sia il motivo per cui si è deciso di non tenere in considerazione gli studi e i rilievi di medici e specialisti impegnati sul campo, privilegiando l’impostazione opinabile degli ‘esperti’ anche laddove contraddetta da casi documentati; anche il ricorso all’uso dei ventilatori polmonari pare quantomeno controverso”, dato che si è trattato nella maggior parte dei casi di tromboembolie polmonari e non di polmoniti.

Perché impedire le autopsie? – Un’altra domanda che non trova risposte, argomentano, è “per quale motivo si siano impediti gli esami autoptici, che si sono invece rivelati, quando effettuati, una fonte insostituibile di preziosissime informazioni e che hanno consentito di scoprire che la causa principale dei decessi non era la virulenza della patologia, ma una sua errata cura”.

Perché i malati nelle Rsa e perché mantenere ancora le distanze ove non necessario – E poi “per quale motivo si siano date disposizioni, su indicazione dell’Oms, di trasferire i pazienti anziani nelle Rsa, con le conseguenze ben note” e “per quale motivo si continui ostinatamente a ‘minacciare’ futuri, possibili scenari di inasprimento delle misure di contenimento, come se l’epidemiologia dipendesse solo dalla mancata ottemperanza di disposizioni sanitarie la cui efficacia è quantomeno dubbia: nessuna evidenza scientifica permette di affermare che in questo stadio dell’epidemia sia ancora necessario mantenere le distanze di sicurezza, usare mascherine, indossare guanti oltre a curare l’igiene delle mani”. Uso della mascherina che viene fortemente criticato per i danni collaterali che ne comporta.

Pronto l’esposto in caso di una mancata risposta  – Infine, concludono gli esperti, “confidiamo, in spirito di sincera collaborazione, di ricevere una risposta a queste nostre osservazioni, la qual cosa consentirà di porre fine alle pericolose speculazioni di chi, dinanzi a tanto dilettantismo, solleva il dubbio che il Covid-19 venga utilizzato per secondi fini”. Nel caso in cui il governo e le altre autorità interpellate non dovessero dare risposta entro i termini prestabiliti dalla legge i medici procederanno con un esposto.

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/covid-un-gruppo-di-medici-al-governo-revocare-i-provvedimenti-prudenziali-mancano-i-presupposti-di-fatto_18845601-202002a.shtml

Silvana De Mari – Epidemia finita, comincia il regime ed il rischio della sottrazione dei bambini

Fonte: https://www.maurizioblondet.it/medici-che-lottano-per-la-nostra-liberazione/

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I passaporti immunitari rappresentano una minaccia per la nostra privacy e sicurezza delle informazioni

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Di Alexis Hancock e Karen Gullo

Con gli stati che iniziano ad allentare le restrizioni sul posto sul posto, la conversazione su COVID-19 si è rivolta a domande su quando e come possiamo tornare al lavoro, portare i bambini a scuola o pianificare i viaggi aerei.

Diversi paesi e stati degli Stati Uniti, tra cui Regno Unito, Italia, Cile, Germania e California, hanno espresso interesse per i cosiddetti “passaporti di immunità”, un sistema che richiede alle persone di presentare presunte prove di immunità a COVID-19 per accedere spazi pubblici, siti di lavoro, aeroporti, scuole o altri luoghi. In molti schemi proposti, questa prova verrebbe archiviata in un token digitale su un telefono. I passaporti di immunità minaccerebbero la nostra privacy e sicurezza delle informazioni e costituirebbero un passo significativo verso un sistema di identificazione digitale nazionale che può essere utilizzato per raccogliere e archiviare le nostre informazioni personali e tracciare la nostra posizione.

Si presume che i passaporti dell’immunità aiutino a combattere la diffusione di COVID-19. Ma ci sono poche prove che lo avrebbero effettivamente realizzato.

A livello pratico, non esiste attualmente alcun test per l’immunità COVID-19; quello che abbiamo sono test anticorpali. Ma non sappiamo se le persone con anticorpi hanno immunità. Nel frattempo, c’è stata un’ondata di test imperfetti e schemi di marketing fraudolenti sui test anticorpali. Anche quando i test validati sono ampiamente disponibili, potrebbero non essere precisi al 100%. Il sistema dovrebbe essere un dispositivo di avviamento a meno che non sia in grado di garantire il giusto processo per coloro che desiderano contestare i risultati dei test. Questo è stato spesso un problema prima; come abbiamo visto con le liste “no-fly” create dopo l’11 settembre, è molto difficile uscire dalla lista, anche per coloro la cui inclusione è stata un errore.

Il problema con i passaporti dell’immunità non è solo medico, è etico. L’accesso ai test COVID-19 e ai test anticorpali è discutibile. I rapporti abbondano di persone che temono di essere state infettate disperatamente nel tentativo di sottoporsi a test inutili. L’analisi ha dimostrato che gli afroamericani hanno molte meno probabilità di essere sottoposti a test sui pazienti bianchi, ispanici o asiatici prima che finiscano al pronto soccorso. I siti di test mobili gestiti da Verily (una consociata di Alphabet parent di Google) richiedono alle persone di avere uno smartphone e un account Google. I residenti nel quartiere Tenderloin di San Francisco , uno dei quartieri più poveri della città, sono stati allontanati dai siti di prova perché non avevano telefoni cellulari.

Richiedere una verifica dell’immunità basata su smartphone per accedere agli spazi pubblici come gli uffici e le scuole aggraverebbe le disuguaglianze esistenti e rafforzerebbe un sistema a due livelli di privilegiati, che possono muoversi liberamente nella società e i vulnerabili, che non possono lavorare, fare acquisti o frequentare la scuola perché non hanno un telefono cellulare o l’accesso ai test. Siamo stati qui prima. Quando la febbre gialla colpì il Sud negli anni ’50 del XIX secolo, quelli che si ritenevano “non acclimatati” dalla malattia erano disoccupati. Ciò ha gravato sui neri e sui redditi più bassi rispetto ai membri privilegiati della società.

Come abbiamo visto allora, il condizionamento dell’accesso alla società sull’immunità incentiva la “ricerca di bug”, vale a dire, le persone cercano deliberatamente di ammalarsi per ottenere il passaporto dell’immunità. Nessuno dovrebbe esporsi a una malattia potenzialmente mortale senza cure per trovare lavoro.

Rischi di passaporti di immunità digitalizzati

La spinta per i passaporti dell’immunità è stata in gran parte basata sulla promessa di soluzioni tecnologiche per una crisi della salute pubblica. Una proposta di legge in California, ad esempio, userebbe la tecnologia blockchain per facilitare un sistema di passaporto dell’immunità sugli smartphone delle persone. Siamo contrari a questo disegno di legge. I progressi tecnologici come la tecnologia blockchain o altri metodi di implementazione non affrontano le nostre obiezioni a questo tipo di sistema in sé.

Inoltre, i passaporti di immunità in formato digitale potrebbero normalizzare i documenti di prova dello stato in formato digitale più in generale. I sostenitori dei passaporti dell’immunità visualizzano un mondo in cui non possiamo attraversare una porta verso un posto di lavoro, una scuola o un ristorante fino a quando il gatekeeper non analizza le nostre credenziali. Ciò abituerebbe i guardiani a richiedere tali credenziali di status e abituerebbe il pubblico a sottomettersi a tali richieste.

Questo sistema digitale potrebbe essere facilmente ampliato per controllare non solo lo stato di immunità di una persona, ma qualsiasi altra informazione personale che un gatekeeper potrebbe ritenere rilevante, come l’età, la gravidanza, lo stato dell’HIV o la storia criminale. Il sistema potrebbe anche essere adattato per documentare non solo lo stato di una determinata persona, ma anche quando quella persona passava attraverso una porta che richiedeva la prova di tale stato. E tutti i dati di tutti questi passaggi potrebbero essere accumulati in un database. Questo sarebbe un passo preoccupante verso l’identificazione nazionale digitale, a cui il FEP si è opposto da tempo perché creerebbe nuovi modi per monitorare digitalmente i nostri movimenti e attività.

La documentazione in formato digitale comporta anche il rischio di presentare tale documentazione sotto coercizione a varie autorità. Consegnare il telefono alla polizia, sbloccato o meno, comporta rischi significativi, in particolare per le persone nelle comunità vulnerabili, rischi che potrebbero portare a conseguenze indesiderate per il presentatore e un potenziale abuso di potere da parte delle forze dell’ordine.

Inoltre, richiedere alle persone di archiviare i risultati dei test medici in formato digitale esporrebbe le informazioni mediche private al pericolo di violazioni dei dati. Ancora una volta, questa non è una novità: abbiamo visto esattamente questi tipi di violazioni in passato quando le informazioni mediche sono state digitalizzate e raccolte. Proprio l’anno scorso, ad esempio, un database sull’HIV a Singapore ha trapelato le informazioni personali di oltre 14.000 persone che vivono con l’HIV.

Dovremmo imparare dai nostri errori passati e garantire che la tecnologia funzioni per potenziare le persone, invece di creare nuove vulnerabilità.

Fonte: EFF.org

Credito d’immagine: BioEdge.org

Fonte articolo: https://www.activistpost.com/

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Regina di Saba

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By Silvana De Mari

La Regina di Saba è un personaggio storico biblico, poi divenuto anche mitologico, come accade spesso ai personaggi biblici, per la congerie di riferimenti e citazioni letterarie che la riguardano e di leggende nate intorno alla sua figura. Era la Regina, nel X secolo a. C., della terra di Saba, un regno in realtà situato non in Arabia, ma il Etiopia.

È conosciuta soprattutto per l’episodio biblico dell’incontro con Re Salomone d’Israele. La Regina di Saba, alla quale gli storici dell’antichità hanno attribuito diversi nomi, venuta a conoscenza della fama di sapienza e saggezza del Re Salomone, volle andare in visita da lui alla sua reggia a Gerusalemme con molti e preziosi doni per metterlo alla prova con quesiti ed enigmi. Una leggenda abissina di tempi successivi, contenuta nel libro epico etiopico Kebra Nagast (“La gloria dei Re”), narra l’unione del Re Salomone e della Regina di Saba, da cui nacque un figlio, Menelik, che divenne primo Re della città etiope di Aksum, o Axum. Da lui discenderebbero gli imperatori salomonidi che regnarono in Etiopia dal 1270 al 1975, anno in cui avvenne la deposizione di Hailé Selassié, ultimo di quella che è da molti considerata la casa reale più antica al mondo. Il Kebra Nagast narra di come Menelik abbia trafugato l’antica Arca dell’Alleanza e l’abbia portata da Gerusalemme all’Etiopia.

Si parla di lei nei testi biblici, nel Vangelo,  nel Corano e, soprattutto,  nel Kebra Nagast, antico testo etiope.

Sono andata in Etiopia come medico nel 1986. Era un luogo di una bellezza sconvolgente, dove una dittatura comunista particolarmente folle aveva causato una carestia con un milione di morti. Il governo aveva deciso di spostare un milioni di contadini da una zona fertile a una dove la terra era da dissodare. Intanto che dissodavano, potevano serenamente morire di inedia. Ci fu un primo milione di morti, poi arrivarono fiumi di aiuti internazionali, fecero anche un disco We are the world, grazie al quale una serie di cantanti raccolse aiuti.  Gli aiuti furono talmente tanti che sommersero l’Etiopia, Anche se più di metà li incamerarono i sovietici, presenti in Etiopia, la carestia fu bloccata.

In Etiopia ho imparato un paio di cose. In primo luogo che tutto quello di disastroso che pensavo del comunismo era approssimato per difetto. In compenso ho scoperto l’arca dell’alleanza e la regina di Saba. L’Etiopia è un paese di una bellezza sconvolgente, di una religiosità sconvolgente, l’unica nazione africana ad avere una magnifica e plurimillenaria lingua scritta. Il luogo incantato deve le tre religioni monoteiste convivevano ora non lo è più. Ora non più. Gli ebrei sono andati  in Israele, che li portò al sicuro,  i cristiani stanno cedendo davanti all’Islam.

Io, in quel periodo libera pensatrice praticante, assolutamente convinta che la religione cristiana, anzi ebraico cristiana fosse, come dire?, un po’ superata e comunque se ne potesse fare a meno, per la prima volta ho inciampato nei Dieci Comandamenti, nella Legge di Dio. Anzi ho inciampato nell’Arca dell’Alleanza, rappresentata in milioni di affreschi in ogni casa e su ogni capanna, che  oggi è custodita in Etiopia, dove fu portata da re Menelik primo figlio di re Salomone e della Regina di Saba.

La regina di Saba, La regina del sud: di lei si parla nella Bibbia, nel Corano, e di lei si parla nel Kebra Nagast, antichissimo testo etiope di circa 15 secoli fa, che afferma che la famiglia imperiale etiope discende direttamente da  Re Salomone e dalla Regina di Saba, che si erano amati, e dal loro amore Menelik I, primo imperatore d’Etiopia. La testimonianza del Kebra Nagast riporta di come Menelik abbia trafugato l’Arca dell’Alleanza da Gerusalemme all’Etiopia, ma io preferisco la versione che mi hanno raccontato. l’Arca dell’Alleanza si trova tuttora in Etiopia, nella Chiesa di Santa Maria di Sion. L’amarico e il tigrino, le due principali lingue dell’Etiopia, sono lingue semitiche, una popolazione semita sicuramente superò il Mar Rosso.

La regina di Saba, scura e bellissima, nigra sum sed formosa, ci racconta la sua storia nel Cantico dei cantici, dove risuona la sua voce in prima persona. Lei andò nella  reggia de re affascinata dalle voci sulla sua saggezza, le donne si innamorano del fascino degli uomini non dei loro corpi, se siete maschi risparmiate i soldi della lampada e della depilazione laser e leggetevi La divina Commedia e Shakespeare, :costa anche molto meno, in tempi di recessione anche questa è un’informazione interessante.

Narrano in Etiopia, nei villaggi, sull’Altopiano di Giuda, la vera storia della Regina di Saba, partita dalla sua terra per incontrare il grande Re. Per la sua saggezza. Con l’accidente. Della sua saggezza non le importava così tanto. Era altro che lei voleva.
La regina di Saba arrivò al cospetto del grande re e si trovarono un uomo che aveva di fronte una donna che aveva traversato il mare e il deserto per arrivare fino al suo cospetto.

“Sono venuta per la tua saggezza, sono venuta per le tue parole. Tu non prendermi” ingiunse lei. Come saluto lascia un po’ perplessi. L’impressione che lei volesse proprio quello, ma voleva vedere quanto l’altro era in gamba a sedurla. In effetti sembra un invito alla seduzione.

” Io non ti toccherò Regina del Sud, a meno che tu non prenda qualcosa dalla mia reggia senza il mio consenso” rispose lui. Dopo di che le offrì il cibo più ricco di sale e di spezie che potesse essere cucinato, senza che ci fosse dell’acqua. Per un uomo è sempre un atto di seduzione sfamare una donna, le scimmie antropomorfe, con cui abbiamo un bel po’ di patrimonio genetico in comune, sono creature dove cacciano solo i maschi e dopo aver cacciato offrono le loro prede alle femmine, ancora pieni delle scorticature e delle ferite che si sono fatte per cacciare. Per sedurre una donna
A leggere Dante, in alternativa Shakespeare. Non andate sotto Melville o rimorchierete solo sciacquine.
B  invitatela  a cena. Conta il linguaggio, non il costo del menu, che dovrete obbligatoriamente pagare voi, perché il denaro è metafora del territorio e voi dovete occupare il territorio. Mia signora, potete farmi l’onore di accompagnarmi al Mc Donald questa sera? Imparate il linguaggio alto. Un uomo paga sempre lui: è etologicamente corretto, su questo punto non ci sono Santi. Dopo di che imparate e guadagnare denaro: il denaro è l’evoluzione del concetto etologico del territorio. Un uomo che mi offre il suo denaro mi sta offrendo il territorio, il coraggio e il sangue che gli è costato conquistarlo. L’unica cosa più importante del denaro è il linguaggio. Posso tollerare un uomo povero solo se è straordinario quando parla. Povero, depresso e incapace di usare i congiuntivi: non diciamo idiozie. Se siete poveri, siate brillanti, straordinari, che ogni vostra parola sia un dono. Si può perdonare a un uomo che non abbia denaro, purché lui se lo faccia perdonare. E allora la regina di Saba traverserà il mare per venire fino da voi e voi renderete la vostra reggia un labirinto perché lei possa trovare il vostro letto.

Durante la notte la Regina di Saba si svegliò in preda alla sete, ma il re aveva predisposto che l’unica brocca di acqua in tutta la reggia fosse nella propria  stanza. Quindi lei assetata arrivò nella camera del re cercando l’acqua e la bevve, cioè prese una cosa nella casa del re senza averla chiesta e quindi lui poté averla. Questa storia di non prendermi e tu non prendere niente, e poi cerco l’acqua fino alla tua stanza e dopo aver traversato il mare e il deserto, traverso la tua reggia per arrivare fino al tuo letto, è la più strepitosa seduzione simmetrica che abbia mai letto. Nota per gli eventuali aspiranti scrittori erotici: non è necessario descrivere trippe per creare tensione.


Lui e lei si sono uniti, e l’amore ha creato la vita, nel ventre della Regina, il principe Menelik, il figlio della Regina del Sud e del Grande re. Questa bambino non avrebbe potuto essere ebreo. Per essere ebrei, occorre essere figli di madre ebrea. La definizione di Ebreo: qualcuno legato a Dio dall’Alleanza. Il re Salomone quindi donò a lei l’Arca dell’Alleanza, perché lei la portasse sull’altopiano di Giuda, dove ora è conservata. Gli Etiopi sarebbero stati ebrei perché avrebbero avuto l’Arca dell’Alleanza, gli Ebrei nella terra di Israele sarebbero stati ebrei perché figli di madre ebrea.

L’Arca dell’Alleanza scompare dalla Bibbia. Non è più nominata, nessuno sa che fine abbia fatto. Pare sia sull’altopiano etiope, nei sotterranei della chiesa di Nostra Signora di Sion, sull’altopiano di Giuda, e sembra sia un oggetto pericoloso e magnifico

Avendo rinunciato all’intimità con Dio che è sapienza, ci siamo scimuniti.

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l’amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!
Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.
Il Cantico dei Cantici ha una meravigliosa valenza metaforica, che parla dell’amore sacro per Dio, e insieme parla dell’amore sacro tra un uomo e una donna, che diventano coartefici della creazione  per genera la vita.

Dobbiamo ritrovare l’Arca.

Fonte: https://www.silvanademaricommunity.it/2020/05/26/regina-di-saba/

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Sopra i sogni

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Sveglia Gente 

So che sei la fuori, ora posso sentirti, so che lo sai, hai paura del cambiamento, non conosco il futuro, non lo conoscevo, vieni qui che ti dirò come andrà a finire.

Sono venuto qui per dirti cosa sta per iniziare, riattaccherò questo telefono e poi mostrerò questo alle persone che non vuoi che vedano, mostrerò loro un mondo senza regole e controlli. Senza frontiere e confini, un mondo dove tutto è possibile, da dove stiamo andando c’è una scelta che ti lascio. 

61° compleanno di Israel Kamakawiwoʻole

Da qualche parte oltre l’arcobaleno, molto, molto in alto, ci sono i sogni che hai fatto una volta in una ninna nanna. 

Da qualche parte oltre l’arcobaleno gli uccelli azzurri volano sopra i sogni che hai fatto, i sogni diventano davvero realtà. 

Un giorno affiderò il destino a una stella, voglio distrarmi con le nubi ormai alle spalle dove i problemi si dissolvono come gocce di limone, ben più in alto dei comignoli, è li che mi troverai.

Da qualche parte oltre l’arcobaleno gli uccelli azzurri volano sopra i sogni che osi fare.

Perché? Perché non posso?

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La guida CDC falsifica il numero dei deceduti per COVID 19

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guida CDC falsifica il numero dei deceduti per COVID 19

By Pasquale Galasso

La guida CDC – Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie – ordina agli ospedali di elencare COVID 19 come causa di morte sia che il virus abbia solo contribuito, non patologia unica, che in caso di solo “sospetto” di contagio.

Rilasciata il 24 marzo, questa guida (in archivio qui) falsifica totalmente il numero dei deceduti, in quanto sulle cartelle cliniche verrà elencato, come causa di morte, il COVID 19, indipendentemente dal fatto che siano stati, o meno, eseguiti test effettivi per confermarli.

Alcuni punti scritti nella Guida CDC, rilasciata il 24 marzo scorso ma entrata immediatamente in vigore.

– Quando sarà in vigore?
Immediatamente.

– COVID-19 sarà la causa di decesso principale?
La causa di decesso dipende da cosa viene riportato sul certificato di morte. Tuttavia, si prevede che le regole per la codifica e la selezione della causa di morte faranno sì che il COVID19 sarà la causa principale di decesso il più delle volte.

– Cosa succede se i certificatori segnalano condizioni diverse da quelle suggerite?
Se un certificato di morte segnala un coronavirus senza identificare un ceppo specifico o specificando esplicitamente che non si tratta di COVID-19, CDC-NCHS (National Center for Health Statistics) chiederà agli Stati di verificare se il coronavirus era COVID-19 o meno. Intanto se viene scritto che la morte è causata da un  ceppo di coronavirus del 2019, sarà preferibile,  e più semplice, nel compilare il certificato di morte, utilizzare la terminologia standard morte per COVID-19.

– La dicitura “COVID-19” deve essere riportata sul certificato di morte solo con un test confermato?
Il COVID-19 dovrebbe essere riportato sul certificato di morte per tutti i deceduti in cui la malattia ha causato o si presume che abbia causato o contribuito alla morte. Se il deceduto avesse avuto altre malattie croniche, condizioni come la BPCO o l’asma, che possono aver contribuito, queste possono essere riportate in parte.

La guida CDC falsifica il numero dei deceduti per COVID 19 1

Penso di non avere nulla da aggiungere, risulta chiaro ed evidente come questa guida falsifichi totalmente il numero delle vittime per coronavirus (COVID 19).

Anzi meglio concludere con le parole di Alex Berenson ex reporter del New York Times (qui il suo tweet originale), il quale dice:

Penso di non avere nulla da aggiungere, risulta chiaro ed evidente come questa guida falsifichi totalmente il numero delle vittime per coronavirus (COVID 19).

Anzi meglio concludere con le parole di Alex Berenson ex reporter del New York Times (qui il suo tweet originale), il quale dice:

Mentre a casa ti siedi a guardare la spirale della conta dei morti per COVID, per piacere sappi che la guida ufficiale, per la codifica dei decessi correlati a COVID, emanata dall’organismo di controllo sulla sanità pubblica Americana è la seguente: per qualsiasi decesso in cui la malattia “ha causato” o si presume “abbia causato” o “contribuito alla morte” non sono richiesti test di laboratorio a conferma.

Fonte: https://www.altrogiornale.org

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