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Gli Stati Uniti sono diventati un narcisista maligno infettando tutto ciò che incontrano

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FILE FOTO:
Il World Trade Center di New York City brucia,
all’inizio dell’11 settembre 2001.
© REUTERS/Jeff Christensen

di Scott Ritter
11 settembre 2021
dal sito web RT

Scott Ritter è un ex ufficiale dell’intelligence del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e autore di “SCORPION KING: America’s Suicidal Embrace of Nuclear Weapons from FDR to Trump”. Ha servito in Unione Sovietica come ispettore per l’attuazione del Trattato INF, nello staff del generale Schwarzkopf durante la Guerra del Golfo e dal 1991 al 1998 come ispettore delle armi delle Nazioni Unite. Seguilo su Twitter @RealScottRitter

20 anni dopo l’11 settembre, Non riconosco più il mio paese. Gli Stati Uniti sono diventati un narcisista maligno, infettando tutto ciò che incontra…

Si dice che diventiamo più forti di fronte alle avversità, poiché il viaggio di ritorno richiede un grado di autoriflessione che incoraggia la guarigione.

Nei due decenni successivi all’11 settembre, tuttavia, gli Stati Uniti non hanno imparato nulla su se stessi. Sono cresciuto come un monello militare – una categoria speciale di giovani americani imbevuti fin dalla tenera età dell’orgoglio di far parte di un collettivo unito dal senso del dovere verso il paese e dall’altruismo del sacrificio quando si trattava di adempiere a quel dovere.


Non c’era alcun concetto di diritto: tutto ciò che ti capitava era guadagnato o sofferto, in base alle tue azioni o alle azioni degli altri nel tuo gruppo.


Il monello militare viveva una vita in cui almeno un genitore, ma a volte entrambi, indossava l’uniforme di uno dei rami delle forze armate degli Stati Uniti d’America. Nel mio caso, è stato mio padre, che ha servito come ufficiale nell’aeronautica americana.

Ci siamo trasferiti in media ogni anno e mezzo, il che significa che, da quando sono nato fino a quando mi sono diplomato, abbiamo fatto le valigie e iniziato una nuova vita da qualche altra parte non meno di 11 volte, e ho frequentato tre diversi licei scuole:

  • uno alle Hawaii
  • uno in Turchia
  • uno in Germania

Abbiamo imparato ad amare il nostro paese non per un senso gonfiato del valore, ma piuttosto dal vederlo come lo vedevano gli altri:

il buono, il brutto e il cattivo, ma soprattutto il buono…

Questa esperienza mi ha definito da adulto, soprattutto quando ho seguito le orme di mio padre e mi sono arruolato nell’esercito – nel mio caso, il Corpo dei Marines – e ho vissuto una vita definita dal servizio all’estero.
La mattina dell’11 settembre 2001 ero una persona che sapeva, sulla base dell’esperienza diretta, che il mio paese era profondamente imperfetto, capace di commettere errori enormi, ma anche dotato di una capacità unica di fare del bene nel mondo se adeguatamente motivato.

Quando, come milioni di altri americani, ho guardato con orrore l’ abbattimento delle Torri Gemelle del World Trade Center, mentre il fumo sgorgava da un buco nel lato del Pentagono e il campo di un contadino è stato deturpato dal relitto di un passeggero jet, tutto a causa delle azioni dei terroristi decisi a fare del male al mio paese, ero pieno di indignazione.

Mentre guardavo il popolo americano riunirsi all’indomani dell’attacco, e la comunità globale stringersi intorno a noi in segno di solidarietà, sono stato confortato dal pensiero che i terroristi avevano perso.

Che, attraverso le loro azioni, non ci avevano sconfitto, ma ci hanno reso più forti, sia come nazione che come parte della comunità globale delle nazioni. Non mi sono mai sbagliato così tanto in tutta la mia vita.
Quasi immediatamente, il mio paese ha iniziato a comportarsi come un monello viziato, insistendo sul fatto che il mondo si unisse a noi in una missione non solo per dare la caccia e punire coloro che hanno pianificato e attuato gli attacchi dell’11 settembre, ma anche per rimodellare il mondo secondo la nostra visione.

In breve, eravamo l’unica nazione che contava e tutti dovevano conformarsi alla nostra direzione.

“O sei con noi”, ha proclamato il nostro presidente, “o con i terroristi “…

Abbiamo invaso l’Afghanistan con lo scopo di esigere vendetta più che cercare giustizia, e poi abbiamo dato seguito a quell’azione invadendo e occupando l’Iraq, una nazione che non aveva assolutamente nulla a che fare con gli eventi dell’11 settembre.

L’Iraq non doveva essere nemmeno un evento isolato, ma, invece, l’azione di avvio di un più ampio sforzo di trasformazione regionale che ha visto gli Stati Uniti cercare di rovesciare i governi di Siria, Iran e altre nazioni allo scopo di installare governi che noi soli ritenevamo accettabili, senza alcuna considerazione per coloro che vivevano in quei paesi, o per coloro che abbiamo insistito per unirsi a noi in queste disavventure.

Guardando indietro ai 20 anni trascorsi dall’11 settembre,

il danno che abbiamo causato al mondo è dolorosamente ovvio per tutti, a quanto pare, tranne che per noi stessi…

Mentre rifletto sull’arroganza nazionale che ha causato tale morte e distruzione, sono colpito da come gli americani abbiano sprecato in modo indegno l’opportunità emersa dalle ceneri dell’11 settembre.

Il mondo si era radunato intorno a noi all’indomani di quell’orribile giorno, e noi avevamo la scelta di,

  • o lavorare con il mondo per risolvere i problemi manifestati dalle azioni dei terroristi che ci avevano attaccato
  • o sprecare questa opportunità insistendo sul fatto che l’11 settembre riguardasse solo noi, al diavolo il resto del mondo…

Abbiamo scelto quest’ultimo…

Nel tentativo di spiegare le azioni degli Stati Uniti dopo l’11 settembre, la diagnosi più accurata che mi è venuta in mente è un disturbo narcisistico di personalità

Questa è una condizione mentale definita da un senso gonfiato della propria importanza, un profondo bisogno di eccessiva attenzione e ammirazione, relazioni travagliate e mancanza di empatia per gli altri.

In particolare, sotto questa patina di estrema fiducia in se stessi c’è un fragile ego vulnerabile alla minima critica.

Quando si riflette sul senso di diritto mostrato dall’America all’indomani dell’11 settembre, e continua a mostrare fino ad oggi, i segni e i sintomi del disturbo narcisistico collettivo di personalità diventano manifesti, come evidenziato nella retorica del nostro governo:

  • L’America è la più grande nazione sulla terra (la nostra esagerata presunzione)
  • Le regole si applicano agli altri, ma non a noi (il nostro senso di diritto e un bisogno di costante eccessiva ammirazione)
     
  • Noi siamo il potere indispensabile al mondo, nonostante aver perso due guerre (la nostra aspettativa che ci dovrebbe essere riconosciuto come superiore anche senza i risultati che lo giustificano)
     
  • Abbiamo il più grande esercito del mondo (la nostra esagerazione delle nostre capacità e talenti)
     
  • Possiamo ricostruire meglio (la nostra preoccupazione per le fantasie sul nostro successo, potere e brillantezza)
     
  • L’America è l’ideale globale a cui gli altri devono aspirare (la nostra fede nella nostra supremazia)

Gli altri sintomi escono dalla lingua, prontamente riconosciuti da chiunque sia capace di autoriflessione:

  • monopolizzare le conversazioni e sminuire o disprezzare le persone che percepiscono come inferiori
  • aspettandosi favori speciali e rispetto incondizionato delle loro aspettative
  • approfittare degli altri per ottenere ciò che vogliono
  • avere l’incapacità o la riluttanza a riconoscere i bisogni e i sentimenti degli altri
  • essere invidiosi degli altri e credere che gli altri li invidiano
  • comportarsi in modo arrogante o altezzoso, presentandosi come presuntuoso, vanaglorioso e pretenzioso
  • insistendo per avere il meglio di tutto

Forse siamo sempre stati così, e ci è voluto l’11 settembre per portare in superficie questi tratti orribili.

Ma riflettendo sugli ultimi 20 anni, non riconosco il paese che siamo diventati: una nazione di narcisisti che hanno permesso alla malignità della nostra condizione di avere un impatto negativo sul resto del mondo.

So che la mia nazione può fare di meglio…

Ma per farlo, dobbiamo riflettere su ciò che siamo diventati, riconoscere che questa condizione non è accettabile ed essere disposti a intraprendere qualsiasi rimedio sia necessario per correggere la condizione sottostante.

Sfortunatamente, come nazione di narcisisti, dubito che siamo in grado di farlo.

Nel 20 ° anniversario dell’11 settembre, temo che i sintomi sottostanti del nostro disturbo di personalità nazionale stiano solo peggiorando, con la nostra malignità che infetta tutto ciò che incontriamo.

Questa potrebbe non essere l’eredità che la gente pensa che meritiamo dopo gli orrori dell’11 settembre, ma è l’eredità che ci siamo guadagnati attraverso le nostre azioni.

Pubblicato su: https://www.bibliotecapleyades.net/sociopolitica2/sociopol_americanempire418.htm

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Una città del futuro solo per ricchi

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Telosa: una città tecnocratica in divenire

Pubblicato da: Matt Nilsson tramite WhatAboutTheroads 28 settembre 2021

Utopia, alias Tecnocracy, con qualsiasi altro nome è ancora Utopia e nessun tentativo di costruirla è mai riuscito. Eppure, la classe dei miliardari continua il mito promuovendo nuovi sforzi praticamente in ogni continente della terra. Telosa è l’ultima iterazione per costruire una città da zero per modellare i loro sogni. Editor TN

Uno dei grandi miti dell’era moderna è quello del benefico miliardario. La storia è semplice e raccontata in soli due atti. Nel primo atto questi uomini e donne si elevano da umili origini per accumulare quantità smisurate di ricchezza, potere e influenza sulla società. Il loro secondo atto inizia quando rinascono come filantropi il cui unico scopo nella vita è salvare il pianeta.

Questa è la storia di molti degli individui più ricchi del mondo. Variazioni di esso si applicano a artisti del calibro di Mark Zuckerberg, Bill Gates, Oprah Winfrey, Richard Branson e Pierre Omidyar.

Ad unirsi ai loro ranghi c’è Marc Lore, imprenditore ed ex CEO dell’e-commerce di Walmart. Il suo primo atto è proprio come quelli degli altri benefica miliardari. Lore era solo un normale ragazzo di Staten Island che avrebbe continuato a fondare e poi vendere diverse aziende di successo che gli avevano già accumulato un’enorme fortuna prima di entrare in Walmart.

Il suo secondo atto è solo all’inizio. È stato solo lo scorso gennaio che Lore si è dimesso dal suo ruolo in Walmart. in an colloquio dato al momento ha dichiarato che stava passando dal gigante del commercio al dettaglio per impegnarsi in “un progetto pluridecennale per costruire una ‘città del futuro’ sostenuta da ‘una versione riformata del capitalismo’”. Quella città ora è stata dato un nome, Telosa.

I dettagli dei piani di Lore per costruire la città e le nozioni su come sarà la vita a Telosa sono ancora relativamente scarsi. Quello che si sa è che nei prossimi 40 anni Telosa crescerà fino a coprire 150,000 acri e ospiterà 5 milioni di persone. Questa è approssimativamente la dimensione di Chicago con il doppio della popolazione. La prima fase di costruzione, che ospiterà 50,000 residenti su 1,500 acri, ha un costo stimato di $ 25 miliardi e sarà pronta entro il 2030 (dove abbiamo visto quell’anno prima??) Il intero progetto dovrebbe superare i 400 miliardi di dollari.

Dove sarà costruita la città deve ancora essere determinato, ma i pianificatori del progetto stanno guardando al deserto americano. Con stati come il Nevada che accolgono piani per città tecnocratiche come Telosa passando legislatura favorevole questa è una scelta ovvia.

sito web della città è pieno di parole d’ordine e slogan di marketing intesi a ritrarre il piano come volto al miglioramento dell’umanità. Ai potenziali residenti viene detto che possono aspettarsi una città che “stabilisca uno standard globale per la vita urbana, espanda il potenziale umano e diventi un progetto per le generazioni future”. Parole come “sostenibile”, “equo” e “inclusivo” sono sparse ovunque per buona misura.

Molti possono già vedere oltre l’elegante impiallacciatura del sito Web e i punti di discussione di marketing fluidi, chiamando l’idea per tale città a Las Vegas imbiancata, la cui creazione sembra impossibile o semplicemente in malafede. Mettere in ridicolo questa città pianificata è un ottimo inizio, ma cos’altro viene rivelato in questi piani se non vengono visti come il progetto per la città verde inclusiva del futuro, ma piuttosto come la tecnocratica schiavizzante Plannedopolis dei nostri incubi?

Non tratteremo ogni dettaglio, ma scorriamo il sito e diamo un’occhiata ad alcuni dei punti salienti.

A Telosa vivrai dove lavori e sei sempre connesso alla natura. Le donne nelle foto che mostrano questo stile di vita indossano entrambe cuffie per la realtà virtuale, a indicare che i dispositivi indossabili dell’Internet of Bodies (IoB) saranno la chiave per lavorare e connettersi in città. Il compromesso potrebbe essere il totale fine dell’autonomia corporea.

Con le auto a combustibili fossili vietate, l’unico modo per spostarsi saranno i veicoli autonomi. Nonostante la promessa di una governance aperta, equa e inclusiva, e se ci fosse una protesta pianificata al di fuori della “torre dell’equità” nel centro della città? Le auto e gli elicotteri autonomi porteranno ancora passeggeri alla protesta?

Gli urbanisti promettono che ogni studente avrà accesso ai migliori insegnanti e risorse. Tuttavia, gli studenti vengono mostrati mentre interagiscono con gli iPad piuttosto che con gli esseri umani. Si parla di “programmi completi di formazione e aggiornamento delle competenze” per continuare l’istruzione, ma la donna mostrata partecipando a tali programmi indossa ancora una volta un visore per la realtà virtuale. Questo suona molto più come il “paga per il successo” modello di istruzione in cui gli investitori modellano i curricula e i risultati di cui mette in guardia la ricercatrice Julianne Romanello piuttosto che un’istruzione classica destinata ad espandere la mente. E di certo non sembra esserci molta interazione da uomo a uomo a Telosa.

In che modo i pianificatori Telosa intendono affrontare i bisogni sanitari dei suoi cittadini? “Tutti i cittadini avranno accesso alle cliniche sanitarie locali, alle tecnologie sanitarie e all’educazione sul benessere e alle cure preventive per migliorare la qualità della vita”, affermano. L’immagine stock che hanno scelto di mostrare accanto a questa diapositiva è, ovviamente, un’app per smartphone che mostra il “Punteggio di salute” dell’utente. Si può solo supporre che ciò rientri in qualsiasi schema di passaporto per i vaccini venga implementato in città. Lo spettatore qui si chiede ancora una volta quanto della vita esista solo attraverso gli schermi e la realtà virtuale.

Persone di ogni reddito e provenienza avranno una selezione diversificata di alloggi tra cui scegliere. Le immagini che mostrano le opzioni abitative a Telosa vanno da magnifici grattacieli a sobborghi di cattivo gusto, fino a container. Non viene discusso come questo sia diverso dal mondo di oggi, dove i ricchi e i potenti vivono nell’opulenza rispetto alla maggior parte della società.

Una delle più grandi promesse fatte dai pianificatori di Telosa è la responsabilità del governo. Tutte le riunioni cittadine sono aperte e accessibili in modo che i cittadini possano partecipare facilmente ed efficacemente al processo decisionale e di budget. Ma cosa succede se in uno di questi incontri i residenti criticano questi decisori? Quelli al potere lo faranno? spegnerlo e andare via? Se il punteggio di salute di un residente è troppo basso, potrà partecipare?

La cura dell’ambiente è una priorità assoluta in Telosa. L’uso efficiente dell’acqua, l’energia rinnovabile e una rete elettrica flessibile fanno tutti parte del piano. La promessa di “metriche chiare e standard elevati per preservare le nostre risorse naturali e gli spazi aperti” viene fatta ai potenziali futuri residenti. Con gli urbanisti che controllano l’uso di tutte le risorse naturali, cosa impedisce loro di tagliare le risorse a qualsiasi cittadino che ritengono abbia mancato ai propri doveri civici? O chiudere gli spazi pubblici in caso di epidemia di un virus? Se l’acqua o un’altra risorsa scarseggia, verrà razionata e in caso affermativo a chi?

Queste e molte altre domande su come funzionerà effettivamente Telosa necessitano di risposte. Sono necessarie anche ulteriori indagini su Marc Lore e sui suoi contatti. Per ora, tuttavia, ne sappiamo abbastanza per vedere uno schema in cui il benefico miliardario sta cercando di entrare e salvare la situazione. Sappiamo che queste persone non hanno amore nei loro cuori per le masse. Perché dovremmo aspettarci qualcosa di diverso questa volta?

Leggi la storia completa qui …

Pubblicato su: https://it.technocracy.news/telosa-una-citt%C3%A0-tecnocratica-in-divenire/

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La Marcia Su Roma

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ERO A SAN GIOVANNI IERI E VI RACCONTO CHI C’ERA (VERAMENTE) IN PIAZZA

La censura o i maldestri tentativi dei media italiani sulle manifestazioni che hanno riempito le piazze di tutta l’Italia (non solo Roma e Milano, ma anche Genova e Trieste) nella giornata di ieri sono segnali.

Parlando diffusamente delle mobilitazioni per il clima di venerdì a Roma o di quella sempre nella giornata di ieri delle donne a Piazza del Popolo, si cerca di nascondere i fallimentari flop rispetto alle decine di migliaia (si parla di 100.000 a Roma a Piazza San Giovanni) di cittadini che hanno manifestato contro il green pass e contro il governo Draghi.

Derubricare a “quattro fascisti violenti e qualche folle no vax” il tutto però non è possibile più.

Quindi meglio la censura, è la libera informazione bellezza!

Sono stata a piazza San Giovanni.

Ho cercato di guardarmi intorno, di capire chi ci fosse davvero in piazza.

Intanto, devo dire che non si vedeva Piazza San Giovanni così piena, partecipata, dai tempi delle mobilitazioni sindacali del passato ormai remoto.

C’erano moltissime famiglie con i bambini, anziani e giovanissimi, lavoratori e studenti, docenti e operai.

C’erano anche i poliziotti.

Sparsi tra la folla con magliette verdi o blu per riconoscersi.

C’erano medici, insegnanti, dipendenti pubblici e privati, c’erano dirigenti ministeriali. C’erano moltissimi ex attivisti storici del Movimento 5 Stelle, c’erano parlamentari espulsi dal 5 stelle e oggi membri della componente L’Alternativa c’è in Parlamento.

C’erano moltissime associazioni, da quella nata dopo il “suicidio” di De Donno ai vari comitati per le cure domiciliari, c’erano i dipendenti di Alitalia, che ieri hanno bloccato Fiumicino.

Non era una piazza “di destra”, anzi, dal palco sono state lanciate molte frecciate contro Salvini.

Una piazza che ha iniziato cantando canzoni antifasciste di resistenza e ha concluso con El Pueblo Unido cantato a squarciagola, mentre partiva un lunghissimo applauso in onore e ricordo di De Donno.

Le parole chiave sono state Resistenza, Costituzione, Stato di diritto, Lavoro, Dignità.

Dal palco si sono succeduti interventi di medici, economisti, imprenditori, docenti universitari.

Ha parlato anche la vicequestore di Roma, la dottoressa Nunzia Alessandra Schilirò, affermando che il compito delle forze dell’ordine è difendere la Costituzione su cui ha giurato e questo faranno, a qualsiasi costo.

Insomma, non c’è trippa per gatti.

Impossibile strumentalizzare un segnale così chiaro e forte.

Una massa di cittadini che si sono autoconvocati nello stesso giorno in tutta Italia, hanno isolato le provocazioni, per manifestazione pacificamente il proprio dissenso sulle norme imposte da questo indefinibile assembramento di governo che ha esaurotato la democrazia parlamentare e va avanti a colpi di fiducia e propaganda mediatica.

Quindi, meglio censurare e tacere.

Qualsiasi politico che onori il proprio ruolo rappresentativo o di governo dovrebbe almeno porsi qualche domanda.

Se non lo fa si può presupporre che il consenso non lo interessi affatto, che considera la democrazia già un retaggio del passato.

AGATA IOCONA

FONTE https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-ero_a_san_giovanni_ieri_e_vi_racconto_chi_cera_veramente_in_piazza/39130_43204/

FOTODOCUMENTAZIONE https://comedonchisciotte.org/la-grande-manifestazione-del-25-settembre-a-roma/

LE NOTIZIE FALSE E LA MACCHINA DEL FANGO SULLA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA SAN GIOVANNI

Pubblicato su: https://www.nogeoingegneria.com/

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Non aspettiamoci alcuna pietà da chi tenta di condizionarci – esseri inferiori non osate a chiedere libertà

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Non aspettiamoci nessuna pietà dai signori del neototalitarismo. Non sono più uomini

Alessandro Gnocchi

Dopo secoli di pressapochismo, trasformismo, inaffidabilità, maramaldismo & affini, improvvisamente gli italiani sono divenuti un modello planetario di efficienza, disciplina e ossequio a leggi, codici e codicilli. Il vecchio paese di impostori abituato a cominciare piccole scaramucce e conflitti mondiali a fianco dell’alleato e a finirle sotto braccio del nemico, pare trasformato in custode di lealtà, ordine, disciplina ed efficienza. Tutto merito della chiamata alle armi contro quel terribile nemico che sarebbe il covid. Nel Bel Paese non si è mai sentito parlare tanto seriamente di guerra come ora che la guerra non c’è. 

Ognuno sta al suo posto con il suo bravo elmetto in testa. Il capo del governo legifera in proprio e senza intralci come neanche poteva fare il povero Mussolini, l’esecutivo ratifica senza por tempo in mezzo e senza alzare un sopracciglio, il parlamento approva e conferma con maggiore solerzia della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, la cosiddetta opposizione si oppone agli oppositori, gli apparati di sicurezza pubblica e occulta vigilano e reprimono con rara efficacia, scuola e informazione sono compatte nel formare i cittadini di ogni censo ed età e nell’additare al pubblico ludibrio i mostri dissenzienti, la sanità inocula dosi e dosi di pozione dell’immortalità ed espelle i renitenti alla leva vaccinale, il sindacato tutela i lavoratori arrivando a chiedere l’obbligo di farsi iniettare un farmaco sperimentale così più nessuno sarà discriminato.

A corredo, dal coro si elevano gli acuti di chi invoca le cannonate del prode Bava Beccaris contro i cosiddetti “no vax”, di chi spiega che il green pass è un giusto strumento di ansia e terrore, di chi ammonisce che l’invito a non vaccinarsi è un invito a morire, di chi gongola all’idea di intubare un “no vax” per farlo soffrire come merita, di chi propone che i maledetti recalcitranti al vaccino paghino di tasca propria le cure… E in sottofondo, tra i felici sostenitori del nuovo totalitarismo, cresce in perfetta progressione geometrica l’odio nei confronti di quegli esseri inferiori che osano chiedere libertà quando ci si trova in una guerra tremenda, drammatica, epocale. Insomma, l’Italia è divenuta una nazione perfetta in cui non c’è spazio per la pietà. 

E così un’onorata e secolare storia di cialtroneria è stata buttata nel cesso senza neanche un moto d’orgoglio. Ma c’è una spiegazione: questi mostri di efficienza divenuti perfetti ideatori ed esecutori di ordini palesemente privi di ragione non sono più italiani perché, a ben vedere, non sono più uomini. Non sono io a scoprirlo, mi faccio solo portavoce di quanto C.S, Lewis aveva scritto già negli Anni Quaranta del secolo scorso in un breve scritto che si intitola L’abolizione dell’uomo. Per parte mia, mi limito a osservare che se un vaccinato teme di essere contagiato da un non vaccinato anche dopo lunghe assunzioni di elisir di lunga vita, evidentemente qualcosa non funziona più nella sua testa. E non solo: difetta in umanità.

Prima o poi ci si doveva arrivare perché era tutto già scritto da quando l’Uomo ha lanciato la sua empia sfida alla Natura per conquistarla e assoggettarla. Le maiuscole sono di Lewis e volentieri, come quelle che seguiranno, le rispetto poiché rendono con più precisione l’idea di quanto è accaduto una volta innescato l’infernale processo. E, soprattutto, aiutano a smascherare il grande inganno di cui, da secoli, è preda la gran fetta di umanità dedita al alle magnifiche sorti.

Contrariamente a quando suggerisce la narrazione dei conquistatori progressivi, ogni loro singolo successo non ha esteso il potere sulla natura a un numero sempre maggiore di uomini, ma lo ha concentrato nelle mani bramose si un’élite sempre più piccola. Utilizzando l’esempio dell’aeroplano, della radio e dei contraccettivi, Lewis spiega: “Tutte o una sola delle tre cose che ho citato possono essere sottratte ad alcuni uomini da altri uomini: da coloro che vendono, o da coloro che permettono la vendita, o da coloro che dispongono delle fonti di produzione. O da coloro che fabbricano le merci. Ciò che chiamiamo potere dell’Uomo è, in realtà, un potere che alcuni uomini hanno e di cui possono servirsi. (…) per quanto riguarda i contraccettivi, esiste un paradosso negativo per cui tutte le possibili generazioni future sono dipendenti o soggetti di un potere detenuto da chi al presente è già vivo. Per mezzo della semplice contraccezione, viene loro negata l’esistenza; per mezzo della contraccezione intesa come strumento di riproduzione selettiva, sono costrette a essere, senza che vengano chiamate a pronunciarsi, ciò che un’altra generazione, per ragioni sue proprie, può scegliere di essere”.

Risulta evidente, a questo punto, che il potere dell’Uomo sulla Natura si rivela come il potere di alcuni uomini su altri uomini esercitato attraverso la Natura intesa come strumento. Ne consegue che la chimera dei progressivi di ogni ordine e grado secondo cui i mezzi tecnologici sarebbero buoni in sé mentre gli effetti del loro impiego dipenderebbero dalle intenzioni di chi li maneggia cade miseramente. Lewis dedica al tramonto di tale luogo comune, sposato anche dai cristiani più imbecilli che io abbia mai conosciuto, solo tre inesorabili righe. 

Archiviato questo aspetto della sua analisi, lo studioso inglese inserisce nell’argomentazione il concetto di Tempo come dimensione fondamentale per conoscere la Natura. Rappresenta così il progressivo potere dell’Uomo sul mondo naturale considerando la specie umana nell’arco di tempo che va dalla sua comparsa alla sua estinzione. “Ogni generazione” dice “esercita potere sui propri successori: e ognuna, in quanto modifica l’ambiente trasmessole e si ribella contro la tradizione, resiste e pone limiti al potere dei propri predecessori. Ciò altera il quadro che a volte ci si raffigura di un progressivo controllo dei processi naturali come corrispondenti a un continuo aumento del potere umano. (…) La conquista della Natura da parte dell’Uomo, se i sogni di alcuni pianificatori scientifici dovessero realizzarsi, corrisponderebbe al dominio di poche centinaia di uomini su miliardi altri uomini”.

Così, nonostante la celebrazione retorica del crescente potere ereditato sulla Natura di generazione in generazione, l’Uomo sarà invece sempre più soggetto all’ipoteca di quelli che Lewis chiama i grandi Pianificatori e Condizionatori: “In ogni vittoria, oltre a essere il generale in trionfo, l’Uomo è anche il prigioniero che segue il carro trionfale”. E con il progredire dei mezzi di conquista progredirà anche la pervasività totalitaria delle élite che pianificano e condizionano le vite degli altri: “Ma i plasmatori d’uomini della nuova epoca saranno armati dei poteri di uno stato omnicompetente e di una irresistibile tecnica scientifica: avremo infine una razza di Condizionatori che potranno davvero modellare la posterità nelle forme che vogliono”.

Qui sta il cardine della questione. Fino a quando l’Uomo non si invaghì del sogno di conquistare la Natura, modellava se stesso e le generazioni future secondo gli eterni valori e princìpi, che Lewis per comodità chiama Tao, di una visione comune a una umanità ancora umana. Ma ormai non è più così: i valori sono oggi puri fenomeni artificiali e il Tao è un artefatto che nulla ha più a che fare con gli insegnamenti tradizionali. I Condizionatori si sono emancipati da tutto ciò e il Tao è ormai solo solo una parte della Natura, il suo cuore, finalmente sotto il potere dell’Uomo. “Essi sanno come produrre coscienza e che genere di coscienza produrre. (…) I Condizionatori devono scegliere che genere di Tao artificiale produrre, per ragioni loro proprie, nella specie umana”.

Ma, e qui sta lo scacco dei padroni della Natura, non potranno farlo dichiarando di utilizzare i concetti di Bene di Male, anche svuotati dai loro naturali e perenni contenuti. Se lo facessero, dichiarerebbero contemporaneamente che la Natura, portatrice di tali concetti, avrebbe vinto. Eppure i Condizionatori agiranno e lo faranno attraverso il solo criterio che si trova al di là del Bene e del Male, l’emotività: “Quando tutto ciò che mi spinge a dire ‘è buono’ è stato ridimensionato non rimane altro che ciò che mi spinge a dire ‘voglio’. (…) I Condizionatori, quindi dovranno essere motivati dal loro stesso piacere. (…) Il mio punto di vista è che coloro che si pongono al di fuori di ogni giudizio di valore non hanno basi su cui preferire uno dei loro impulsi a un altro, tranne la forza emotiva di quello stesso impulso”.

Così, con l’eliminazione dell’ultimo baluardo insito nella Natura, si giunge all’epilogo: “La conquista finale dell’Uomo si è rivelata come l’abolizione dell’Uomo”. Esito ultimo dell’opera di esseri che Lewis non intende neppure giudicare buoni o cattivi: “(…) io non sto supponendo che siano cattivi. Piuttosto, non sono affatto uomini (nel vecchio senso). Sono, se volete, uomini che hanno sacrificato la loro parte di umanità tradizionale per dedicarsi al compito di decidere quale senso attribuire per il futuro alla parola ‘Umanità’. (…) Non è che essi siano cattivi uomini. Non sono affatto uomini”.

Non sono uomini e dunque non hanno alcuna pietà, non ne possono provare, per chi invece continua a esserlo. Secondo Lewis, possiamo solo sperare “che tra gli impulsi sorti in menti così svuotate di ogni motivo razionale o spirituale, alcuni saranno benevoli. Dal canto mio, dubito fortemente che gli impulsi benevoli, spogli di ogni preferenza o incoraggiamento che il Tao c’insegna a dar loro, e lasciati alla loro forza e frequenza puramente naturali come fenomeni psicologici, abbiano molta influenza”. Ma c’è di più secondo lo scrittore inglese: “Sono incline a pensare che i Condizionatori odieranno i condizionati. Per quanto considerino un’illusione la coscienza artificiale che producono in noi loro soggetti, si renderanno tuttavia conto di come essa crei in noi un illusorio senso della vita che si scontra favorevolmente con la futilità della loro: e ci invidieranno come gli eunuchi invidiano gli uomini”.

Ottant’anni dopo l’analisi di Lewis, penso che quest’ultima osservazione debba essere indotta germogliare. Chiunque sappia custodire l’ordine innato nella natura umana ha tutte le chiavi per scoprire che, al fondo dell’aggressiva epifania di un ordinamento artificiale, c’è sempre il disordine. E una tale scoperta, presto o tardi, provoca una salubre e santa reazione, uno stimolo spirituale alla venerazione dell’ordine capace di suscitare qualcosa più di “un illusorio senso della vita”. Lo dimostrano i racconti esemplari di chi ha saputo resistere al totalitarismo comunista e ora resiste a quello finanziario e tecnocapitalista, una sorta di detti dei padri del deserto sul perpetuarsi di un “concreto senso della vita” là dove sembrava tutto bruciato. Per alimentare questa pianticella, oggi come sempre, bisogna praticare le virtù, la via su cui gli esseri umani finiscono fatalmente per riscoprirsi immagine di Dio e rifiutare il baratto di tale somiglianza con l’orribile calco di un uomo non più umano.

In questi mesi, durante le manifestazioni contro il green pass, nelle discussioni ossessive e ossessionanti sul neototalitarismo, nella lettura e nell’ascolto di sfoghi e testimonianze, mi ha colpito il fatto che le persone più diverse dicessero di voler salvare la fiamma divina che c’è nell’uomo. In qualche modo parlavano e parlano tutte di quello che Lewis ha chiamato il Tao e hanno compreso che questa fiamma, per quanto soffocata dal potere dei Condizionatori, è la colonna e il fondamento per chiunque non voglia abdicare alla propria umanità. 

Per questo siamo chiamati a essere virtuosi e a far lega con altri che intendano esserlo: per sostenerci in un compito non facile, ma sicuramente non impossibile anche se passerà attraverso cadute, cedimenti e riprese di quota. Tra le molte definizioni di virtù, mi pare che qui sia particolarmente pertinente una molto breve di Isacco di Ninive: “La virtù non consiste nelle molte e varie azioni manifeste del corpo, ma in un cuore reso sapiente dalla propria speranza, che unisce alle opere un retto fine”.

Per resistere all’inedito attacco all’Uomo attualmente in corso, a noi tocca dunque di essere virtuosi. Ma non aspettiamoci alcuna pietà da chi tenta di condizionarci: non sono più uomini, sono draghi.

Fonte: https://www.ricognizioni.it/

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14 milioni di dollari per finanziare un progetto controverso nel 2018

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WUHAN, ECCO I PIANI PER RILASCIARE C-O-R-O-N-A-V-I-R-U-S POTENZIATI NELL’ARIA E … Quando la scorsa primavera è scoppiato il C-o-v-i-d-1-9 in Lombardia, sono state prese in considerazione possibili cause atmosferiche, visto il grave inquinamento dell’aria. Ora è apparso un articolo che ricorda alcuni studi in questa direzione, cioè la possibile diffusione del v-i-r-u-s attraverso la ricaduta atmosferica di nanoparticelle.

Queste considerazioni ovviamente vanno oltre le informazioni che seguono e non vogliono insinuare nulla, ma semplicemente ricordare alcune ricerche fatte.

E’ certa la presenza del c-o-r-o-n-a-v-i-ru-s nel particolato atmosferico…  E’ quanto emergeva da una ricerca condotta dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) con le università di Trieste, Bari, Bologna e l’Ateneo di Napoli “Federico II”. “Possiamo confermare di aver dimostrato la presenza di RNA virale del S-a-r-s-C-o-V-2 sul particolato atmosferico rilevando la presenza di geni specifici, utilizzati come marcatori molecolari del v-i-r-u-s, in due analisi genetiche parallele”...Questa importante evidenza seguiva un Position Paper pubblicato dalla stessa SIMA sulla “Valutazione della potenziale relazione tra l’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione dell’epidemia da C-o-v-i-d-1-9” (qui lo studio).

Ma veniamo ora a queste ultime notizie.

Wuhan, ecco i piani per rilasciare c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s potenziati nell’aria e infettare i pipistrelli.

Ulderico de Laurentiis

Gli scienziati di Wuhan stavano progettando di rilasciare c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s potenziati, trasportati dall’aria, nelle popolazioni di pipistrelli cinesi per inocularli contro le malattie che potrebbero saltare agli esseri umani, come le proposte di sovvenzione trapelate (che risalgono al 2018) mostrano.

Lo scrive la giornalista scientifica Sarah Knapton in un articolo – inchiesta pubblicato poche ore fa dal The Telegraph, autorevole quotidiano britannico.

I “leaks”, documenti trapelati a cui fa riferimento la Knpaton rivelano che i ricercatori hanno richiesto 14 milioni di dollari per finanziare un progetto controverso nel 2018.

Solo 18 mesi prima che apparissero i primi casi di C-o-v-i-d-1-9, i ricercatori avevano presentato piani per rilasciare nanoparticelle che penetrano la pelle contenenti “nuove proteine spike chimeriche” dei c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s di pipistrello nei pipistrelli delle grotte nello Yunnan, in Cina.

Hanno anche pianificato di creare v-i-r-u-s chimerici, geneticamente migliorati per infettare più facilmente gli esseri umani, e hanno richiesto 14 milioni di dollari alla Defense Advanced Research Projects Agency (Darpa, un’agenzia governativa del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.) per finanziare il lavoro.

I documenti riservati e la richiesta di finanziamento per la ricerca sul v-i-r-u-s potenziato
I documenti sono stati rilasciati da Drastic, il team di investigazione web istituito da scienziati di tutto il mondo per indagare sulle origini del C-o-v-i-d-1-9.

La documentazione trapelata mostra che ricercatori cinesi e americani speravano di introdurre “siti di scissione specifici per l’uomo” nei c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s di pipistrello che avrebbero reso più facile per il v-i-r-u-s entrare nelle cellule umane.

Quando il C-o-v-i-d-1-9 fu sequenziato geneticamente per la prima volta, gli scienziati erano perplessi su come il v-i-r-u-s avesse evoluto un tale adattamento specifico per l’uomo nel sito di scissione della proteina spike, che è la ragione per cui è così infettivo.

I documenti consultati dal Telegraph chiamano in causa anche Peter Daszak di EcoHealth Alliance, l’organizzazione con sede negli Stati Uniti, che ha lavorato a stretto contatto con l’Istituto di virologia di Wuhan (WIV) nella ricerca dei c-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s dei pipistrelli. Peter Daszak con Anthony Fauci
I membri del team comprendevano la dottoressa Shi Zhengli, ricercatrice del Wuhan Institute of Virology soprannominata “donna pipistrello”, così come i ricercatori statunitensi dell’Università del North Carolina e il Centro nazionale di salute della fauna selvatica dell’United States Geological Survey.

La Darpa, secondo quanto viene riferito, ha rifiutato di finanziare il lavoro, dicendo: “È chiaro che il progetto proposto e guidato da Peter Daszak avrebbe potuto mettere a rischio le comunità locali”, e ha avvertito che il team non aveva adeguatamente considerato i pericoli del potenziamento del v-i-r-u-s (ricerca sul guadagno di funzione) o del rilascio di un vaccino per via aerea.

I documenti di richiesta della sovvenzione infatti mostrano che il team aveva anche alcune intenzioni circa un programma di vaccinazione e ha detto che avrebbe “condotto una divulgazione educativa … in modo che ci sia una comprensione pubblica di ciò che stiamo facendo e perché lo stiamo facendo, in particolare a causa della pratica del consumo di pipistrelli nella regione”.

Il ricercatore OMS: spaventoso che stavano creando v-i-r-u-s MERS chimerici
Secondo una fonte anonima del quotidiano britannico, un ricercatore C-o-v-i-d-1-9 dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), “era allarmante che la proposta di sovvenzione includesse piani per migliorare la malattia più mortale della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers).”

“La parte spaventosa è che stavano facendo v-i-r-u-s Mers chimerici”, ha detto la fonte. “Questi v-i-r-u-s hanno un tasso di mortalità superiore al 30 per cento, che è almeno un ordine di grandezza più mortale della S-a-r-s-C-o-V-2.

“Se uno dei loro sostituti recettori facesse diffondere Mers in modo simile, pur mantenendo la sua letalità, questa pandemia sarebbe quasi apocalittica”.

Angus Dalgleish, professore di oncologia a St Georges, Università di Londra, che ha lottato per far pubblicare il lavoro che mostra che il Wuhan Institute of Virology (WIV) aveva svolto un lavoro di “guadagno di funzione” per anni prima della pandemia, ha detto che la ricerca potrebbe essere andata avanti anche senza il finanziamento.

“Questo è chiaramente un guadagno di funzione, ingegnerizzando il sito di scissione e lucidando i nuovi v-i-r-u-s per migliorare l’infettività delle cellule umane in più di una linea cellulare”, ha detto.

Daszak era anche dietro una lettera pubblicata su The Lancet l’anno scorso che ha effettivamente chiuso il dibattito scientifico sulle origini del C-o-v-i-d-1-9.

EcoHealth Alliance e l’Istituto di virologia di Wuhan sono stati contattati dal Telegraph per un commento. Vi terremo aggiornati su tutti i risvolti della vicenda.

FONTE The Telegraph 

FONTE

WUHAN-GATES – 7. DOSSIER BIO-ARMI USA. I SEGRETI DEI 28 LABORATORI DI PENTAGONO E FAUCI: TEST PERICOLOSI SUI CORONAV-I-R-U-S

Pubblicato sul sito web: https://www.nogeoingegneria.com/news/wuhan-ecco-i-piani-per-rilasciare-coronav-i-r-u-s-potenziati-nellaria-e/

®wld

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