Un piacevole racconto sugl’Anunnaki (gli antichi dei scesi dal cielo) e le loro corrispondenze tra storia sumera e biblica.
buona lettura:
Zacharia Sitchin, sulla base delle tavolette sumeriche Enuma Elisch, Oxford,
Ashmolean Museum, docente universitario ed esperto di lingue semitiche,
sostiene ormai da anni che alcune tavolette sumere descrivono la storia
di una antica colonizzazione della Terra ad opera di visitatori
extraterrestri chiamati Nephilim.
450000 Su Nibiru,
un membro lontano del nostro sistema solare, la vita va lentamente
estinguendosi a causa dell’erosione dell’atmosfera del pianeta. Deposto
da Anu, il sovrano Alalu fugge a bordo di una navetta spaziale e trova
rifugio sulla Terra. Qui scopre che sulla Terra si trova l’oro, che si
può utilizzare per proteggere l’atmosfera di Nibiru.
445000
Guidati da Enki, figlio di Anu, gli Annunaki (gli alieni del pianeta
Nibiru, i biblici “nefelim” che Sitchin chiama col loro nome sumerico,
probabilmente discendenti dai Pleiadiani di Meier NDR) arrivano sulla
Terra, fondano Eridu – la Stazione Terra I – per estrarre l’oro dalle
acque del Golfo Persico.
430000 Il clima della
Terra si fa più mite. Altri Annunaki arrivano sulla Terra, e tra loro
Ninharsag, sorellastra di Enki e capo ufficiale medico.
416000
Poiché la produzione d’oro scarseggia, Anu arriva sulla Terra con
Enlil, il suo erede. Viene deciso di estrarre l’oro vitale attraverso
scavi minerari nell’Africa meridionale. Le nomine avvengono per
estrazione: Enlil conquista il comando della missione sulla Terra, Enki
viene relegato in Africa.
Gli abitanti di Nibiru erano, guarda caso,
divisi in due categorie: gli spirituali (ma dispotici) Nephilim,
probabilmente biondi e gli Annunaki “dai capelli scuri”, a cui
toccavano i lavori più ingrati, nella fattispecie scendere sulla Terra
ed estrarre dei minerali preziosi necessari alla loro tecnologia. A
capo della spedizione sulla Terra vi è il dio Enki (chiamato anche Ea),
mentre sul pianeta Nibiru regnava il “dio del cielo” Enlil. Dopo un po’
gli Annunaki, stanchi dei lavori massacranti, si ribellano, dando luogo
ad un’autentica battaglia con i Nephilim.
Dopo un lunghissimo tempo gli Annunaki, stanchi di continuare il
pesante e gravoso incarico, decisero di elaborare una soluzione
alternativa e grazie alle loro avanzate conoscenze scientifiche,
300.000 anni fa effettuarono un esperimento. Al fine di creare una
razza di lavoratori, decisero di manipolare geneticamente, innestandovi
il proprio DNA, una specie di ominidi allora presenti in quell’area.
Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la sposa di Enki:
Ninhursag (chiamata significativamente la “Dea Madre” o la “Signora che
dà la vita”) che ritirandosi nella camera delle creazioni dopo vari
tentativi mostrò tra le sue mani la nuova creatura; era stato generato
l’Homo Sapiens. Sia come sia, alla fine l’ingegneria genetica
Nephilim/Annunaki ebbe successo e nacque Adamo. O meglio “Adam”, una
creatura ermafrodita che poi verrà scissa in maschio e femmina. Le sue
fattezze sono perfette, inequivocabilmente umane. E i “Servi del
Signore” iniziano la loro vita di duro lavoro nelle miniere e anche
altrove. Tutti sono soddisfatti, Nephilim e Annunaki. Gli uomini un po’
meno. Enki, non più vincolato al suo compito di “capo cantiere
minerario” inizia a dedicarsi allo sfruttamento delle risorse ittiche e
in breve i Sumeri, invece che come divinità sotterranea e delle
ricchezze nascoste, lo idolatrano quale dio del Mare.
Al principio
questo “novello schiavo” venne utilizzato nella “terra delle miniere”
(in Africa), ma ben presto si richiese la sua presenza anche a Sumer.
L’uomo, creato in serie dagli Annunaki, come tutti gli ibridi, non era
in grado di procreare fino a quando, ad un certo punto della storia,
Enki decise di dargli questa opportunità senza l’approvazione dei suoi
superiori, suscitando notevole scalpore. In questo sigillo viene
rappresentata l’epica della creazione dell’uomo secondo la mitologia
sumera. Trascorsero gli anni e avvenne, come recita la Bibbia: “Che i
figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e presero per mogli
quelle che piacquero loro più di tutte”. Enlil non apprezzò tale
iniziativa e decise di sfruttare un evento di sua conoscenza per
eliminare l’umanità.
Il Diluvio e la rinascita della civiltà
Gli
Annunaki sapevano che, entro un breve periodo, sulla Terra si sarebbe
verificata un’immane ed inevitabile catastrofe (avvenuta all’incirca
13.000 anni fa). Tale cataclisma sarebbe stato provocato dalla notevole
forza gravitazionale esercitata dalla vicinanza di Nibiru alla Terra.
Senza avvertire l’uomo, gli Dei partirono sulle loro navicelle e
tornarono solo quando la furia degli elementi si placò. Ma Enki, da
sempre simpatizzante dell’umanità, contravvenne alla decisione
progettando di salvarla attraverso una “famiglia prescelta” ed
informando del pericolo un uomo, ricordato nella Bibbia con il nome di
Noé. La divinità decise di fornire le informazioni necessarie alla
costruzione di “un’arca” dove venissero preservate le specie terrestri
dall’imminente disastro. In seguito, quando le navicelle si posarono
sul monte Ararat, grande fu la sorpresa di Enlil nel constatare che
alcuni uomini erano sopravvissuti all’immane evento.
A quel
punto, per intercessione di Enki, l’umanità fu finalmente accettata in
pieno e gli Dei aprirono la Terra all’uomo. Poiché il diluvio aveva
spazzato via le città, fu deciso di dare la possibilità ai terrestri di
ricostruire una civiltà stabilendosi in tre zone: nella Valle del Nilo,
nella bassa Mesopotamia e nella Valle dell’Indo. Una quarta area,
definita sacra (termine che originariamente significava “dedicata,
riservata”) e alla quale l’uomo non poteva avvicinarsi senza
autorizzazione, fu lasciata agli dei. Questa regione si chiamava Tilmun
(”il luogo dei missili”) e, come la traduzione letterale indica
chiaramente, costituiva la nuova base spaziale, dopo che la precedente
era stata cancellata dal diluvio. Numerose leggende narrano gli sforzi
incessanti di alcuni valorosi per giungervi e trovare “l’albero della
vita”, capace di renderli immortali. Simili testimonianze costituiscono
la nutrita documentazione tramandataci dai Sumeri.
Gli studiosi
ipotizzano che, se anche non fosse un pianeta, Nibiru comunque potrebbe
essere una nana bruna: una stella più piccola del Sole, incapace di
emettere luce e collassata su se stessa dopo aver esaurito l’energia
contenuta nel proprio nucleo. Ma, a parte quel poco che gli astronomi
possono dirci su Nibiru, possiamo ancora una volta ricavare delle
preziose notizie a riguardo dalle suddette tavole sumere, sforzandoci
però di interpretarne i dati obiettivamente e non considerarle semplici
miti. Nibiru, ci svelano i Sumeri, avrebbe una perfetta orbita
ellittica che lo fa entrare ed uscire dal nostro sistema solare ogni
3.600 anni. Può quindi venire considerato, a buon diritto, appartenente
al nostro sistema solare, sebbene risulti invisibile per lungo tempo.
Orbiterebbe tra due soli (il nostro ed uno esterno) che ne
costituirebbero i perigei. Quando Nibiru passa vicino al nostro
pianeta, porterebbe degli scompensi tellurici,vista la sua alta potenza
gravitazionale.
Tale affermazione non vuole essere allarmistica,
tanto più che bisogna considerare la posizione della Terra durante
questi passaggi: più si è vicini e più la possibilità di sommovimenti
naturali si accentua. I Sumeri ci insegnano che il famoso Diluvio
sarebbe stato provocato dall’approssimarsi di Nibiru alla Terra e che
la nascita di tutte le grandi civiltà è sempre stata scandita dal
metronomico lasso di tempo dei fatidici 3.600 anni. Questa osservazione
risulta particolarmente interessante se notiamo che tutti i popoli
antichi avrebbero appreso i fondamenti della loro cultura da “divinità
celesti”. Andrea Carusi, ricercatore dell’Istituto di Astrofisica
Spaziale del CNR, sostiene che l’orbita retrograda del pianeta X ci
invita a comprendere che esso non può essere stato generato con il
Sole. Quindi, Nibiru dev’essere stato “catturato” nel nostro sistema
solare in un secondo tempo. E, guarda caso, questo è proprio quanto
sostengono i “miti” sumeri! Ma, chi fornì alla fiorente civiltà sumera
dei dati astronomici così minuziosi da risultare ancora oggi esatti? La
risposta, secondo Sitchin, è stata e sarà sempre la stessa: gli Dei o
meglio, gli Annunaki. Fin qui le ipotesi argomentate da reperti
antichi, ma una domanda giunge spontanea :
Se veramente esistessero
delle civiltà aliene più progredite, sotto il profilo tecnologico,
rispetto a quella terrestre, queste avrebbero già invaso il pianeta”.
Siamo così sicuri che per conquistare un pianeta sia necessaria
un’invasione?
Non è forse più efficace un piano di lenta, ma
pervasiva infiltrazione, rispetto ad una guerra guerreggiata? Come un
virus attacca un organismo, insediandosi nella cellula ospite. Una
tattica del genere si rivelerebbe molto più efficiente, perché il
nemico sarebbe soggiogato con calma, in modo pressoché impercettibile,
reso inoffensivo, quasi senza colpo ferire.
Penso che gli Annunaki
od i loro discendenti dominino la Terra da tempo immemorabile, ma non
tanto con le armi della coercizione quanto con l’astuzia. Una delle più
scaltre invenzioni escogitate dagli Arconti fu la religione, intesa
come culto dogmatico e narcotico per lo spirito, come instrumentum
regni. Che poi tale religione coincida con l’adorazione di “dèi”
assetati di sangue animale ed umano, come molti idoli medio-orientali o
che, con un po’ di maquillage, sia stata resa un briciolo più degna ed
appetibile e diffusa col nome di Ebraismo, “Cristianesimo”, Islam etc.
poco importa. Sono sempre sistemi dottrinari assurdi e, in gran parte,
falsi, ma di grandissima presa sulle masse ora blandite con la promessa
di un paradiso ultraterreno, ora spaventate e controllate con la
minaccia dell’inferno.E’ evidente che, per assoggettare l’umanità, non
occorrono né un conflitto né un’imposizione violenta, essendo molto più
utile la manipolazione delle coscienze. In questo modo si evitano le
ribellioni e, anzi, si ottiene il consenso ed il sostegno degli schiavi
che non sanno di esserlo.
Fin qui le ipotesi, secondo Tesla, sulla
Terra vivono da millenni creature di un altro pianeta; infiltrate tra
noi, controllerebbero eventi e persone per guidare secondo un piano
preciso l’”evoluzione” dell’umanità. Si tratterebbe dei creatori della
prima razza umana sul nostro pianeta. Lo scienziato serbo si convinse
di ciò quando nel 1899, come rivelano i suoi diari, si trovava a
Colorado Springs. Qui intercettò casualmente diverse comunicazioni di
esseri extraterrestri che starebbero controllando di nascosto il genere
umano, preparandolo molto lentamente ad un’eventuale dominazione,
mediante un programma in atto.
L’Oro degli Annunaki
Tutto inizia
con la ricerca dell’Oro per schermare le protezioni atmosferiche del
loro pianeta. Ma, una volta sulla Terra se ne innamorarono e crearono
gli schiavi per i loro interessi . Anzi, una volta creati gli schiavi
“Che i figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e le presero per
mogli”.
Gli Anunnaki: questi sono definiti dai Sumeri,
abitanti del pianeta Nibiru ovvero il dodicesimo componente del nostro
sistema stellare il cui periodo di rotazione intorno al Sole è di 3600
anni indicato come uno Shar il cui significato è anno. –
Orbene,
se uno Shar equivale ad un anno e se paragoniamo la nostra vita a
quella degli Anunnaki, questi, per i popoli della Terra figurano come
Immortali e, pertanto divinizzati dagli uomini di quel lontano tempo
dove si aveva, come oggi, la certezza che il Vivere di un mortale
significa, con matematica certezza, morire.
Non sappiamo quale possa
essere stata la durata della vita degli Anunnaki, ma se interpretiamo
le Sacre Scritture (la Torah) secondo questi concetti, molte cose
possono cambiare circa la valutazione degli avvenimenti pre Diluvio
come anche le manifestazioni megalitiche che troviamo disseminate sul
nostro pianeta e tutte riferite agli equinozi e solstizi, come anche la
successione di eventi che definiamo occasionali come miracoli (esclusi
dalle Sacre Scritture) che però si verificano, strani personaggi,
strani conflitti e tanti altri fenomeni che risultano fuori della
logica corrente.
Dalle Sacre Scritture apprendiamo anche che, a
seguito dell’unione degli esseri diversi con le femmine della Terra che
diede origine ai Giganti (nuova razza di dimensioni superiori a quelle
degli uomini dell’epoca), il Signore Creatore limitò la durata della
vita a 120 anni.
Risulterebbe ben chiaro che questa limitazione è
indicizzata a coloro che visitarono questa terra e non agli uomini
terrestri che già erano di per se stessi limitati.
I versetti in
questione, per questa ragione trovano una loro giustifica solo se si
riferiscono proprio a queste presenze estranee alla Terra e, pertanto,
i 120 anni, per noi significherebbero 3600×120 nostri anni lunari,
tempo di vita massimo per gli Anunnaki post diluvio, ma che per noi
sono equivalenti ad una eternità. –
Su questa base è possibile
elaborare un principio di lavoro che terrebbe conto di un evento dubbio
e molto discusso che riguarda la visita dei Magi descritti dal Vangelo
di S. Matteo dove si parla di una stella che guidò costoro fino alla
stalla dove era nato il Re dei Re.-
Sempre dalle Sacre Scritture (la
Torah) si parla di “Figli di Dio” (la definizione Angeli è puramente
arbitraria) che si unirono, ma una più corretta traduzione
dall’Aramaico dovrebbe corrispondere a “Buona Compatibilità”, con le
figlie degli uomini dando origine a nuove generazioni (uomini che
sarebbero stati potenti sulla terra) ed a Giganti. -/span>
Orbene
se quanto ipotizzato in precedenza dovesse avvicinarsi ad una remota
realtà, si giustificherebbero le costruzioni megalitiche senza alcuna
iscrizione o incisioni rupestri perché questi esseri come anche i padri
Anunnaki non avrebbero avuto bisogno di comunicare nel modo a noi noto
in quanto il loro periodo vitale, riferito al nostro, non sarebbe
servito sicuramente per una comunicazione distante nel tempo, perché
ciò che per noi è un secolo o più, per questi esseri sarebbe stato
solamente una frazione di ora; quindi, esisteva una condizione di
mancanza di necessità di trasmettere nel tempo. –
Dei Giganti vi
sono prove tangibili anche se i ritrovamenti europei (Europa
settentrionale) non risultano ufficializzati mentre per alcuni
ritrovamenti americani vi sono notizie in merito.
Questi esseri,
per la durata della vita ipotizzata in precedenza e che riteniamo
ancora come base di lavoro, avrebbero avuto la possibilità di
conoscenze che per noi sono quasi impossibili da immaginare, ma che,
sicuramente avranno impressionato i nostri antenati tanto da
riconoscere in loro divinità specie poi se non potevano constatarne la
morte in conseguenza della forte differenza di tempo vivibile. –
Come
si è ipotizzato in precedenza, dall’unione di Anunnaki e femmine umane,
oltre ai Giganti si sarebbero originati altri esseri (Ibridi) più
simili agli uomini con una durata della vita che, di generazione in
generazione, sarebbe rientrata nei limiti della vita terrena tanto da
far accettare ai viventi umani il loro inserimento nelle comunità
primordiali che, poi, in funzione dell’apporto genetico superiore,
avrebbero organizzato comunità agricole utilizzando tecniche
d’avanguardia per l’epoca e, successivamente comunità organizzate al
cui vertice sociale, per le capacità e poteri non proporzionati ai
tempi, si sarebbe insediato uno degli ibridi e discendente dei primi
Anunnaki e da questi anche protetto e pilotato. –
La testimonianza
dell’arrivo di questi esseri esiste e ci viene fornita dai Sumeri
mentre non esiste alcuna documentazione di ritorno di costoro al
Pianeta d’origine il che lascia pensare che questi rimasero e lo sono
ancora oggi fra noi terrestri in forme diverse, non visibili secondo il
nostro metro, ma sicuramente capaci di influenzare le nostre civiltà
secondo i loro scopi. –
Dovunque oggi troviamo segni megalitici, sicuramente vi sarà stata la presenza di Anunnaki e loro ibridi.
Se
accettiamo queste idee, possiamo non escludere che essi siano presenti
anche ai giorni nostri, ma che noi non siamo in grado di riconoscerli a
causa del divario di tempo che ci divide e che caratterizza due tipi di
vita, ma possiamo solo osservare le ricadute di certi fatti o eventi
che anche oggi si verificano e che non trovano eloquenti riscontri
logici come per esempio, i Miracoli come si è usi chiamarli, ma su
questo argomento riteniamo aprire una nuova discussione dopo altre
considerazioni ed ampliamento dell’argomento.
Ritornando al pianeta
Nibiru ed alla sua reale esistenza di cui non dovrebbero esserci dubbi
o nell’attesa che la scienza ufficiale comunichi gli ultimi rilevamenti
astrofisici, in base ai ritrovamenti archeologici di alcuni Faraoni e
dipinti ritrovati in alcune tombe egizie, per non parlare dei popoli
del Sud America ed Asiatici, si nota una spiccata conoscenza
dell’Astronomia e di particolari specifici come quelli del sistema
stellare della costellazione di Orione.
E’ molto probabile che
questo pianeta del sistema solare abbia anche una seconda funzione,
ovvero quella di navetta stellare che consenta l’avvicinamento a
qualche pianeta di una delle stelle della costellazione avente anche
esso un’orbita allungata come quella del nostro Nibiru. –
Questo
probabile evento spiegherebbe le conoscenze Egizie circa quella
costellazione e la mancanza di qualsiasi presenza di residuo umano nei
sarcofagi delle tre piramidi principali e sepolture di Faraoni del
periodo pre dinastico pur essendosi verificati i loro regni le cui
prove sono tangibili dopo i ritrovamenti archeologici attuali.
Per
quanto concerne i siti megalitici come Stonehenge dovrebbe essere
facile capire che l’insieme dei massi così posti doveva servire ad
individuare gli equinozi ed i Solstizi.
Il perché potrebbe essere in
quanto proprio gli Equinozi ed i Solstizi rappresenterebbero l’unico
elemento di riferimento tra il sistema Nibiru e quello terrestre e
quindi l’elemento di paragone e calcolo per quegli esseri ibridi a
conoscenza delle proprie origini, ma soggetti sempre più alle leggi
fisiche e temporali del nostro pianeta.
In pratica, solo gli
equinozi ed i Solstizi potevano stabilire un anello di congiunzione tra
il tempo dei padri e le nuove condizioni di coloro che, sempre più
diventavano Terrestri assoggettando la nuova forma vivente al
metabolismo umano legato alla rotazione del nostro pianeta intorno al
Sole.
Lo stesso dovrebbe essere per la Sfinge Egizia la cui
datazione dovrebbe ricadere all’incirca verso l’anno 13000/12000 se non
prima e che dovrebbe indicare la probabile collocazione nel cielo della
costellazione propria di contatto del pianeta Nibiru con l’equivalente
di altro sistema stellare.
Quanto stiamo proponendo è a livello di
pura ipotesi confortata solamente da alcune osservazioni di
documentazioni archeologiche che sembrano inspiegabili e da
comportamenti umani che esulano dalla normale prassi di vita
quotidiana, ma disponendo di opportune apparecchiature scientifiche e
di un Laboratorio chimico di ricerca organica, sufficientemente
attrezzato in grado di analizzare campioni di DNA, siamo sicuri che dal
paragone delle analisi strutturali del DNA prelevato da reperti umani
di epoca risalente al 13000/12.000 a. C. o antecedente con quello di
alcuni popoli come gli Assiri, i Babilonesi, gli Egizi di epoca Pre
dinastica e di popolazioni Nord europee e quello di esseri umani
dell’Era Moderna, si individuerebbero diverse diversità strutturali
che, tramite la recente mappatura del Genoma Umano, ci indicherebbero
su quali funzioni genetiche sarà stato possibile e se esso lo è ancora
oggi, un intervento estraneo che modifichi l’uomo in un ibrido
apparentemente simile, ma diverso nei contenuti, dagli altri. –
Sulla
base di queste congetture è ipotizzabile anche che proprio i Sumeri
siano stati dei diretti discendenti dei primi ibridi perché proprio di
loro si sa poco dell’origine mentre si è a conoscenza del modo di
calcolo e della scrittura completa in tutte le sue parti di
trasformazione fonica non riscontrabile in altre popolazioni dello
stesso periodo.
In pratica, essi potrebbero essere un residuo
sopravvissuto al cataclisma che va sotto il nome di Diluvio e, nello
stesso tempo, essere stati testimoni di un successivo trasbordo di
Anunnaki colonizzatori che usarono altre forme di sovrapposizione con
il genere terrestre che esiste a tutt’oggi, ma che non siamo ancora in
grado di identificare.
Forse alcuni passi biblici fanno riferimento
a questi esseri chiamandoli “Figli di DIO” in modo generico e questo
varrebbe anche per i testi riferiti al profeta Ezechiele.
Su questo
argomento occorrerebbe una migliore lettura dei Testi del Mar Morto ed
interpretare con maggiore accortezza, se già non fatto dagli Studiosi
Israeliti e non divulgato quanto in essi contenuto .
Qualcosa emerge
dal “Libro di Enok”e dal Documento di Damasco (Allegato n.1) , ma esso
è praticamente sottratto alla lettura pubblica ad opera di caste
religiose che ritengono pericoloso la divulgazione di taluni testi. –
E’
molto probabile che al nuovo arrivo gli Anunnaki avessero trovato un
nuovo genere umano, già formato ed in grado di ostacolarli nell’intento
colonizzatore del nostro pianeta che prevedeva, forse, l’imposizione
della loro volontà a tutto il genere umano .
Questo nuovo popolo potrebbe essere proprio Israele ovvero il “Vincitore” |