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Allarme FAO

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Allarme FAO: "1.020 milioni di persone soffrono la fame ogni giorno".


23 giugno 2009

Nonostante
vari importanti trattati internazionali che con nobile intento
affermano il diritto di tutti al cibo, ci troviamo di fronte al fatto
che un sesto dell’umanita’ sta morendo di fame.


Questa
catastrofe ci fa capire che nel nostro villaggio globale qualcosa e’
ovviamente uscito dai binari dell’etica e della razionalita’.



La fame e la mlnutrizione stanno uccidendo quasi sei milioni di bambini
l’anno, mentre altri bambini in altre parti del mondo sono costretti a
una dieta satura di carne, che li porta all’obesita’ e a una gran
varieta’ di malattie che accorciano la loro aspettativa di vita e
pesano sul sistema sanitario pubblico.


– L’inefficiente sistema
di produzione della carne continua a espandersi fuori da ogni
controllo, ma ancora le istituzioni come la FAO continuano a sostenere
questa tendenza, nonostante gli alti costi ambientali in termini di
inquinamento del suolo, dell’acqua
, dell’aria, anziche’ tentare di fermare questo processo, o almeno di rallentarlo.


La giustizia sociale e’ compromessa: anche di fronte a tanta poverta’,
una proporzione enorme di risorse alimentari (fino al 95% della soia)
vengono ancora dirottate verso gli animali d’allevamento anziche’
essere usate per nutrire le persone.


Il direttore generale della
FAO, Jacques Diouf, afferma: "L’attuale situazione di insicurezza
alimentare mondiale non puo’ lasciarci indifferenti".


Infatti, non puo’. Per troppo tempo non e’ stato fatto nulla di concreto per risolvere questa situazione drammatica.

Tuttavia,
il recente comunicato della FAO evita di considerare l’impatto che 56
miliardi di animali, nutriti ogni anno per essere poi macellati,
rappresentano per il problema della sicurezza alimentare.


Dov’e’ la giustizia sociale?

Specialmente
in tempi di estrema sofferenza, buonsenso vorrebbe che venisse svolta
un’indagine obiettiva su tutti i mezzi adeguati per alleviare tale
sofferenza, e questo nell’interesse di tutti, poveri e ricchi.
Dopotutto, se la gente che muore di fame si rifiutasse di continuare a
portare questo fardello in un silenzio rassegnato, e decidesse invece
di ribellarsi, il disordine sociale risultante metterebbe in pericolo
tutti, anche chi oggi si sente al sicuro e tranquillo.


La scelta
vegetariana offre una gran varieta’ di benefici e questo stile di vita
rispettoso e’ proprio il modo ideale di risolvere la tragedia della
fame nel mondo. Una dieta senza carne, o anche solo una sensibile
diminuzione dei consumi di carne, libererebbe in tempi brevi una
quantita’ enorme di cibo e risorse: se solo gli americani riducessero
il loro consumo di carne del 10%, potrebbero essere nutriti 100 milioni
di persone in piu’!


Ogni vegetariano
e’ una testimonianza vivente di solidarieta’ e contribuisce in modo
determinante a una nuova societa’, giusta e responsabile, di cui
abbiamo bisogno con tanta urgenza.

“individualità”

1 commento


Siamo tutti fatti della stessa sostanza; abbiamo tutti la stessa libreria. Osservando la struttura del DNA e delle altre molecole, possiamo vedere persino il nostro legame con le piante e gli animali. Siamo tutti parte della stessa famiglia. Per questo a volte si hanno ricordi delle vite passate che sembrano lontanissimi da quelli della famiglia attuale.

Quindi, l’individualità – la sensazione che ognuno di noi è una singola entità – è fondamentalmente un’illusione.
Le anime individuali sono costruzioni egoiche del Grande Spirito.

Esiste una sola anima, un solo “io”. Questo “io”, che gli aborigeni chiamano Grande Spirito, sta ancora sognando. Questo sogno è l’ universo, ed è anche il sogno dell’ universo.
Colui che osserva il sogno e il sogno sono la stessa cosa.
Possiamo solo chiederci cosa succederà quando colui che dorme si sveglierà?

Il digiuno può salvarvi la vita

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"Tossiemia e la disintossicazione" di Emanuele Dimauro, tratto
da "Igiene Naturale

Il
digiuno può salvarvi la vita
Marcello Pamio – 18 giugno 2009

Prima di spiegare cos’è
il digiuno e perché è importante, è necessario comprendere cos’è
la malattia.
A tal proposito e per completezza, vi invito a leggere l’articolo “La
malattia: amica o nemica
?
” del dottor Sebastiano Magnano.
In estrema sintesi, punto di vista igienistico, il “sintomo
(ufficialmente chiamato “malattia”)
è il tentativo ultimo della Natura, cioè dell’organismo, di
eliminare tutte le tossine (alimentari, metaboliche, emozionali, ecc.)
che stanno inquinando il corpo.

Il
costante avvelenamento

Le tossine entrano
nella circolazione sanguigna principalmente attraverso:
1)     
Tossiemia esogena, cioè esterna, provocata da alimenti
nocivi (combinazioni errate, fermentazioni, putrefazioni intestinali) o
sostanze estranee all’organismo (microbi, batteri, ecc.)
2)     
Tossiemia endogena, cioè interna, di origine cellulare
per la ritenzione di metaboliti. In ogni momento i tessuti (cellule,
ecc.) vengono distrutti nel processo chiamato “catabolismo”,
questi sono rifiuti tossici che devono essere espulsi quanto prima dal
corpo.

L’avvelenamento, sia
per opera di cibi tossici e/o combinazioni errate, sia nel caso dei
tessuti distrutti, in un organismo sano, forte e in buona salute, viene
ridotto ed eliminato dal sangue rapidamente.
Quando invece l’energia nervosa non è sufficiente, il sistema di
eliminazione non funziona correttamente provocando la ritenzione delle
tossine e la costante intossicazione del sangue e dei tessuti.

L’energia
nervosa

Il troppo freddo o caldo, le
preoccupazioni, i traumi, la digestione appesantita, gli sforzi mentali
e fisici, la paura, gli eccessi emozionali, la rabbia, il non riposo,
ecc. sono tutte condizioni che a lungo andare snervano l’essere umano
e disperdono l’energia corporea.
Quando l’energia individuale si abbassa e raggiunge un certo livello
(unico ed individuale per ogni persona), viene ritardata
l’eliminazione delle tossine, dei rifiuti tossici, con conseguente
deposito di scorie e tossine che causano autoavvelenamento.
La zona o l’organo dove avviene il maggior deposito di scorie dipende
da persona a persona, dipende dalla costituzione, da eventuali
predisposizioni (non certo genetiche, ma epigenetiche, quindi
ambientali), dalla zona a “minor
resistenza
”, ecc.
A qualcuno può interessare le articolazioni (artrosi, reumatismi,
gotta, ecc.), qualcun altro vedrà un organo specifico (fegato à
cirrosi, polmoni à
polmonite, reni à
nefrite, stomaco à
gastrite, arterie à
ipertensione), ecc.

Malattia
e sintomo

Nonostante queste differenze di
locazione il concetto di malattia non cambia: si tratta sempre di una
eliminazione vicariante” operata dal corpo per espellere le
tossine e diminuire la pericolosa saturazione tossica.
Sembrerà strano, ma tutti i fattori esterni a noi (freddo, caldo,
microbi, virus, batteri, alimenti, ecc.) non possono causare di per sé
la malattia, a meno che non provochino snervamento e indebolimento
dell’energia vitale, la cui conseguenza è il ritardo nella espulsione
delle tossine.
Se e solo se, il sangue si satura di tossine, interviene
“l’eliminazione vicariante” detta malattia (o sintomo)!
Quindi in quest’ottica, la malattia altro non è che
la Natura
stessa che interviene di prepotenza, per liberare il carico tossico dal
corpo, e segnalarci che siamo usciti dai binari di una vita sana e
naturale.
Il nostro stile di vita globale (alimentazione, mondo dei sentimenti,
mondo dei pensieri, le cose che diciamo e come le diciamo, ecc.) viene
messo in discussione. Sta a noi comprenderlo e accettarlo, oppure
possiamo sempre girare la testa dall’altra parte e prendere la
medicina, il prodotto naturale, il farmaco omeopatico, ecc.
Tutte cose che nel bene (medicine naturali) e nel male (farmaci tossici)
interferiscono con il meccanismo messo in atto dalla Natura.

STRESS AMBIENTALE – ABITUDINI QUOTIDIANE
ERRATE

TRAUMI (FISICI-MENTALI-EMOZIONALI)

INDEBOLIMENTO

ELIMINAZIONE INSUFFICIENTE E RITENZIONE DI
TOSSINE

TOSSIEMIA

MALATTIA

Irritazione >
Infiammazione
>
Indurimento
>
Ulcerazione
>
Fungosità
(cancro)

Qui sopra, dal diagramma
codificato dal dottor J.H. Tilden (1851-1940) che esemplifica
l’andamento della malattia, si può evincere che la malattia viene
sempre dopo una tossiemia generalizzata, e la tossiemia viene sempre
dopo un indebolimento energetico causato dallo stile di vita errato
(alimenti tossici come le proteine animali, le combinazioni errate, una
vita sregolata, poco riposo, ecc.)
Se tutto parte da un indebolimento generale e generalizzato, è logico
che il riposo (mentale, fisico, emozionale) è basilare, e infatti in
quest’ottica il digiuno è uno degli strumenti chiave.

Cos’è
il digiuno?

Diciamo subito che il digiuno
non è una cura e nemmeno una terapia: è “semplicemente
il riposo fisiologico dell’organismo!
Parlare di “digiuno-terapia”, in termini odierni, non sarebbe molto
corretto, a meno ché non s’intenda per terapia il complesso processo
di autoguarigione (che però vedremo tra poco).

L’economica
della Natura


La Natura
si sa, non spreca nulla.
L’organismo umano normale è fornito di una scorta di materiali
nutritivi messi da parte sotto forma di grasso, midollo osseo,
glicogeno, estratti muscolari, latte, minerali, vitamine, ecc.
Sembrerà impossibile, ma un corpo in buona salute possiede
immagazzinata una scorta nutritiva appropriata e sufficiente per
superare giorni, settimane e anche alcuni mesi senza cibo.
Se non ci si alimenta, il corpo si avvale di queste riserve per nutrire
i tessuti, e quando queste si esauriscono sopravviene il vero e proprio
dimagrimento.
Nel sangue, linfa, ossa, specialmente nel midollo osseo, nel grasso, nel
fegato e nelle altre ghiandole, persino nelle cellule vi sono riserve di
proteine, grassi, zuccheri, minerali e vitamine da utilizzare nei
momenti di scarsezza.
Quindi l’organismo a digiuno non verrà danneggiato dall’astinenza
se e solo se le riserve saranno sufficienti a soddisfare i bisogni
nutritivi dei tessuti e/o organi primari (cervello, polmoni, cuore,
sistema nervoso, ecc.).

Per esempio, il
glicogeno (amido animale), immagazzinato nel fegato, a bisogno viene
trasformato in zucchero e distribuito ai tessuti a seconda le necessità.
Migliaia di esperimenti su persone hanno stabilito che durante il
digiuno i tessuti si consumano in ordine inverso alla loro importanza:
il grasso è il primo tessuto a scomparire (scompare il grasso dai
muscoli, ma il muscolo mantiene la sua integrità ed una forza
sorprendente).
Certamente l’organismo a digiuno cala di peso, ma tale perdita, anche
se per un periodo prolungato, coinvolge le riserve e non i tessuti
organici.
Infine, la perdita di peso varia a seconda del carattere e della qualità
dei tessuti, dell’attività fisica ed emotiva svolta, della
temperatura esterna, ecc.
Gli stress emotivi, l’attività fisica, il freddo e i tessuti scadenti
accelerano il processo del calo di peso.
La regola importante è “in salute o in malattia, mai forzare del cibo
nello stomaco”

Nelle
malattie acute

Nelle malattie acute
(infiammazioni, dolori, febbre, ecc.) la fame non si presenta perché le
energie devono essere indirizzate verso altre direzioni piuttosto che
“sprecate” per la digestione.
L’energia viene deviata dagli organi digestivi verso il lavoro più
urgente, e anche il sangue fa la stessa cosa: viene dirottato verso
quelle zone che ne richiedono in quantità.
Vi è assenza di succhi gastrici e le pareti del sistema digestivo
secernono muco in quantità; i movimenti muscolari dello stomaco vengono
sospesi e viene quindi meno la capacità di digerire il cibo.
Non si deve mangiare durante una crisi acuta, sia perché non si
digerirebbe correttamente provocando fermentazioni e/o putrefazioni, ma
anche perché il digiuno allevia il dolore e alleggerisce il carico di
organi come reni e cuore.
Negli stati febbrili, i medici napoletani di 150 anni fa, facevano
digiunare! Oggi? Il medico prescrive tachipirina, novalgina, aspirina, e
altri veleni tossici per l’organismo.
Saltare qualche pasto, quando si presentano i primi sintomi, spesso è
sufficiente a prevenire lo sviluppo di malattie più serie.

Nelle
malattie croniche

Nelle malattie croniche una
persona tende a credere di aver fame, ma le sue sensazioni sono solo
irritazioni del tratto digestivo. Questi sintomi scompaiono quando si
digiuna.
Durante il digiuno si accelerano i processi escretori che liberano
velocemente il corpo dalle scorie e tossine che sono causa del disturbo
Nell’anemia e nel diabete, non si può intraprendere il digiuno da
soli, ma serve la guida di un esperto igienista

Quattro
buone ragioni per digiunare

1- Dimagrimento.
Il digiuno è la strada più veloce, sicura ed efficiente per dimagrire.

2- Compensazione
fisiologica. Quando si deve digerire un cibo una grande quantità di
sangue deve affluire agli organi digestivi e l’organismo
conseguentemente tende ad essere pigro, ad addormentarsi. Se si svolge
un lavoro pesante, il processo digestivo è praticamente sospeso.
Digiunare, conservando le energie digestive, permette di deviarle verso
altri canali e quindi di svolgere altri lavori.

3- Riposo
fisiologico. Il digiuno permette il riposo del sistema digestivo,
ghiandolare, circolatorio, respiratorio, nervoso. Più cibo viene
ingerito, maggiore è il lavoro che deve essere svolto dagli organi che
formano tali sistemi; in presenza di un digiuno questi organi si
riposano. Le ghiandole della bocca e dello stomaco, il tubo digestivo,
il fegato e il pancreas non devono lavorare. Il cuore, le arterie si
alleggeriscono e riposano. Le ghiandole, all’infuori di quelle che
scernono succhi digestivi, riducono la loro attività secretrice. La
respirazione rallenta e il sistema nervoso lavora di meno.

4- Eliminazione.
Il dottor J. H. Tilden: “Dopo 55
anni trascorsi nel selvaggio mondo delle terapie mediche, sono costretto
a dichiarare, senza paura di essere smentito, che il digiuno rappresenta
l’unico evacuatore terapeutico sicuro per l’uomo

Il dottor Felix L.
Oswald: “Il digiuno rappresenta il migliore sistema rinnovatore. Tre giorni di
digiuno all’anno purificano il sangue ed eliminano i veleni più
efficacemente di cento bottiglie di soluzioni purgative”.

Non esiste niente altro che al
pari del digiuno che sia in grado di aumentare l’eliminazione delle
sostanze di rifiuto dal sangue e dai tessuti.
Le secrezioni represse o i rifiuti trattenuti vengono espulsi
dall’organismo ed il sistema risulta purificato. Servono pochi giorni
per liberare il sangue e la linfa dalle tossine, ma il digiuno prosegue
nella sua azione e provoca l’espulsione delle tossine che da molto
tempo erano depositate nei tessuti meno importanti (grasso, organi,
ecc.)
Il digiuno costringe il corpo a consumare (autolisi) tutti i tessuti
superflui e le scorte nutritive utilizzandole per sostenere i tessuti
principali. In questo senso le tossine immesse in circolazione potranno
essere espulse dagli organi escretori.

L’escrezione

L’escrezione è una delle
funzioni fondamentali della vita ed è essenziale per l’esistenza
stessa. L’organismo per mantenersi in vita deve: ASSIMILARE, CRESCERE,
ESCRETARE
Abbiamo visto prima che vi è un continuo sforzo da parte
dell’organismo di espellere le tossine accumulate, i rifiuti organici
e inorganici (metabolismo: anabolismo e catabolismo).
Tutto quello che il corpo non può utilizzare come cibo deve essere
espulso dal corpo.
Le energie dell’uomo sono divise sempre tra ASSIMILAZIONE ed
ELIMINAZIONE.
Durante il digiuno (sospensione dell’alimentazione) l’eliminazione
degli scarti, delle tossine raggiunge livelli unici.
Il riposo da solo aumenta l’eliminazione, anche se non agli stessi
livelli.

Tutto ciò che diminuisce il lavoro
dell’organismo aumenta quello dell’eliminazione


Forza
ed energia durante il digiuno

Per quanto paradossale possa
apparire, le persone deboli traggono i maggiori benefici da periodi di
astinenza dal cibo, anche perché, la debolezza di solito, non è dovuta
a mancanza di cibo ma ad una condizione di intossicazione
dell’organismo e da una cattiva assimilazione.

Il
digiuno può curare?

Il termine “cura” deriva
dal latino che significava “attenzione”, “cautela”.
Oggi ovviamente ha un altro significato.
Il digiuno non “cura” nulla: è un periodo di riposo fisiologico,
l’interruzione di ogni fatica.
Il riposo fornisce all’organismo l’opportunità di fare da solo
quello che non riesce a fare in completa attività.

Solo
quando le cause vengono eliminate e/o bloccate, il corpo, DA SOLO, può
iniziare a guarire. Rimuovere le cause NON significa guarire,
significa rendere possibile che i processi ristoratori, rigeneratori,
perfezionino il loro operato.
Questo operato si chiama
AUTOGUARIGIONE


Guarire, a differenza di curare, è un processo biologico, NON è
un’arte.
Un chirurgo può cucire una ferita ma non può guarirla, può mettere
insieme le estremità di un osso rotto ma non può unire o saldare le
due parti. SOLO l’organismo può fare questo.

Guarire è un processo naturale

Ogni GUARIGIONE è in
realtà solo AUTOGUARIGIONE e per tanto il digiuno non è una cura.
In quanto riposo fisiologico, il digiuno permette all’organismo di
autoguarirsi, fornendo al corpo l’opportunità di lavorare con meno
sforzi.

Alcune
cosa da sapere nel digiuno

1- Quando si inizia a digiunare
quasi inevitabilmente si presentano sviluppi fisici che non devono
allarmare: lingua bianca, bocca e alito cattivo, denti impastati, mal di
testa, ecc.
Sono tutte condizioni che rappresentano il processo purificatore. Appena
il corpo scarica il suo fardello tossico, inizia il processo di
purificazione della lingua, prima la punta e poi sui lati e alla fine
bocca e lingua puliti.

2- L’urina può
diventare scura, quasi nera, dall’odore forte, anche se si beve solo
acqua. Indice del lavoro renale di eliminazione.

3- La perdita di peso è
dovuta all’utilizzazione delle riserve organiche

4- La debolezza è
dovuta all’inattività funzionale. Si è molto rilassati, il cuore e
la respirazione rallenta, la circolazione si calma. La debolezza
iniziale è dovuta all’assenza della “solita stimolazione”: caffè, ecc.

5- L’aspetto più
noioso forse è rappresentato da nausee e vomito, che però sono
importanti crisi purificatorie.

6- Il riposo (fisico e
mentale) è fondamentale.

7- L’esercizio fisico
all’aria aperta moderato è molto importante

8- Il raffreddamento
inibisce l’eliminazione, per cui bisogna stare al caldo.

9- Bere acqua fresca
pura, non fredda.

10- I bagni di sole sono
un fattore nutritivo di grande aiuto nel digiuno, basta non abusarne.

11- Niente purganti
durante il digiuno

L’interruzione
del digiuno

Il momento ideale per
interrompere il digiuno è quando si manifesta il ritorno della fame.
La lingua è pulita e l’alito è sano.
L’interruzione e la ripresa alimentare è fondamentale per non
vanificare il tutto.
Si può riprendere mangiando cibi leggeri come frutta e verdure. Tre
pasti al giorno, semplici e non ricchi, formati da cibi freschi.

 


Bibliografia:
"Il digiuno può salvarvi la vita", dottor Herbert Shelton,
ed. Manca
"La Tossiemia causa primaria di malattia" dottor J.H. Tilden,
ed. Manca

e Salute", nr.78-79-80, aprile 2009

Malattia : amica o nemica?

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  Malattia
: amica o nemica?
Dottor
Sebastiano Magnano – tratto da “Scienza & Vita” agosto 1988

L’igiene Naturale è insieme una corrente di pensiero ed  
il sistema di vita che ne deriva.

Cercheremo di delineare l’una e l’altra. L’igienismo crede in un ordine
armonioso della Natura: ogni fenomeno è regolato da leggi salde,
coerenti, immutabili in ciò che hanno di essenziale. I processi della
vita non sfuggono a queste leggi naturali che, se rispettate,
rinnoveranno continuamente l’energia vitale e, se  
disattese, causeranno prima o poi, malattia e sofferenza.

Per l’uomo quindi salute e benessere sono dei fini raggiungibili
soltanto se egli si atterrà ad un modello di vita in armonia con le sue
esigenze biologiche, psichiche e spirituali.

La malattia è fondamentalmente una deviazione da questo modello: solo
il ripristino di abitudini e comportamenti adeguati riporteranno la
salute.

Chi segue l’igienismo respinge quindi l’atteggiamento
fatalistico nei confronti della malattia: non dal caso dipende, ma
dall’errore. Quando si sta male è segno che, magari inavvertitamente,
è stata violata qualche legge naturale.
Fin qui l’igienismo non si allontana da ogni concezione
"Naturista".

Ma la sua originalità sta, fra l’altro, nella forza e
nella coerenza con cui ha richiamato l’attenzione su un aspetto parziale
di questo modo di vedere, (quasi sempre trascurato o dimenticato) che
cercherò di illustrare nel modo più chiaro. Nel disegno armonioso
della Natura, anche la malattia ha un significato, tende ad un fine, ha
un suo posto che l’inquadra nell’insieme dei processi vitali.

I sintomi, i segni morbosi non sono (se non in casi estremi) espressione
di un cedimento dei corpo, della rottura di un equilibrio, bensì
processi eccezionali, attraverso i quali il corpo reagisce alle
alterazioni determinate da incongrue abitudini di vita, (intossicazione
progressiva) per ristabilire la normalità. In altre parole, la malattia
è una manifestazione della capacità di autoguarigione ed
autoriparazione dei corpo. Capacità che nessuno può guidare o
controllare meglio di quanto non faccia V"intelligenza
somatica" del corpo stesso. In definitiva tutto questo può essere
sintetizzato con la frase
dall’apparenza paradossale: “il corpo guarisce grazie alla malattia".

Credo che sia chiaro quindi che, per l’igienismo, ogni
intervento terapeutico, qualunque sia l’indirizzo medico a cui si ispira
(allopatia, omeopatia, fitoterapia, agopuntura, ecc.) è quasi sempre
superfluo, o dannoso. Infatti tende ad interferire nei delicati e
complessi processi spontanei di autoriparazione e autorigenerazione del
corpo, processi che non possono essere conosciuti completamente dalla
scienza medica. (E d’altra parte sono già di per sé il meglio che
l’organismo può fare in quel momento e in quelle condizioni). Questo è
un punto particolarmente delicato dell’igienismo ed io tenterò di
dimostrare, come in molte situazioni della vita di oggi, un certo tipo
d’intervento abbia la sua giustificazione anche in un’ottica igienista.
Non vi è dubbio, comunque, che la
corsa al rimedio è sempre diseducativa perché crea la convinzione
errata che grazie ad esso si possono aggirare le leggi della vita.

Cosa fa dunque l’igienista quando si ammala?

Bisogna premettere che ogni vero Igienista si adopera affinché
l’ambiente in cui vive sia il più salubre possibile, cura
l’alimentazione, la respirazione, l’esercizio fisico ed ogni altra
esigenza del corpo. In questo modo raramente si ammala. Se ciò succede
sa che, nonostante la sua buona volontà, deve aver trascurato qualcosa
e cerca di capire in cosa consiste il suo errore, in modo da rimuovere
la causa reale della malattia (stress, errori alimentari, effetti
tossici ambientali, ecc., questo è indispensabile perché la malattia
non si ripeta).
A parte questo lavoro fondamentale di, autoriflessione, cosa fa
immediatamente in caso di malattia?

La cosa più semplice e più facile, e alla quale l’istinto lo invita.
Mette il corpo nelle condizioni migliori per portare a termine questa
prova eccezionale, ma resa necessaria dagli avvenimenti, che è la
malattia. Quali sono queste condizioni? Il completo riposo fisiologico,
di cui il digiuno è parte integrante, e, non appena è riuscito ad
identificarli, un apporto equilibrante di quei fattori vitali che sono
stati trascurati. (Aria, luce, sole, ecc.).

Se alcuni di questi non sono a sua disposizione, cercherà
di utilizzare nel modo migliore quei fattori di salute di cui dispone,
senza mai eccedere, però, perché la vita si regge sull’equilibrio.

Credo di aver già evidenziato un altro concetto chiave dell’igienismo:
i fattori che ridonano la salute sono identici a quelli che la
mantengono!

Invece di dare all’ammalato sostanze che sarebbero generatrici di
malattie in persone sane (farmaci) l’Igienismo darà i fattori che
mantengono la salute, secondo i bisogni e le capacità dei malato.

Quindi: apporto equilibrato d’energia vitale nelle forme più varie,
(sole, luce, aria), apporto d’aria pura, acqua pura, cibo sano e
naturale, esercizio fisico, pulizia del corpo, adeguato riposo,
equilibrio psichico e spirituale. Alcuni di questi fattori (come
esercizio fisico, cibo sano) sono da ricercare non immediatamente, ma
quando la crisi disintossicante (malattia) è passata, per raggiungere
così un completo recupero. Durante la malattia la cosa più importante
è infatti il riposo fisiologico completo (digiuno).

Durante il completo riposo fisiologico, infatti, tutte le
risorse energetiche dell’organismo saranno a disposizione dell’attività
disintossicante.

Da quanto ho detto finora dovrebbe essere chiaro che per l’igienismo
tutte le malattie hanno fondamentalmente una causa (EZIOLOGIA) – unica:
una vita irregolare che ha diminuito la vitalità dei corpo (SNERVAZIONE)
e determinato avvelenamento dei sangue (TOSSIEMIA) e, di conseguenza,
dei tessuti. Ho introdotto così due termini chiave per capire a fondo
il dinamismo dei fatto morboso:

1) SNERVAZIONE

2) TOSSIEMIA

Sono due fenomeni strettamente correlati che costituiscono
il modo con cui dalla causa iniziale si sviluppa la malattia: cioè
la PATOGENESI.

Vorrei richiamare l’attenzione su alcuni concetti non trascurabili:

1) Essendo unica la causa, unica la modalità di sviluppo
ed unica la modalità di guarigione, la malattia è fondamentalmente una
sola, pur assumendo aspetti e apparenze sempre diverse a causa delle
diversità degli individui e delle circostanze.

2) Pur se la malattia sembra, in certi casi, a esclusivo
carico di un organo, in effetti è sempre tutto il corpo ad essere
ammalato, anche se una sua parte può essere impegnata in modo più
vistoso nell’attività di eliminazione delle tossine e nei fenomeni
riparativi: ciò si verifica o per cause contingenti (es. un trauma) o
per cause che dipendano dalla costituzione individuale o dalle abitudini
o anche dall’ambiente.

Da un certo punto di vista si potrebbe pensare che l’organo più
impegnato sia il più debole, quello che risente maggiormente delle
condizioni interne non buone. Ma è più coerente con l’ottica igienista
dire che, in un certo senso, sia il più forte! Dal momento che la
malattia è un processo attivo e regolato, il compito maggiore sarà
devoluto a chi è in grado di sopportarlo meglio: l’organo più forte,
appunto.

Esempio: se la pelle presenta eczemi, ciò è perchè essa ha la capacità
di svolgere un lavoro di eliminazione meglio di altre parti del corpo.
Se la pelle si indebolisce (pomate ed unguenti vari!) può scomparire
l’eczema, ma il lavoro che faceva la pelle adesso è a carico dei resto
dell’organismo che probabilmente non sarà in grado di svolgerlo con la
stessa efficienza di prima; il conseguente aumento della tossiemia
comporterà un aggravamento della condizione generale: la pelle potrà
sembrare più sana, ma il corpo è più malato!

3) Se la malattia è una, la giusta diagnosi perde molto
del suo valore. Semmai, può avere importanza saper valutare la residua
vitalità dell’organismo: non perché cambino con essa le misure da
prendere, piuttosto essa ammonisce sull’urgenza e drasticità di tali
misure.

4) Ed i virus, i batteri, i funghi, i parassiti e la
sterminata serie di cause che la medicina d’oggi considera reali, cioè
in grado di causare le malattie o comunque di giocare un ruolo
preponderante nel loro determinismo?
Sono, quando non si tratta di fantasie, dei fenomeni che si instaurano
secondariamente: un corpo sano resisterà a qualunque germe, (i germi,
di ogni tipo, sono ovunque) un corpo intossicato, viceversa, può
diventare il terreno di coltura dei germe più banale e cedere alla sua
invasione.

Vi sono delle condizioni particolari che possono danneggiare il corpo:
es. traumi che causano lesioni di ossa, muscoli; organi interni ecc.,
azione di caustici, ustioni; avvelenamenti con tossici di origine
inorganica e biologica (ad es. funghi e serpenti velenosi, ecc.). Ma
tutti questi avvenimenti non sono malattie! Sono situazioni traumatiche
in cui il corpo è leso perché è esposto a condizioni talmente
inadeguate alla vita da determinare un vero e proprio guasto immediato
nel corpo. In casi dei genere, un intervento tempestivo può essere la
salvezza: ma non sono malattie!

Per quanto riguarda poi l’incidenza, nell’insorgere della
malattia, della ereditarietà, l’igiene Naturale pensa che essa è
trascurabile rispetto al ruolo giocato dall’ambiente e dalle abitudini
di vita. Vivendo in armonia con
la Natura
, si potrà rinvigorire una costituzione debole, il comportamento
opposto deteriorerà rapidamente il fisico più forte. Le malattie
ereditarie vere e proprie, (quelle in cui l’ambiente non giocherebbe
alcun ruolo) sono veramente rare e, secondo l’igiene Naturale, sarebbero
ascrivibili ad una somma di errori commessi dai progenitori. Questo
significa che l’igiene Naturale nega, in realtà, la possibilità di una
malattia genetica pura, causata, cioè, da una alterazione dei
patrimonio ereditario dovuta a fattori casuali o, comunque, non
riconducibili a comportamenti scorretti dell’uomo.

“autoreferenza”

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Le persone troppo
autoreferenziali (con un basso livello di ragionamento strategico)
sarebbero in partenza destinate ad agire in modo inadeguato rispetto a
chi assume negli altri l’esistenza delle proprie stesse capacità di
pensiero e azione.


Semplificare eccessivamente il nostro modello dell’altro ci porta a sottostimarlo e a compiere degli errori.

Per avere buoni risultati non possiamo limitarci a reagire agli eventi del mondo: le capacità predittive sono essenziali.
Infatti,
il successo di molte delle nostre decisioni dipende dalla reazione che
susciteranno sugli altri esseri umani, quindi dai pensieri che essi
nutrono a riguardo.

In questo senso, poterli prevedere porta ad un’azione più accurata.

"Insomma,
l’attitudine che nutriamo nei confronti degli altri, il considerarli
simili a noi stessi e quindi anticipare il loro comportamento usando le
nostre stesse procedure decisionali, non è un semplice fatto di umiltà,
ma si ripercuote poi nei nostri successi personali".

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