Dittatura
terapeutica
di Barbara Boniardi
Il metodo Di Bella per
la cura del tumore: il Convegno tenutosi a Bologna l’8 maggio
2010 cerca
di fare il punto della situazione
L’8 Maggio presso
l’Aula Magna dell’Università di Bologna si è tenuto un incontro
tra i medici e i farmacisti che attuano il Metodo Di Bella con lo scopo di fare il
punto della situazione.
Io ero presente e da quanto emerso risulta chiaro che è in atto
una
vera e propria dittatura terapeutica con il controllo, da parte
di chi
sta ai vertici, di tutto il mercato farmaceutico.
Interessante la testimonianza di un oncologo neo-pensionato che
ha fatto
luce su come si svolge l’assurdo protocollo nei reparti di
oncologia
del nostro Paese e le intimidazioni cui sono sottoposti i medici
che non
si attengono scrupolosamente a tale protocollo.
I medici che hanno
scelto di esercitare la loro professione per curare le persone
dal
cancro (non è così scontato purtroppo che tutti abbiano questa
finalità)
non possono rimanere inermi nel constatare il pressoché totale
fallimento da parte dell’oncologia
ufficiale (che impiega la chemioterapia) pertanto cercano di
percorrere altre strade.
Secondo dati scientifici ufficiali, documentati e verificabili,
non
quelli mediatico-televisivi, oggi la guarigione degli ammalati
oncologici nei tumori solidi, è indissolubilmente, unicamente e
interamente legata al successo della chirurgia, ma questo dato è
totalmente censurato nelle statistiche oncologiche diffuse al
pubblico.
Una delle massime e più
note riviste scientifiche, "Lancet",
ha pubblicato tempo fa uno studio sui tumori broncopolmonari
inoperabili
dal titolo Treatment of inoperabile
carcinoma of bronchus firmato
da Laing, Berry, Newman. Un gruppo molto importante di pazienti
fu
trattato con chemioterapia, un altro gruppo identico di
controllo è
stato trattato solo con farmaci palliativi; questi ultimi
pazienti hanno
avuto una mediana di sopravvivenza oltre che doppia rispetto a
quelli
che hanno fatto la chemio. Ma il dato non è pubblicizzato.
Quando
organizzano le giornate della vita e questue varie non informano
la
gente di questi dati, il messaggio al pubblico è molto diverso.
Secondo il più ampio e
noto studio clinico (condotto su 220.000 pazienti, per 14 anni, e
in
tutte le forme più frequenti di tumore) pubblicato da Morgan G. e
AA The
contribution of cytotoxic chemotherapy to 5 year survival in
adult
malignancies sulla
prestigiosa rivista oncologica "Clin.
Oncol" il
16 dicembre 2004 (8): 549-60: la chemio su 100 ammalati di
tumore,
consente a due, di sopravvivere 5 anni, e all’1% 10 anni.
È bene evidenziare che
secondo un criterio internazionalmente condiviso, al di sotto
del 30% di
risultati una cura si ritiene inutile.
Per l’entusiasmante risultato di una sopravvivenza del 2,3% a 5
anni,
lo Stato Italiano spende il 32,37% dell’intera spesa
farmaceutica
(Rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Registro farmaci
oncologici sottoposti a monitoraggio, Rapporto 2007, p. 5).
Il fatturato annuale in
Italia della chemio è di 1.341 milioni di euro su 4.142,6 di
spesa
complessiva per i farmaci. La
chemio rappresenta pertanto il 32,37% della spesa
di farmaci,
anche se su cento ammalati consente solo al 2,3% di raggiungere i
5
anni, dopo di che, Lopez, su “GacMed
Mex" (1998, marzo-aprile, 134
(2): 145-5) ha accertato che metà dei pazienti, sopravvissuti a
cinque
anni, nel lungo termine muore per tumore. È documentata anche
l’inaccettabile percentuale di mortalità da chemio denunciata da
un’agenzia della Reuters Healt (Wesport, CT 2001-05-17):
Unexspected
high mortality rated associated with chemoterapy regimen (“Non
ci si
aspettava un tasso di mortalità così elevato associato ai
protocolli
chemioterapici…”). Il dato è confermato dalla pubblicazione di
Gerrard ["Br. J. Cancer", 1998, giugno 77 (12) 281-5] con
l’11% di decessi, non causati dal tumore ma unicamente da
chemioterapia in alcuni protocolli oncologici relativi a
malattie
linfoproliferative.
Ho avuto modo di
parlarne nei miei convegni e di scrivere un articolo (ved. Scienza
e Conoscenza n. 27) sul Metodo dello scomparso professor
Luigi Di
Bella, ma da poco ho appreso la reale grandezza di questo
meraviglioso
uomo, che a suo tempo era stato anche proposto per il Premio
Nobel, (a
breve potrete leggere nella sua biografia che sta per essere
pubblicata,
anche la vicenda del Nobel).
Da diversi anni a continuare l’opera del professore è suo
figlio, il dottor Giuseppe di Bella, insieme al fratello Adolfo.
Ammiro molto il dottor Giuseppe Di
Bella il quale ha il grande
merito di aver reso inattaccabile scientificamente il Metodo
messo a
punto da suo padre (pubblicando sulle riviste internazionali i
risultati
della sua applicazione); è una persona di grande umanità e
umiltà,
disposto ad ascoltare e a confrontarsi con i colleghi (perché
sempre a
differenza dei molti, crede nella sinergia che porta a
migliorare
continuamente). Le pressioni che riceve continuamente sono
davvero
troppe da parte di coloro che temono di dover ammettere che il
vecchio
professore ci aveva visto giusto. Quali altri motivi ci
potrebbero
essere per un tale accanimento? Perché un libero cittadino non
può
scegliere come curarsi?
L’azione mediatica
volta a screditare il Metodo presso l’opinione pubblica è stata
creata magistralmente, come sapete, con quella assurda farsa che
è
stata la sperimentazione del 1998 ad opera del ministro Bindi.
Ancora oggi, gli attacchi più virulenti, vengono (non a caso) da
quei
giornali finanziari così contigui alle multinazionali, come Il Sole 24 Ore.
Perché impedire che i
prodotti del MDB vengano dispensati dal Servizio Sanitario
Nazionale
costringendo i pazienti a pagare cifre così elevate da indurli a
desistere dal continuare la terapia, oppure costringendoli ad
andare
all’estero per curarsi? Perché è stato posto un divieto ai
medici
che lavorano in ospedale di prescrivere i farmaci del Metodo di
Bella
qualora i pazienti lo richiedano?
Il 16 Gennaio scorso si
è tenuto nella Repubblica di San Marino un interessantissimo
Congresso
dal titolo “Terapia Biologica nelle
malattie neoplastiche e
degenerative”.
Il Congresso ha voluto, oltre alla presentazione di dati
scientifici e
clinici, lanciare un segnale, informare documentare e
sensibilizzare sul
crescente, inarrestabile e avvilente asservimento della medicina
al
profitto, nell’inerzia e nella totale disinformazione della
gente,
tenuta all’oscuro da un controllo capillare e da una censura
ferrea
dell’informazione.
Alcuni giornalisti che
hanno assistito al Convegno hanno scritto gli articoli, ma i
direttori
li hanno regolarmente cestinati. Lo stesso dicasi riguardo al
Convegno
di Milano del 2005. La censura ferrea sul Metodo Di Bella è di
una
evidenza clamorosa!
Si è arrivati al punto
che il medico non può prescrivere mutualisticamente, una serie
di
prodotti essenziali per la vita del paziente neoplastico,
costretto a
spese insostenibili, dopo aver pagato come contribuente il
diritto alle
erogazioni di farmaci essenziali per la sua vita. Non solo, ma
ultimamente al medico libero professionista [non inquadrato in
enti
pubblici, e pertanto soggetto alle linee terapeutiche imposte da
commissioni ministeriali di carica politica] viene fatto divieto
di
prescrivere anche a pagamento e su ricettario libero
professionale,
farmaci essenziali e spesso urgenti per la vita come i fattori
di
crescita dei globuli rossi o dei globuli bianchi, che può
prescrivere
unicamente il medico inquadrato o convenzionato secondo linee
ministeriali.
La Repubblica di San
Marino era l’unico luogo dove la Terapia Di Bella veniva erogata
gratuitamente. Due settimane dopo il congresso, è stata
rapidamente
organizzata una conferenza del professor Veronesi a San Marino.
Oggi il
Metodo Di Bella non è più erogato dal governo di San Marino ed è
venuta meno in questa Repubblica la collaborazione di qualche
illustre
personalità che aveva dato disponibilità a sostenere il MDB. Se
l’obiettivo reale dei circoli di potere che gestiscono la
medicina e
il cancro fosse la ricerca di un’efficace terapia del cancro, e
non il
costante incremento del fatturato delle multinazionali, non si
imporrebbero da parte di commissioni ministeriali di carica
politica,
linee guida e prontuari vincolanti e in gran parte inefficaci.
Questa dittatura
terapeutica umilia
la libertà del medico di prescrivere secondo scienza e
coscienza,
disattende e ignora in gran parte le evidenze scientifiche
reperibili
nelle banche dati medico scientifiche mondiali, il Giuramento di
Ippocrate, il Codice Deontologico formulato dalla Conferenza
Internazionale di Helsinki sull’etica medica, la Codificazione
Internazionale della Medicina Basata sull’Evidenza (EBM,
pubblicata da
Rosemberg sul "British Medical Journal"). Il medico non solo
può, ma ha il dovere morale, umano, professionale, di applicare
in ogni
singolo caso e circostanza, il farmaco meno tossico e più
efficace, e
nessuno Stato, Commissione, Comitato, Agenzia, politico o
burocrate ha
il diritto di impedirlo.
Questa dittatura
terapeutica ignorando
una parte rilevante delle indicazioni cliniche certificate dalla
ricerca, vanifica quella ricerca stessa di cui ciarlano
continuamente e
ossessivamente per questue di finanziamenti, e che poi ignorano
creando
una grave ed evidente frattura tra ricerca e clinica.
Ci sono indubbiamente
altri modi per curare il cancro (come ho dimostrato al primo
Convegno di
Medicina Integrata del 2006) ma il Metodo Di Bella è, secondo
me, uno
dei migliori e ritengo vada sostenuto in tutti i modi.
Riferimenti
utili
Nella sezione "in
evidenza" del sito http://www.metododibella.org
in
prima pagina, sono scaricabili tutti gli atti del congresso di S
Marino
e i video.
Su You
Tube cliccando
"Metodo Di Bella" compaiono una serie di video, il più
interessante dei quali è l’intervista al professor Peter
Freybergh,
eminente ricercatore e clinico, noto a livello internazionale,
sulle
basi scientifiche e le indicazioni cliniche del MDB.
Per comprendere la
strategia delle varie commissioni ministeriali, la creazione di
"Prontuari e Linee guida" vincolanti per i medici, è utile
leggere l’articolo di Marcia Angell La verità
sulle Case Farmaceutiche.