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La Germania dice addio alle auto elettriche – Ritorna al diesel

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La Germania dice addio a auto elettriche e ritorno al diesel. La domanda è Se in Spagna faranno lo stesso…

di Editoriale La Grada Motor
19 dicembre 2023 dal
sito web LagradaOnline

A partire da lunedì 18, la politica di stimolo per l’acquisto di auto elettriche in Germania prende una direzione inaspettata, di regressione, eliminando bonus e sussidi per l’acquisto di auto elettriche simili a quelle consegnate in Spagna (come MOVES III e altri sconti). . Il provvedimento, in qualche modo contrario alle politiche ambientali dell’Unione Europea, è il risultato diretto di una sentenza della Corte Costituzionale Federale di quel Paese.
Questa sentenza ha dichiarato nullo il trasferimento al Climate and Transformation Fund (KFT) di oltre 60.000 milioni di euro da un fondo creato per combattere gli effetti della ‘pandemia’ di C….. 19, con cui l’amministrazione tedesca intendeva coprire un deficit fiscale nel fondi stanziati per, cambiare l’attuale tecnologia basata su carburanti inquinanti e promuovere sistemi più rispettosi dell’ambiente, come le “auto elettriche”…

La sentenza che colpisce il piano MOVES tedesco

Dal 2016 la Germania ha versato circa 10 miliardi di euro nell’ambito della politica di finanziamento dell’acquisto di circa 2,1 milioni di auto elettriche.

Questi contributi sono stati concessi nel quadro di un programma di promozione della mobilità elettrica e sarebbero stati mantenuti fino al 2027, o almeno fino a quando aziende tedesche, come Volkswagen , non avrebbero immesso sul mercato auto elettriche “economiche” (sotto i 25.000 euro).

Questo piano di stimolo aveva già subito una diminuzione dei suoi contributi, che erano passati da 6.000 euro a 4.500, ma da lunedì 18 dicembre sono completamente eliminati, a causa degli aggiustamenti di bilancio che deve apportare il Ministero federale dell’Economia e Protezione del clima.

I tagli al budget destinato alla trasformazione ambientale avvengono a causa di una decisione della Corte Costituzionale Federale , che ha dichiarato incostituzionali i bilanci 2024 approvati dal governo tedesco, per aver violato una legge che limita deficit e debito…

Più sostegno ai veicoli diesel
Questa decisione del Tribunale federale potrebbe avere diverse importanti conseguenze sul futuro delle auto elettriche prodotte in Germania.

Da un lato ritira il bonus per l’acquisto di auto elettriche europee in un momento in cui le auto cinesi di questo tipo sono in piena espansione sul mercato europeo.

Questo è ciò che molti considerano concorrenza sleale, poiché ritengono che queste auto siano sovvenzionate in diversi modi dal governo cinese.

Favorevole anche per l’azienda americana Tesla, che prevede il lancio di un modello più economico e che, con uno stabilimento a Berlino, sembra vivere un buon momento anche tra gli acquirenti tedeschi.

Questa non è una buona notizia per Volkswagen, che non avrà un’auto elettrica veramente economica fino al 2025.

D’altra parte, e questo è un fatto che preoccupa molto gli ambientalisti tedeschi, mentre l’eliminazione di questo bonus scoraggia l’acquisto di auto elettriche tedesche, Il governo di questo paese continua a mantenere vantaggi fiscali per i veicoli diesel costruiti in quel paese.

Per questo c’è chi ritiene che l’eliminazione del bonus ambientale, il contributo che veniva concesso per l’acquisto di auto elettriche, potrebbe indirettamente avvantaggiare le auto diesel

Potrebbe verificarsi una situazione simile in Spagna?

Ciò non accadrà necessariamente in Spagna con i nuovi motori.

Il piano di aiuti alla mobilità elettrica MOVES III era stato progettato per concludersi questo dicembre, ma è stato prorogato fino al 31 luglio 2024 o fino all’esaurimento dei fondi stanziati per questo programma.

Dato che la Spagna è uno dei paesi in ritardo nel numero di auto elettriche in circolazione, è improbabile che gli aiuti per stimolare l’elettromobilità vengano eliminati a breve termine.

Pubblicato sul sito web: https://www.bibliotecapleyades.net/

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Gas, riempiamo le riserve e poi le userà la Germania. L’incredibile retroscena

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In questo caso, il popolare detto “mal comune mezzo gaudio” non risulta essere del tutto appropriato. Non siamo i soli, anche la Germania è sull’orlo del baratro. Ma potremmo essere comunque noi a pagarne lo scotto. Berlino, sempre più a corto di materia energia, sta attingendo dalle proprie riserve e, al momento, Gazprom non sembra voler dare buone notizie sulla riapertura del Nord Stream 1: «Forniture tagliate per forza maggiore». C’è un meccanismo Ue, però, che di fatto obbliga chi si è portato avanti con gli stoccaggi ad aiutare i Paesi in difficoltà. E qui “casca l’asino”.

La lettera segreta di Gazprom

Siamo ormai sommersi dagli studi contenenti previsioni catastrofiche per l’economia tedesca – e non solo – nel caso in cui la Russia decidesse di non riprendere regolarmente il flusso proveniente dal gasdotto Nord Stream 1, cosa che dovrebbe avvenire tra il 21 e il 22 luglio. Roba da far impallidire la crisi mondiale del 2008: un numero inimmaginabile di aziende verrebbero condannate alla chiusura, con impatti drammatici sull’occupazione, sulla crescita, sull’inflazione e sulla tenuta sociale. Come abbiamo scritto in un articolo pubblicato ieri sera, sembra che Gazprom abbia inviato una lettera ai propri clienti europei, citando la “causa di forza maggiore” per giustificare le mancate consegne di gas dal 14 giugno scorso, giorno dal quale Mosca ha deciso di ridurre le forniture del 60% sul gasdotto Nord Stream. Molto probabilmente, il fine è quello di svincolarsi dalle relative penali, preannunciando inoltre che i flussi di gas dalla Russia non riprenderanno dopo il termine del periodo di manutenzione del gasdotto.

La Germania attinge dalle proprie riserve

Uniper, il più grande importatore di gas dalla Russia, ha reagito immediatamente rigettando la lettera, definendola come del tutto “ingiustificata”. Come riporta oggi La Verità, però, per continuare regolarmente la fornitura ai propri clienti, il colosso tedesco sta comprando sul mercato il gas che la Russia non ha fornito, e questo genera un buco nei suoi conti stimato in circa 30 milioni euro al giorno. In piena crisi di approvvigionamento, Uniper sta cercando di “metterci una pezza” prelevando gas dagli stoccaggi, invece di riempirli come stiamo facendo noi, peraltro a carissimo prezzo. L’obbiettivo dell’80% di riempimento degli stoccaggi prima dell’autunno, dunque, risulta essere semplicemente irraggiungibile. Infatti, è una settimana ormai che i siti di stoccaggio tedeschi non vedono più del 64,5% di gas al loro interno.

L’Unione Europea chiederà la riduzione dei consumi

Berlino sta tentando di uscire dal cul-de-sac trovando un accordo col maggior azionista di Uniper, ovvero Fortum, una compagnia di proprietà del governo finlandese. Ma i dati sono raccapriccianti e alcune stime indicano, ad oggi, una necessità di cassa e ricapitalizzazione per un totale di 10 miliardi di euro, che salirebbero ad oltre 30 miliardi di euro se il Nord Stream 1 chiudesse totalmente. Non di certo quisquilie per il governo finlandese, che non sarebbe certo felice di accollarsi una cifra simile in tempi come questi. Ad ogni modo, la trattativa tra i due governi è ancora aperta e si attendono notizie in merito. Dal canto suo, la Commissione europea presenterà nella giornata di domani le proprie raccomandazioni per diminuire i consumi di energia nel continente. L’obiettivo principale è quello di risparmiare circa l’8% di energia. Pressata dal capo dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol, la Commissione si adopererà nel richiedere a tutti i Paesi membri un avvio immediato della riduzione dei consumi.

Il patto di solidarietà che inchioda l’Italia

Ma veniamo al punto: la Germania sarà di certo il primo Paese in cui la carenza di gas paleserà tutti i suoi nefasti effetti. Contando che si tratta, appunto, della Germania, la Commissione sembra già essere particolarmente solerte e attiva nel tentativo di sollecitare la solidarietà degli altri Paesi membri. Esiste, infatti, una perversa “clausola di salvaguardia” che impone la cessione di parte delle proprie riserve a chi ne dovesse avere più bisogno. Il governo di Olaf Scholz ha già siglato questi patti di “solidarietà” con Italia, Austria e Danimarca, e starebbe lavorando per chiudere simili accordi anche con la Repubblica Ceca. Come riferisce La Verità, “in virtù di questi patti, chi invoca la solidarietà può chiedere alla controparte una fornitura di gas di emergenza, della quale sono già definite le condizioni di prezzo e di consegna. L’Italia è il maggior candidato a fornire tale assistenza alla Germania, date le sue dimensioni. Se il meccanismo venisse attivato, è ragionevole pensare che l’Italia fornirebbe gas alla Germania lasciando in territorio tedesco parte della fornitura che riceve dalla Norvegia, disponibile per il prelievo dal gasdotto TENP”.

Problemi logistici oltre quelli economici

In effetti, bisogna fare i conti non solo con i problemi economici, ma anche con quelli logistici. Sembra infatti che la rete di gasdotti europea non sia strutturata per un contro flusso Sud-Nord (e nemmeno Ovest- Est) di grandi entità, avendo sempre funzionato da Nord in direzione Sud e da Est in direzione Ovest. D’altro lato, appare complicato per la Germania riuscire nel tentativo di stipulare altri accordi in Europa, viste le posizioni non proprio benevole di molti altri governi verso Berlino. L’esecutivo ungherese, capitanato da Viktor Orban, ad esempio, ha già messo le cose in chiaro, sottolineando che da agosto saranno vietate le esportazioni dall’Ungheria di qualunque combustibile, legname compreso. La Germania che chiede la solidarietà degli altri Paesi è una situazione più unica che rara, quasi karmica, e com’è noto spesso “chi semina vento raccoglie tempesta”.

La “solidarietà” della Germania

Le pagine de Le Verità ci sovvengono per ricordare, ad esempio, che solo nel marzo del 2020, all’inizio della pandemia di Coronavirus, la Germania vietava l’export di mascherine e dispositivi medici, senza alcun riguardo alla solidarietà verso i vicini in difficoltà. L’Italia, in quei primi e drammatici giorni, ne avrebbe avuto particolare bisogno, eppure le cose sono andate diversamente. Ma gli esempi sono molti e ben noti a chi ci legge. Conosciamo tutti la sprezzante “solidarietà” con cui la Germania ha agito negli anni della crisi economica, avanzando richieste di austerity a buona parte dei Paesi membri. Italia, Grecia, Spagna e Portogallo in primis, i cui nomi andavano a comporre la parola PIGS, in inglese “maiali”. Diktat imposti glacialmente, senza farsi alcun problema sulle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare i cittadini reietti. Manovre “lacrime e sangue”, necessarie per salvare le banche tedesche e francesi esposte verso quei Paesi. Per non parlare della Polonia, che nel caso specifico è stata uno dei maggiori oppositori dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, causa il conseguente indebolimento del fronte orientale dell’Unione Europea. Eppure, a suo tempo, la Germania non si curò delle critiche e delle proteste polacche, tirando dritto nel portare a termine il suo progetto.

Chi semina vento (a volte) raccoglie tempesta

Chissà se l’esecutivo di Berlino sarà così freddo ed efficace nell’imporre “lacrime e sangue” anche ai propri cittadini questa volta, costringendoli a non esaurire le proprie riserve, evitando di mettere in difficoltà quei Paesi che, come l’Italia sono già oltre l’orlo del baratro ma i cui governanti, forse, soffrono di memoria corta, per non dire di mancanza di attributi. Una cosa è certa, nell’applicazione di queste assurde sanzioni chi ha perso è solo l’Europa. Che se ne facciano una ragione dalle parti di Bruxelles, ora che anche la loro “perla” rischia seriamente il collasso.

Fonte articolo: ☛ ilparagone.it

Pubblicato sul sito web: https://dammilamanotidounamano.altervista.org/

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La crociata della Germania: la delazione tramite App

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La nuova app combatte l’incitamento all’odio permettendoti di insultare chiunque

Pubblicato da: Peter Caddler via Breitbart

La “violenza digitale” è la novità in Germania. L’ONG progressiva HateAid ha rilasciato un’app che ti consente di accusare chiunque di incitamento all’odio o altre attività digitali inadeguate. HateAid esamina le richieste e poi le invia alle autorità per il procedimento penale. Com’è a non incitare all’odio gettare qualcuno in un tritacarne criminale?⁃ Editor di TN

Diverse ONG in Europa stanno spingendo affinché la popolazione utilizzi software in stile cinese per segnalare loro casi di razzismo, incitamento all’odio e “violenza digitale”.

Le ONG progressiste in Europa hanno arruolato il pubblico in generale per assisterlo nella loro crociata contro il cosiddetto incitamento all’odio, con un’organizzazione che utilizza un’app per smartphone in stile cinese per incoraggiare le persone a spifferare coloro che violano le norme progressiste sociali.

Diventata alla ribalta nei media tedeschi grazie al suo ruolo in una recente operazione di punizione lanciata contro la polizia, la censura ONG HateAid ha incoraggiato il pubblico a denunciare casi di ciò che chiama “violenza digitale” utilizzando il software personalizzato dell’organizzazione.

Secondo un rapporto by Der Spiegel, l’indagine guidata dal programma televisivo “ZDF Magazin Royale” e supportata da HateAid, ha rilevato che alcuni funzionari delle forze dell’ordine non hanno agito sufficientemente rapidamente – o addirittura registrato in alcuni casi – casi di “incitamento all’odio” online che sono stati portati alla loro attenzione da coloro che sono coinvolti nell’operazione.

Da allora questa denuncia ha portato a denunce penali contro alcuni ufficiali sospettati di non agire in perfetta sintonia con i vari requisiti e richieste censurate del diritto tedesco.

Da allora l’organizzazione ha colto l’occasione per denunciare polizia per aver presumibilmente ignorato le segnalazioni di “commenti chiaramente estremisti di destra”, nonché per aver emesso raccomandazioni sulla riforma delle forze tedesche in modo da agire più prontamente per perseguire la “violenza digitale” che viola la legge.

Tuttavia, apparentemente non contento di quanto siano efficaci i funzionari statali tedeschi censori da soli, il gruppo ha anche spinto il pubblico a usare il loro “ReportHeroes” app, che esso descrive come strumento che consente agli utenti di combattere “tutte le forme di violenza digitale, siano esse insulti, diffamazione, violenza digitale sessista, commenti di odio o incitamento all’odio”.

Simile a sistema lanciata dal Partito Comunista Cinese durante le Olimpiadi invernali del 2022, che ha consentito agli utenti di segnalare contenuti digitali “politicamente sensibili” direttamente alle autorità nazionali, l’app “ReportHeroes” consente agli utenti di segnalare qualsiasi caso di “violenza digitale” che trovano su Internet a HateAid.

L’organizzazione   che tutte le informazioni inviate tramite l’app in questo modo vengano quindi verificate da sole, prima di essere inoltrate direttamente a una sezione della Procura della Repubblica di Francoforte sul Meno, dove le autorità statali possono quindi decidere se il netizen inm question ha o meno un procedimento penale per rispondi per.

“Molto importante: se non sei sicuro che il commento sia effettivamente rilevante dal punto di vista penale o meno, ricorda: è meglio segnalare troppi che troppo pochi!” le note dell’organizzazione sul loro sito web.

Leggi la storia completa qui …

Pubblicato sul sito web: https://it.technocracy.news/

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Solo questione di tempo

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La deriva verso una guerra più ampia

Sfortunatamente, la situazione nell’Europa orientale sta evolvendo rapidamente esattamente come pensavo. La stupidità e l’incompetenza governano la giornata.

Sul fronte militare, Finlandia e Svezia stanno parlando di entrare a far parte della NATO nel prossimo giugno, tra poche settimane. Guarda caso, l’adesione di Finlandia e Svezia alla piena adesione alla NATO oltrepasserebbe chiaramente una linea rossa del Cremlino espressa pubblicamente e probabilmente si tradurrà in una guerra aperta nella regione baltica, forse già quest’estate. 

Per quanto riguarda l’energia, ho capito che la Russia ha interrotto il flusso di gas naturale verso Polonia e Bulgaria, per mancato pagamento in rubli tempestivamente. Il grande gasdotto che va dalla Russia alla Polonia prosegue anche dalla Polonia alla Germania, il che significa che se la fornitura di gas naturale russo alla Polonia è stata interrotta, presumibilmente anche i flussi di gas naturale russo alla Germania sono stati ridotti. L’economia e l’industria tedesche dipendono molto dal gas naturale russo, che è di cattivo auspicio per la nazione tedesca. A meno che Germania, Bulgaria e Polonia non inizieranno presto a pagare per il gas russo in rubli, le loro economie saranno gravemente ostacolate. 

Intanto, nell’exclave russa della Transnistria, lungo il confine tra Moldova e Ucraina, si registrano nelle ultime settimane esplosioni inspiegabili. C’è una guarnigione militare russa in Transnistria e un deposito di armi militari. Inoltre, la popolazione della Transnistria è di lingua russa. Se la Transnistria venisse attaccata, i russi probabilmente interverrebbero militarmente lì. Potrebbe succedere in qualsiasi momento.

E gettando al vento la cautela, l’USSA/NATO/UE continua a versare miliardi di dollari di armi e più personale in Ucraina, alimentando le fiamme della guerra, spingendo il regime di Kiev a portare avanti il ​​conflitto.

L’assedio russo della massiccia acciaieria Azovstal a Mariupol continua a ritmo sostenuto, con l’esercito russo in agguato tutt’intorno alla struttura. Si dice che circa 1.000 combattenti neonazisti del battaglione Azov siano ancora rintanati nel profondo labirinto sotterraneo di tunnel che sta alla base del complesso, insieme a molti ostaggi civili e decine di ufficiali militari della NATO – apparentemente britannici, francesi, polacchi, USSA-Pentagono , tedesco, turco, canadese — presumibilmente includendo anche uno o due generali.

Per quanto riguarda ciò che sta realmente accadendo sottoterra nella tentacolare acciaieria Azovstal, ed esattamente perché il battaglione neonazista Azov e decine di militari della NATO hanno scelto di nascondersi nei livelli sotterranei sotto di essa, chi lo sa per certo? — anche se, tra le altre cose, si dice che implichi macabro, satanico sacrificio umano/tortura/raccolta adrenocromatica di persone e bambini dalla popolazione locale da parte dei nazisti del battaglione Azov e dei loro alleati militari della NATO, o in alternativa un’operazione segreta, altamente pericoloso bio-laboratorio sotterraneo gestito dal Pentagono per lo sviluppo di agenti patogeni sconosciuti per scopi nefasti e sconosciuti.

Se tutto ciò sembra insolitamente ricordare alcune parti della trama del film Resident Evil, forse lo è, forse ha a che fare con la funzione di programmazione predittiva di Hollywood, come sceneggiato dai poteri satanici della CIA e del Pentagono, così che il film di ieri è solo prologo per l’orribile realtà di oggi. Molto probabilmente i russi hanno un’idea abbastanza precisa di cosa c’è laggiù, quindi si prenderanno il loro tempo per entrare in quell’Inferno, preferendo prima lasciare che i demoni si banchettino a vicenda per alcune settimane, prima di fare loro un’offerta che faranno non rifiutare. 

Purtroppo, la guerra è solo all’inizio. Non fatevi illusioni, con tutto il materiale militare e il personale che l’USSA/NATO/UE stanno ora riversando nell’Europa orientale e nella regione baltica, è solo questione di tempo – probabilmente entro la fine dell’anno – fino a quando non ci sarà un conflitto militare diretto tra Russia/Bielorussia e USSA/NATO/UE. E poi l’unico problema da risolvere sarà quanto grande e quanto violento cresce il conflitto e quanto velocemente.

Entrambe le parti sono armate molto pesantemente nucleari, quindi oltre un certo punto è del tutto possibile che i silos di missili nucleari si aprano e scoppi l’inferno. Il nuovo missile russo Sarmat trasporta un carico utile fino a 15 testate nucleari, mirabili in modo indipendente, e può colpire l’altra parte del pianeta, cioè l’USSA continentale, alias The Lower 48, entro meno di 30 minuti dal lancio. I russi hanno anche missili nucleari Bulava, che possono essere lanciati dai sottomarini di classe Borei della Marina russa dal Nord Atlantico, dal Golfo del Messico, dal Mar dei Caraibi o dall’Oceano Pacifico o Artico, così come i missili nucleari Topol-M mobili da strada, che può essere lanciato dal territorio russo attraverso il Polo Nord verso il Nord America. I missili Sarmat arriveranno urlanti all’orizzonte a 18.000 mph, mentre i missili Bulava e Topol-M”

Naturalmente, il Pentagono dispone di 450 missili nucleari Minuteman-III in North Dakota, Nebraska, Wyoming, Colorado e Montana. Sono una generazione più vecchia di tecnologia missilistica nucleare rispetto ai missili russi Bulava, Topol-M e Sarmat, ma hanno testate nucleari e presumibilmente la maggior parte di loro consegnerebbe le loro testate su obiettivi in ​​Russia, se sparati. La USSA Navy ha anche una propria flotta di Trident, sottomarini che lanciano missili nucleari che pattugliano il Pacifico, l’Oceano Artico e l’Oceano Atlantico, il Mar Mediterraneo e chissà dove altro. 

E poi sia la Russia che l’USSA hanno molti bombardieri pesanti in grado di lanciare missili da crociera nucleari da distanze di stallo. 

Ora conosco persone, e probabilmente anche tu, che credono che i benevoli “alieni” o Dio o semplicemente la decenza umana non permetteranno mai che accada una cosa così terribile, perché è semplicemente troppo orribile e orribile; che uno scambio di missili nucleari non può avvenire, a causa del suo essere così terribile e infernale.

Ho sentito questa obiezione molte volte nel corso degli anni, fino ai giorni nostri, e mi permetto di dissentire. Le armi nucleari esistono concretamente, sono schierate a migliaia, ci sono piani attivi da entrambe le parti per lanciarle e continua la costante tendenza verso uno scontro militare diretto tra USA/NATO/UE e Russia/Bielorussia. 

Ergo, concludo che la possibilità di uno scambio di missili nucleari sia decisamente reale. Se si verifica, sarà estremamente veloce e violento oltre ogni immaginazione. E il mondo che conoscevamo scomparirà all’istante per sempre, per non tornare mai più.

FONTE

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A un bambino cipriota di tre anni con una grave malattia cardiaca è stato rifiutato un intervento chirurgico

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Il personale medico assiste un paziente infetto dal coronavirus Covid-19 nell'unità di terapia intensiva (ICU) Covid-19 dell'ospedale universitario (Bergmannsheil Klinikum) a Bochum, Germania occidentale, il 16 dicembre 2021, in mezzo al nuovo coronavirus COVID-19 pandemia.  - L'agenzia sanitaria dell'UE ECDC il 15 dicembre 2021 ha avvertito che le vaccinazioni ...

Tre paesi si sono rifiutati di fare un intervento chirurgico al cuore di un bambino perché i genitori non erano inoculati

di Peter Caddle1 Feb 2022

A un bambino cipriota è stato rifiutato un intervento chirurgico al cuore necessario in tre paesi separati, per il fatto che i suoi genitori non erano stati v@xxinati.

A un bambino cipriota di tre anni con una grave malattia cardiaca è stato rifiutato un intervento chirurgico necessario in tre paesi separati perché i suoi genitori non sono stati v@xxinati contro il C-o-r-o-n-a-v-i-r-u-s cinese.

Il bambino è ora finalmente in attesa di un intervento chirurgico in Grecia.

Secondo un rapporto Politico, gli ospedali di Cipro non sono stati in grado di condurre l’intervento chirurgico, quindi il bambino è stato programmato per l’intervento in un ospedale di Francoforte.

Tuttavia, un giorno prima che il ragazzo fosse portato in ambulanza in Germania, l’ospedale ha annullato la procedura per il fatto che i genitori non erano stati inoculati contro il C-O-V-I-D-19.

È stato rifiutato anche il suggerimento delle autorità cipriote che il bambino si rechi invece per l’intervento chirurgico con un tutore legale invece dei suoi genitori.

Il Politico riferisce che al bambino sono stati poi rifiutati gli interventi chirurgici sia nel Regno Unito che in Israele per lo stato di non v@xxinazione dei suoi genitori, entrambi i quali hanno successivamente ricevuto l’inoculo giovedì.

Alexey Matveev, il padre del ragazzo, ha espresso la sua confusione riguardo alla decisione dopo che l’ospedale di Francoforte ha rifiutato l’intervento chirurgico.

“So che i pazienti non v@xxinati sono ricoverati negli ospedali in Germania”, ha detto Matveev.

“Non sapevo che dovevo essere v@xxinato perché mio figlio fosse operato in quell’ospedale”, ha continuato il cittadino russo. “Se l’avessi saputo ovviamente l’avrei fatto… sono in buona salute e non volevo essere v@xxinato”.

“Huge Moment for Freedom” UK Obbligatorio Vax per gli operatori sanitari pronto per essere demolito – Rapporto https://t.co/fSqo4iEnVa

— Breitbart London (@BreitbartLondon) 31 gennaio 2022

Secondo il Politico, un funzionario del ministero della salute tedesco ha confermato che non c’erano regole in vigore che impedissero agli ospedali di curare pazienti non v@xxinati, per non parlare di curare pazienti i cui genitori non sono stati v@xxinati.

Tuttavia, il funzionario sanitario ha anche chiarito in merito al rifiuto che gli ospedali spesso stabiliscono le proprie regole in merito alle restrizioni sui v@xxini.

In questo, questo evento rispecchia un caso accaduto a Boston la scorsa settimana, in cui a un uomo è stato rifiutato un trapianto di cuore per il suo stesso stato di non essere inoculato.

All’uomo è stata rifiutata la procedura al Brigham and Women’s Hospital perché l’istituto ha affermato che essere inoculto era “necessario” per un intervento chirurgico lì.

“Come molti altri programmi di trapianto negli Stati Uniti, il vaccino C-O-V-I-D-1-9 è uno dei numerosi v@xxini e comportamenti di vita richiesti per i candidati al trapianto nel sistema del generale Brigham di massa al fine di creare sia le migliori possibilità per un’operazione di successo che anche il paziente sopravviva dopo il trapianto”, si legge in un comunicato dell’ospedale.

Fonte: https://www.breitbart.com/europe/2022/02/01/toddler-refused-heart-surgery-in-three-separate-countries-over-parents-being-unjabbed/

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