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Gas, riempiamo le riserve e poi le userà la Germania. L’incredibile retroscena

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In questo caso, il popolare detto “mal comune mezzo gaudio” non risulta essere del tutto appropriato. Non siamo i soli, anche la Germania è sull’orlo del baratro. Ma potremmo essere comunque noi a pagarne lo scotto. Berlino, sempre più a corto di materia energia, sta attingendo dalle proprie riserve e, al momento, Gazprom non sembra voler dare buone notizie sulla riapertura del Nord Stream 1: «Forniture tagliate per forza maggiore». C’è un meccanismo Ue, però, che di fatto obbliga chi si è portato avanti con gli stoccaggi ad aiutare i Paesi in difficoltà. E qui “casca l’asino”.

La lettera segreta di Gazprom

Siamo ormai sommersi dagli studi contenenti previsioni catastrofiche per l’economia tedesca – e non solo – nel caso in cui la Russia decidesse di non riprendere regolarmente il flusso proveniente dal gasdotto Nord Stream 1, cosa che dovrebbe avvenire tra il 21 e il 22 luglio. Roba da far impallidire la crisi mondiale del 2008: un numero inimmaginabile di aziende verrebbero condannate alla chiusura, con impatti drammatici sull’occupazione, sulla crescita, sull’inflazione e sulla tenuta sociale. Come abbiamo scritto in un articolo pubblicato ieri sera, sembra che Gazprom abbia inviato una lettera ai propri clienti europei, citando la “causa di forza maggiore” per giustificare le mancate consegne di gas dal 14 giugno scorso, giorno dal quale Mosca ha deciso di ridurre le forniture del 60% sul gasdotto Nord Stream. Molto probabilmente, il fine è quello di svincolarsi dalle relative penali, preannunciando inoltre che i flussi di gas dalla Russia non riprenderanno dopo il termine del periodo di manutenzione del gasdotto.

La Germania attinge dalle proprie riserve

Uniper, il più grande importatore di gas dalla Russia, ha reagito immediatamente rigettando la lettera, definendola come del tutto “ingiustificata”. Come riporta oggi La Verità, però, per continuare regolarmente la fornitura ai propri clienti, il colosso tedesco sta comprando sul mercato il gas che la Russia non ha fornito, e questo genera un buco nei suoi conti stimato in circa 30 milioni euro al giorno. In piena crisi di approvvigionamento, Uniper sta cercando di “metterci una pezza” prelevando gas dagli stoccaggi, invece di riempirli come stiamo facendo noi, peraltro a carissimo prezzo. L’obbiettivo dell’80% di riempimento degli stoccaggi prima dell’autunno, dunque, risulta essere semplicemente irraggiungibile. Infatti, è una settimana ormai che i siti di stoccaggio tedeschi non vedono più del 64,5% di gas al loro interno.

L’Unione Europea chiederà la riduzione dei consumi

Berlino sta tentando di uscire dal cul-de-sac trovando un accordo col maggior azionista di Uniper, ovvero Fortum, una compagnia di proprietà del governo finlandese. Ma i dati sono raccapriccianti e alcune stime indicano, ad oggi, una necessità di cassa e ricapitalizzazione per un totale di 10 miliardi di euro, che salirebbero ad oltre 30 miliardi di euro se il Nord Stream 1 chiudesse totalmente. Non di certo quisquilie per il governo finlandese, che non sarebbe certo felice di accollarsi una cifra simile in tempi come questi. Ad ogni modo, la trattativa tra i due governi è ancora aperta e si attendono notizie in merito. Dal canto suo, la Commissione europea presenterà nella giornata di domani le proprie raccomandazioni per diminuire i consumi di energia nel continente. L’obiettivo principale è quello di risparmiare circa l’8% di energia. Pressata dal capo dell’Agenzia internazionale dell’energia, Fatih Birol, la Commissione si adopererà nel richiedere a tutti i Paesi membri un avvio immediato della riduzione dei consumi.

Il patto di solidarietà che inchioda l’Italia

Ma veniamo al punto: la Germania sarà di certo il primo Paese in cui la carenza di gas paleserà tutti i suoi nefasti effetti. Contando che si tratta, appunto, della Germania, la Commissione sembra già essere particolarmente solerte e attiva nel tentativo di sollecitare la solidarietà degli altri Paesi membri. Esiste, infatti, una perversa “clausola di salvaguardia” che impone la cessione di parte delle proprie riserve a chi ne dovesse avere più bisogno. Il governo di Olaf Scholz ha già siglato questi patti di “solidarietà” con Italia, Austria e Danimarca, e starebbe lavorando per chiudere simili accordi anche con la Repubblica Ceca. Come riferisce La Verità, “in virtù di questi patti, chi invoca la solidarietà può chiedere alla controparte una fornitura di gas di emergenza, della quale sono già definite le condizioni di prezzo e di consegna. L’Italia è il maggior candidato a fornire tale assistenza alla Germania, date le sue dimensioni. Se il meccanismo venisse attivato, è ragionevole pensare che l’Italia fornirebbe gas alla Germania lasciando in territorio tedesco parte della fornitura che riceve dalla Norvegia, disponibile per il prelievo dal gasdotto TENP”.

Problemi logistici oltre quelli economici

In effetti, bisogna fare i conti non solo con i problemi economici, ma anche con quelli logistici. Sembra infatti che la rete di gasdotti europea non sia strutturata per un contro flusso Sud-Nord (e nemmeno Ovest- Est) di grandi entità, avendo sempre funzionato da Nord in direzione Sud e da Est in direzione Ovest. D’altro lato, appare complicato per la Germania riuscire nel tentativo di stipulare altri accordi in Europa, viste le posizioni non proprio benevole di molti altri governi verso Berlino. L’esecutivo ungherese, capitanato da Viktor Orban, ad esempio, ha già messo le cose in chiaro, sottolineando che da agosto saranno vietate le esportazioni dall’Ungheria di qualunque combustibile, legname compreso. La Germania che chiede la solidarietà degli altri Paesi è una situazione più unica che rara, quasi karmica, e com’è noto spesso “chi semina vento raccoglie tempesta”.

La “solidarietà” della Germania

Le pagine de Le Verità ci sovvengono per ricordare, ad esempio, che solo nel marzo del 2020, all’inizio della pandemia di Coronavirus, la Germania vietava l’export di mascherine e dispositivi medici, senza alcun riguardo alla solidarietà verso i vicini in difficoltà. L’Italia, in quei primi e drammatici giorni, ne avrebbe avuto particolare bisogno, eppure le cose sono andate diversamente. Ma gli esempi sono molti e ben noti a chi ci legge. Conosciamo tutti la sprezzante “solidarietà” con cui la Germania ha agito negli anni della crisi economica, avanzando richieste di austerity a buona parte dei Paesi membri. Italia, Grecia, Spagna e Portogallo in primis, i cui nomi andavano a comporre la parola PIGS, in inglese “maiali”. Diktat imposti glacialmente, senza farsi alcun problema sulle conseguenze che avrebbero dovuto affrontare i cittadini reietti. Manovre “lacrime e sangue”, necessarie per salvare le banche tedesche e francesi esposte verso quei Paesi. Per non parlare della Polonia, che nel caso specifico è stata uno dei maggiori oppositori dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, causa il conseguente indebolimento del fronte orientale dell’Unione Europea. Eppure, a suo tempo, la Germania non si curò delle critiche e delle proteste polacche, tirando dritto nel portare a termine il suo progetto.

Chi semina vento (a volte) raccoglie tempesta

Chissà se l’esecutivo di Berlino sarà così freddo ed efficace nell’imporre “lacrime e sangue” anche ai propri cittadini questa volta, costringendoli a non esaurire le proprie riserve, evitando di mettere in difficoltà quei Paesi che, come l’Italia sono già oltre l’orlo del baratro ma i cui governanti, forse, soffrono di memoria corta, per non dire di mancanza di attributi. Una cosa è certa, nell’applicazione di queste assurde sanzioni chi ha perso è solo l’Europa. Che se ne facciano una ragione dalle parti di Bruxelles, ora che anche la loro “perla” rischia seriamente il collasso.

Fonte articolo: ☛ ilparagone.it

Pubblicato sul sito web: https://dammilamanotidounamano.altervista.org/

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In Italia, di CinqueG è praticamente vietato parlare

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Carcere, se si nega ancora la pericolosità del wireless CinqueG

Osi negare che il wireless CinqueG possa essere dannoso, per l’organismo? Peggio per te: ti farai 6 mesi di carcere o, a scelta, sborserai 250.000 euro di multa. E’ la pena comminata in Germania, a inizio anno, a un noto propagandista del CinqueG: il professor Alexander Lerchl, biologo dell’università di Brema. «Da oltre un decennio – ricorda Maurizio Martucci su “Oasi Sana” – il docente continuava a negare sia il nesso causale dell’insorgenza cancerogena che la possibile rottura del Dna dovuta all’esposizione cronica da radiofrequenze non ionizzanti, le stesse del CinqueG e di tutti gli altri standard wireless». Per questo è stato condannato: pena replicabile, si legge nella sentenza, ad ogni eventuale reiterazione del reato. «Con questa storico e inedito pronunciamento – osserva Martucci – i giudici tedeschi hanno praticamente messo una pietra tombale sul “neagazionismo del danno”, spostando ora la questione della moratoria CinqueG: dal blando “principio di precauzione” al più evidente “principio di prevenzione”».

Alexander Lerchl

Naturalmente, in Italia, di CinqueG è praticamente vietato parlare: chi è vicino al potere si mette a ridere, appena qualcuno accenna alle diffuse preoccupazioni per il wireless di quinta generazione, che si è fatto strada in modo particolarmente subdolo. Proprio per agevolare l’installazione della rete CinqueG sarebbero stati rasi al suolo decine di migliaia di grandi alberi, nei centri abitati della penisola. E lo stesso governo inglese, come documentato da Massimo Mazzucco, ha ammesso la correlazione: le fronde degli alberi (ricche di acqua) frenano la trasmissione del segnale, assorbendo le onde. In una sconcertante intervista realizzata da Red Ronnie, un prestigioso medico come Massimo Melelli Roia ha ricordato che, durante il lockdown 2020, gli unici “lavori in corso” erano quelli – semi-clandestini, anche notturni – per l’installazione delle antenne CinqueG. Il dottor Roia è fra quanti temono danni incalcolabili, anche neurologici, da ogni tipo di rete wireless.

Vari scienziati – ricorda Melelli Roia – parlano addirittura del rischio di estinzione dell’umanità, nell’arco di sole 5 generazioni, a causa dell’infertilità maschile che potrebbe essere indotta dalle emissioni d’onda, capaci di manomettere il nostro assetto genetico. Se in Germania a finire nei guai è stato un personaggio come Lerchl, è la stessa autorità pubblica, in materia (l’Icnirp, un ente privato con sede a Monaco) a negare tuttora che il CinqueG possa rappresentare un pericolo. La corte di Brema ha condannato Lerchl anche per aver falsificato il materiale esibito, nel tentativo di dimostrare l’innocuità del nuovo wireless. Nulla che sfiori il governo italiano, dove è presente un super-tecnocrate come Vittorio Colao, massimo “profeta” del CinqueG nel Belpaese. Sul wireless di quinta generazione, del resto, si basano le proiezioni del Grande Reset di Davos, adottate dal Green New Deal dell’Unione Europea. Avanti tutta, verso quello che – insieme alla campagna “v*a*c*c*i*n*a*le” – ha l’aria di poter essere il peggior attentato alla salute pubblica nella nostra storia?

Fonte: https://www.libreidee.org/2021/09/carcere-se-si-nega-ancora-la-pericolosita-del-wireless-5g/

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I conti della serva – Un vero affarone

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Bandiere Unione Europea acquisto online - Resolfin

[14/12, 23:16] Anna Dossena: 

“209 miliardi dall’Unione Europea!”

Questo in sintesi il messaggio che sta passando sui grandi media da qualche settimana. Il pubblico a casa deve credere che Bruxelles, dall’alto della sua bontà, stia inondando di soldi noi poveri straccioni ingrati italiani.

Ma qual è la verità?

Il Recovery Fund è una fregatura talmente palese da non poter essere nascosta più di tanto. Persino una testata europeista come l’Huffington Post se n’è accorta, il che è tutto dire.

Partiamo dal presupposto (spesso volutamente nascosto) che l’Italia è un CONTRIBUTORE NETTO della UE. Il che significa che il nostro Paese versa ogni anno a Bruxelles più soldi di quanti gliene tornino indietro.

Qualche cifra?

Parliamo finora di 15 miliardi all’anno. In pratica se la piantassimo di trasferire soldi allo straccio blu europeo per sette anni, risparmieremmo 105 miliardi. Lo ha confermato anche l’economista Daniel Gros al noto giornale sovranista La Stampa.

Anche la Corte dei Conti schiaffa in faccia agli euroinomani la realtà: dal 2012 al 2018 l’Italia ha versato nel bilancio UE 112,85 miliardi. Quanti ce ne sono tornati indietro? 76,49.

A quanto pare, anche il bilancio europeo che partirà dal 2021 vedrà il saldo dell’Italia in negativo, circa 2,9 miliardi in meno all’anno. In sette anni mancheranno nelle nostre tasche 20,3 miliardi.

E i 209 miliardi del Recovery Fund? All’Italia andrebbero 81 miliardi “a fondo perduto” (compresi altri piccoli fondi) e 127,6 miliardi IN PRESTITO (soldi che vanno comunque restituiti, dunque NUOVO DEBITO).

Se poi si fanno i conti della serva, grazie al documento dei servizi della Commissione Europea SWD (2020) 98 FINAL, per capire tra soldi in entrata e soldi in uscita come sarà messo il nostro Paese, la situazione risulta disarmante.

Il saldo dell’Italia è positivo per 56,7 miliardi SOLO GRAZIE AI PRESTITI (che, ripeto, sono altro debito). 

Se infatti consideriamo solo gli 81 miliardi a fondo perduto e sottraiamo i 96,3 miliardi che dovremo comunque versare nel bilancio UE proprio per sostenere il Recovery Fund, il risultato è… -15,3 miliardi.

Un affarone, eh?

State ancora sventolando la bandiera europea?

Matteo Brandi

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Recovery frode?

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di Riccardo Pizzirani

Questa mattina è stato rilasciato sul Corriere della Sera l’elenco in bozza dei 557 progetti finanziati dal Recovery Fund del Covid-19. Si tratta dell’accordo che il Governo italiano ha attivato nei confronti dell’Unione Europea e che ha sostituito il MES, sostanzialmente identico, ma con un nome ormai ampiamente squalificato.

Abbiamo quindi ricevuto 80 miliardi di sussidi a fondo perduto (di tasse anche nostre, già versate) e 120 miliardi di prestiti che andranno restituiti nel resto del corso della nostra vita; è quindi di fondamentale importanza capire come è stato proposto di spendere questi soldi.

Anche il metodo di rilascio di questo elenco lascia parecchie perplessità: sembra il più classico dei trucchi della rana bollita: si buttano sul piatto proposte spesso irricevibili, poi se nessuno dice niente le si applica, se invece qualcuno protesta si dice che era solo una bozza di lavoro non definitiva.

E non depone certo a favore della trasparenza del “Governo che non agisce con il favore delle tenebre” il fatto che il link sia sparito dalla prima pagina del Corriere della Sera già nel primo pomeriggio!

L’elenco dei progetti è molto lungo, 28 pagine e 557 progetti, quindi non è stato possibile al momento analizzarli tutti nel dettaglio (anzi, su questo aspetto chiediamo l’analisi e l’apporto di tutti). Vediamo però i primi che ci sono saltati all’occhio, grazie all’analisi preliminare dell’utente Ste_79: c’è comunque parecchio di cui stupirsi.

Infatti, sebbene ci siano anche progetti di rilancio propri di una fase post-pandemica, la maggior parte dei progetti infatti si potrebbe catalogare in una di queste due categorie: progetti inquietanti, e progetti di sperpero.

Cominciamo con quelli inquietanti. I numerosi refusi sono presenti nel testo originale.

Progetto 610: Piano Italia Cashless

Ammontare: 10.000.000.000 €

Durata: 3 anni

Realizzazione di un piano nazionale avente l’obiettivo di accompagnare la transizione verso una cashless community attraverso meccanismi di incentivo all’utilizzo di mezzi di pagamento elettronici sia per i consumatori che per gli esercenti, collegandola all’infrastruttura digitale per le certificazioni fiscali (fatture elettorniche e corrispettivi telematici), favorendo la precompilazione delle dichiarazioni fiscali e la pre-determinazione dei versamenti dovuti. La digitalizzazione dei pagamenti comporta inoltre effetti benefici in termini di sicurezza (meno contante, meno reati socialmente odiosi), igiene (particolarmente rilevante in questa fase), lotta all’evasione. Di contro, saranno necessari investimenti per aumentare il livello di sicurezza cibernetica.

La prima cosa che si nota è che una rivoluzione così fondamentale per la nostra società viene proposta in questo modo così “sottobanco” mentre meriterebbe ben più ampia discussione e considerazione.

Poi c’è da notare che in questo testo, da buoni pubblicitari, si esaltano solo i vantaggi di un economia senza contanti, come la minore evasione dei piccoli esercenti e addirittura la scusa della maggiore igiene, e non si parla minimamente degli svantaggi, come appunto il costo dell’operazione stessa (10 miliardi!!), le commissioni che saranno da pagare alle banche da qui in poi, ed il fatto non secondario che la stragrande maggioranza dell’evasione fiscale è compiuta dai grossi gruppi economici ed industriali, e quindi non sarebbe minimamente intaccata da questa norma!

Possiamo chiedere chi ha dato il mandato politico al Governo PD-M5S di trasformare la società italiana abolendo interamente il contante?

Progetto 342: Vigilanza cibernetica per edifici pubblici ed aree sensibili

Ammontare: 200.000.000 €

Numerose aziende italiane si occupano di ricerca, sviluppo e produzione industriale in ambito Computer Vision tramite Deep Learning. Le tecnologie Deep Learning italiane possono risolvere alcune criticità del Paese che necessita sempre di più di sicurezza etica. Se oggi si dotassero gli edifici pubblici ed aree sensibili di sistemi di vigilanza automatizzata ci si troverebbe paradossalmnete di fronte al problema di dover cedere immagini e dati sensibili a Paesi stranieri che detengono la quasi totalità del mercato di tecnologie di deep leanring. Potenziare, al contrario, la produzione di tecnologie italiane delle molte piccole e medie imprese, con forte capacità innovativa, può consentire di mantenere in Italia sia il know how, sia i capitali che i dati sensibili. Le tecnologie di Deep Learning, così sviluppate, in ambito sicurezza potrebbero consentire l’ottenimento di molteplici benefici:- edifici pubblici, aree sensibili, piazze e strade potrebbero godere di sistemi di sicurezza capaci di rilevare autonomamente anomalie, segnalandole al personale addetto (ad esempio pacchi sospetti, automezzi in aree pedonali, persone che litigano, persone che impugnano armi da fuoco, persone con passamontagna, ecc). – le stesse tecnologie possono essere anche molto utili in periodo Covid-19 perché possono segnalare persone troppo vicine tra loro, assembramenti, ingresso in edifici di persone senza mascherina, ecc

Questi 200 milioni invece verrebbero spesi per potenziare i sistemi di videosorveglianza di edifici pubblici ed aree sensibili. Videosorveglianza automatizzata.

Avremo quindi sistemi informatici di intelligenza artificiale che tracciano costantemente stadi, cinema, piazze, parchi, e che lanciano allarmi automatizzati se ci sono persone che litigano (!!), persone armate, persone con passamontagna (!!!), persone giudicate troppo vicine tra loro, assembramenti, e l’ingresso in edifici di persone senza mascherina.

Allora chiariamoci: o i nostri governanti pensano di tenere in piedi le norme di distanziamento sociale e delle mascherine per anni, e allora avremo il tempo di impostare e realizzare questo progetto; oppure si vuole potenziare la videosorveglianza pervasiva e costante della cittadinanza e quello delle norme covid-19 è solo una scusa. Scegliete voi quello che fa meno ribrezzo.

Progetto 356: 5G space based (costellazione satelliti bassa latenza per garantire banda larga)

Ammontare: 170.000.000 €

Durata: 1 anno

Realizzare una costellazione di satelliti modulare (3 famiglie di 12 esemplari ciascuna) al fine di garantire capacità 5G a banda larga e bassa latenza e copertura sul territorio nazionale, europeo e globale a unità della Difesa e altri Corpi dello Stato Organzizzazioni Nazionali

170 milioni per realizzare entro un anno 36 satelliti 5G da mettere in orbita per irradiare l’intero territorio nazionale, con buona pace del principio di precauzione che non viene valutato nemmeno per il 5G terrestre, e con una bella pietra tombale per tutte le discussioni intentate dal comitato dei 500 comuni anti-5G: spiacenti, il Comune non ha competenza sullo spazio sopra di esso.

Progetto 156: Evoluzione del Fascicolo Sanitario Elettronico e potenziamento della capacità di raccolta, elaborazione e analisi delle informazioni relative al cittadino

Ammontare: 1.500.000.000 €

Durata: 5 anni

Favorire la digitalizzazione documentale, secondo standard europei, l’armonizzazione e l’estrazione dei dati; facilitare informazione e accesso al FSE e la sua completa alimentazione; potenziare i sistemi di protezione per la consultazione sicura; realizzare una APP per la raccolta di dati clinici individuali in autocontribuzione del cittadino; potenziare la capacità regionale di raccolta, analisi e interoperabilità dei dati.

Ecco qui un bel progetto di un miliardo e mezzo che scopre l’ennesimo altarino della APP Immuni, e che la porta ad essere un sistema non limitato al Covid-19, ma tramite il quale il cittadino può inserire, ed informare lo Stato, di tutti i suoi dati clinici. In libera autocontribuzione, s’intende, cioè con il solito ricatto già usato più volte “o lo fai di tua liberissima scelta, oppure a questo servizio pubblico tu non puoi aderire”

Progetto 157: Governance del dato e modelli predittivi

Ammontare: 140.000.000 €

Durata: 5 anni

Potenziamento di strumenti e capacità previsionali e simulative attraverso strumenti di business intelligence; potenziamento di strumenti di analisi per la definizione di politiche di prevenzione e governo degli stili di vita attraverso la definzione di un modello di riferimento; potenziamento delle capacità tecniche e digitali del Ministero della Salute, anche mediante supporto consulenziale strategico e operativo.

Con questo progetto stiamo autorizzando e finanziando il Ministero della Salute a studiare i differenti stili di vita delle persone, definire quali sono gli stili di vita di riferimento, ed impostare politiche di prevenzione quando la gente dovesse decidere di non seguirli. Qui la speranza è francamente di aver capito male.

Progetto 154: Trasparenza delle informazioni per il cittadino in logica opendata

Ammontare: 9.600.000 €

Durata: 6 anni

potenziare la Comunicazione istituzionale attraverso la promozione della corretta informazione orientata all’utente, il contrasto alle fake news, la promozione del diritto alla salute e l’innovazione digitale in sanità; promuovere la cultura della Trasparenza e dell’accountability attraverso i dati sanitari aperti e, valorizzare le pratiche di riuso dei dati.

Ci voleva, altri 10 milioni di euro a debunker e ad informatori istituzionali! Con la potenziale minaccia di questa fantomatica “accountability attraverso i dati sanitari aperti”, sinistramente affine al famoso tormentone dei pro-vax “se scegli di non vaccinarti allora se vai in ospedale devi pagarti le spese mediche”. Anche qui, la speranza è francamente di aver capito male

L’altro insieme di progetti, troppo corposo da essere menzionato caso per caso, realizza il più classico magna-magna all’italiana, anche con interventi che sono spudoratamente incompatibili con la crisi covid-19: cento milioni per la formazione al ministero della Difesa, 55 milioni alla Sogei per studiare come cambiare il modo di lavorare dei dipendenti, quattro miliardi per i dottorati industriali per la transizione verde e digitale, quattro miliardi e mezzo per mettere in cloud i dati delle pubbliche amministrazioni… ma anche piccole cose come spendere undici milioni per l’acquisto di computer all-in-one nelle ambasciate con la scusa che hanno casse audio e webcam integrata!!

Buon appetito a tutti gli interessati. Nessuna paura, paga Pantalone.

Fonte: https://www.luogocomune.net/17-politica-italiana/5607-recovery-frode

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Le ragioni di NO

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Si stanno organizzando …

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Il Bilderberg ordina (tramite Renzi): italiani, vi dovrete vaccinare tutti e basta! 

Renzi ha chiesto oggi che il vaccino anticoronavirus sia reso obbligatorio. E quando parla Renzi, parla il Gruppo Bilderberg, di cui l’ex premier è membro effettivo dallo scorso anno (leggi qui…). Tra le questioni discusse nella riunione del 2019 vi era per l’appunto “un ordine strategico stabile”, che oggi sappiamo cosa significa, cioè dittatura sanitaria. Ora dato che dall’inizio dell’anno il nostro Paese è stato usato come un laboratorio per testare le conseguenze di una pandemia dal punto di vista sanitario, economico e sociale e che il vaccino è in fase di lancio, si è passati allo step successivo: obbligatorietà del vaccino per capire come reagisce la popolazione.

Per rendere obbligatorio il vaccino serve una legge del Parlamento. Lo prescrive l’art. 23 della Costituzione. Per aggirare l’ostacolo, si sta pensando di usare l’arma del dpcm di Conte visto che formalmente l’Italia è in stato di emergenza sanitaria (almeno fino al 15 ottobre, ma già si parla di proroga al 31 dicembre). Una mossa del genere potrebbe avere conseguenze significative per la tenuta dell’ordine pubblico. Inoltre, quand’anche non scattasse una rivoluzione violenta (se due milioni di persone circondassero palazzo Chigi, Conte dovrebbe scappare in elicottero come fece Ceausescu in Romania nella rivoluzione del 1989) sarebbe difficile costringere la gente a farsi vaccinare.

Secondo sondaggi recenti, metà della popolazione è contraria. L’altra metà dovrebbe essere costretta con la minaccia di sanzioni, come la perdita della potestà sui figli, il licenziamento dal lavoro, accuse penali, ecc. Ma anche questo tipo di strategia potrebbe determinare una reazione violenta della gente, dato che il vaccino è un farmaco pericoloso per definizione e soprattutto questo che sarà messo in commercio con una drastica riduzione dei tempi di sperimentazione. Per tacere delle voci sulla riduzione della popolazione mondiale (quale occasione migliore se non quella dell’uso di un vaccino che sarà distribuito a tutto il Pianeta?). 

Fonte: https://formazioneconcorsimagistratura.blogspot.com/.

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Marcello Pamio

Dopo aver sbagliato tutto nella gestione della psico-pandemia e aver contribuito a creare danni enormi (economici e sanitari) al mondo intero per via dei consigli contraddittori; dopo aver messo al bando una terapia funzionante come l’idrossiclorochina basandosi su uno studio pubblicato da Lancet dichiaratamente fraudolento; dopo essere stata comprata da un ente privato come la Fondazione Bill & Melinda Gates, l’Oms cosa fa? L’organizzazione invece di sciogliersi e salutare tutti, istituisce una Commissione con il compito di “raccomandare” gli investimenti e le riforme “per migliorare i sistemi sanitari e di protezione sociale” dei vari Paesi europei.

Sapere che una commissione esterna controllerà i soldi destinati al miglioramento dei sistemi sanitari e della protezione dei sudditi al tempo del corona, chiude un po’ lo stomaco. Ma quando si viene a conoscere che la “Poltrona Covid”, la presidenza della commissione è stata destinata al cyborg con loden blu: Mario Monti, la stretta si trasforma in veri e propri sforzi di vomito!

Ricordiamo che il professore anaffettivo per antonomasia, l’essere privo di empatia umana è stato uno dei politici più proficui nella distruzione sistematica di questo paese.

Gesuita fin nel midollo, ha lavorato a Yale (nota università dell’elité anglosassone), è stato uomo di punta di una delle banche più potenti del globo, la Goldman Sachs, membro del Bilderberg Group ed è anche Presidente europeo della Commissione Trilaterale (una specie di massoneria ultraliberista ispirata da David Rockefeller e Henry Kissinger). Monti figura anche nel comitato esecutivo del gruppo Aspen Institute Italia, un’altra struttura abbastanza ambigua finanziata dalle Fondazioni Ford e Rockefeller.

Mario Monti ad un incontro segreto degli Gruppo Bilderberg

Questo individuo dovrà consigliare all’Europa le mosse da attuare per uscire dalla situazione o, come direbbero i mal-pensanti, farci sprofondare sempre più nel baratro! Responsabilità enorme visti soprattutto gli interessi economici che gravitano attorno al virus…

Una tale cieca sfiducia è dettata sia dal curriculun vitae di Monti, sia da una memoria umorale e cellulare: il suo governo infatti è ancora impresso a caldo nelle ghiandole lacrimali e nelle vene del popolo italiano, almeno di coloro che ancora pensano e usano l’encefalo.

Fonte: https://disinformazione.it/.

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AVV HAINTZ: RECHTLICHE INITIATIVEN. MANIFESTAZIONI A BERLINO, INIZIATIVE LEGALl C0NTR0 LA DITTATURA!

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