Un’ultima fioritura resa ancora più bella perché sappiamo che non c’è più saggezza a venire. Un promemoria che tutte le cose finiscono.
Eugene Delacroix, l’artista romantico del 19 ° secolo, lo pensava certamente quando dipinse ‘Le ultime parole dell’imperatore Marco Aurelio‘. Il pezzo è esattamente quello che ti aspetteresti quando immagini le espressioni finali di qualcuno così leggendario come Marco Aurelio (26 aprile 121 – 17 marzo 180).
Assistenti e famiglia che gridano intorno al letto di morte con Commodo, il figlio di Marco, in primo piano.
È interessante notare che Aurelio e Delacroix avevano più cose in comune di quanto forse entrambi avrebbero immaginato.
Oltre ad essere un grande estimatore degli Stoici,
Eugene Delacroix è anche considerato da alcuni uno degli ultimi “vecchi maestri” della pittura europea
Marco Aurelio è considerato l’ultimo dei “buoni imperatori” che sovrintendevano alla Pax Romana …
Questo è stato un “secolo d’oro” della maestosità di Roma, un periodo di consolidamento, sviluppo, pace e prosperità senza precedenti.
Questi due uomini hanno inconsapevolmente supervisionato la fine di un’era nei rispettivi campi.
Quindi, Marco Aurelio era un imperatore romano e l’ultimo di una linea di grandi.
Ma quali furono esattamente le sue ultime parole, e perché risuonano ancora con noi quasi 2000 anni dopo la sua morte…?
Ebbene, per prima cosa, per capire meglio le sue parole dobbiamo capire meglio l’uomo.
Originariamente nato Marcus Annius Verus, ricevette il nome di Marcus Aelius Aurelius Verus quando fu adottato da Antonino Pio, figlio adottivo dell’allora imperatore Adriano (di fama del Vallo di Adriano).
Questa era una pratica molto comune tra le classi superiori e senatoriali dell’antica Roma, poiché le leggi sull’eredità romana non favorivano le donne, quindi era importante garantire l’eredità familiare e la successione attraverso l’adozione.
Naturalmente, queste adozioni non sono state casuali.
Marco nacque in una famiglia di notevole fama politica, con suo nonno che prestava servizio come Console e persino Prefetto di Roma, e sua zia, Annia Galeria Faustina, era sposa di Antonino Pio, eventuale padre adottivo di Marco.
Si può dire con certezza che Marcus è stato preparato a governare…
Dopo la morte di Antonino, Marco sarebbe stato elevato allo status di co-imperatore con il fratello adottivo Lucio Vero, dove avrebbe ricevuto il suo nome imperiale:
Marco Aurelio Antonino Augusto…
È importante a questo punto notare che fu su insistenza di Marco che Lucio fu nominato co-imperatore.
Inoltre, Lucius non sembra aver avuto una grande base di supporto politico, quindi avrebbe potuto provare a rimuovere questo potenziale rivale e governarlo da solo.
Il fatto che Marco abbia insistito su questa regola congiunta con il fratello adottivo la dice lunga sulla qualità del suo carattere. Per otto anni la coppia prestò servizio come co-imperatori, fino a quando Lucio morì di ictus mentre tornava con Marco dalla campagna nella regione del Danubio.
Nonostante un regno di successo, Marco Aurelio è meglio conosciuto oggi per i suoi scritti filosofici.
Durante il suo regno come imperatore Marco scrisse quelle che sono diventate note come le sue Meditazioni, una serie di diari personali che descrivono in dettaglio i pensieri e le riflessioni più intimi di Marco.
Appassionato studioso di filosofia per tutta la vita e in particolare del filosofo stoico Epitteto, i diari di Marco lo mostrano come un uomo incredibilmente introspettivo, alle prese con il pesante peso del suo ufficio, pur essendo acutamente consapevole della natura transitoria della vita.
Da scritti come,
“Hai potere sulla tua mente, non sugli eventi esterni. Renditi conto di questo, troverai la forza”,
… è chiaro che, come chiunque di noi, le circostanze della sua vita hanno avuto un impatto su Marcus mentre cercava di trovare la sua strada attraverso le sfide che ha dovuto affrontare.
Sebbene non sia chiaro se questi diari siano mai stati pensati per essere condivisi con chiunque, la raccolta è ora uno dei testi filosofici più popolari in circolazione, grazie a una rinascita di popolarità relativamente recente poiché così tanti di noi cercano la saggezza degli antichi per aiutaci a navigare in un futuro sempre più incerto.
Le meditazioni di Marcus si sono rivelate piene di saggezza che trascende razza, classe e tempo.
Come molti di noi, Marcus era alle prese con il suo scopo nella vita, anche se ricopriva una delle posizioni più potenti del mondo. In effetti, perché sappiamo che questi sono diari personali, appunti per se stesso, risuonano con noi ancora di più.
Anche uno degli uomini più potenti al mondo, nonostante tutta la sua ricchezza, il suo status e il suo successo, ha affrontato gli stessi problemi che affrontiamo oggi.
Allora, che dire delle sue ultime parole?
Bene, a questo chiedo
quale…?
Dovremmo considerare le sue ultime parole come l’ultima cosa che ha detto ad alta voce, o l’ultima cosa che ha messo su carta?
Abbiamo registrazioni di entrambi. Di solito, in una discussione del genere consideriamo solo il primo, ma dato l’impatto duraturo della scrittura di Marcus, penso che troverai le sue parole scritte ancora più avvincenti.
Secondo Cassio Dione, storico e senatore romano, le ultime parole pronunciate da Marco Aurelio mentre giaceva morente furono:
“Vai al sole che sorge, sto già tramontando” …
Ad oggi c’è ancora una certa incertezza su cosa intendesse esattamente.
Il sol levante era il figlio ed erede di Marco, Commodo?
Dato quello che sappiamo del turbolento regno di Commodo, questo può sembrare improbabile, ma in verità Marco ha fatto tutto il possibile per istruire suo figlio a seguire le sue orme.
In effetti, Cassio Dione scrive persino che Marco mise Commodo sotto sorveglianza armata poco prima della sua morte per assicurarsi che nessuno potesse accusarlo di averne una mano.
È solo con il senno di poi che sappiamo che Commodo si dimostrò un indegno successore.
Donald Robertson, l’autore e storico americano, ha una visione diversa e affascinante delle ultime parole pronunciate da Marcus.
Prende nota di diversi riferimenti all’interno delle Meditazioni di Marcus sui confronti tra saggezza e luce solare in cui considera la mente come il sole e la saggezza e la virtù come la luce del sole.
Marcus sentiva che una mente saggia scaccia le sue virtù per illuminare il mondo proprio come i raggi del sole cadono sulla Terra.
Le sue ultime parole, quindi, potrebbero essere considerate una chiamata a riporre fede nella saggezza e nella virtù, e trovare qualcuno che trasuda queste virtù per guidare Roma.
In alternativa, può avere un significato più semplice.
Quando la giornata è finita, guardiamo ai nostri piani per domani; quando Marco se ne fu andato, desiderava che i suoi successori non si fermassero ma passassero a un nuovo giorno e nuovi piani per l’Impero.
Alla fine, forse non lo sapremo mai…
Quindi, quelle erano le parole pronunciate da Marcus, ma che dire della sua scrittura finale?
Trovo che la voce finale delle sue Meditazioni sia un epilogo molto più incisivo e appropriato alla vita di Marcus.
La sua voce finale recita:
“Uomo mortale, hai vissuto come cittadino in questa grande città.
Che importa se quella vita è di cinque o cinquanta anni? Le leggi della città valgono ugualmente per tutti.
Allora cosa c’è da temere nel tuo licenziamento dalla città? Questo non è un giudice tiranno o corrotto che ti congeda, ma la stessa natura che ti ha fatto entrare.
È come l’ufficiale che ha ingaggiato un attore comico allontanandolo dal palco.
«Ma non ho suonato i miei cinque atti, solo tre. Vero, ma nella vita tre atti possono essere l’intera commedia».
Il completamento è determinato da quell’essere che ha causato prima la tua composizione e ora la tua dissoluzione. Non hai parte in nessuna delle due cause.
Va’ dunque in pace: il dio che ti lascia andare è in pace con te”.
Quando parla della “grande città”, Marcus si riferisce al mondo nel suo insieme e a tutte le meraviglie all’interno, prima di continuare a riflettere sulla sua incombente uscita.
Con la sua consueta riflessione introspettiva considera l’inefficacia dell’essere sconvolto dal processo naturale del morire.
Sottolinea l’importanza dell’accettazione e del partire con grazia, piuttosto che inveire contro la fine…
In definitiva, questo è molto di ciò che ci aspettiamo da uno dei più famosi filosofi stoici mai vissuti; un’accettazione delle proprie circostanze.
Tutte le cose finiscono alla fine, siano esse insignificanti come un articolo che abbiamo apprezzato, o significative come il nostro tempo sulla Terra, ma possiamo guardare alla saggezza di quei passati e trarre conforto dal loro stesso coraggio nell’affrontare questi finisce quando arrivano.
Non c’è alcun vantaggio nell’infuriare contro il morire della luce, finirà lo stesso.
Meglio, infatti, prendere queste cose con calma, e accettare i fatti della vita come sono…
Come Eugenio Delacroix, anch’io sono un grande ammiratore di Marco Aurelio, e l’impatto della sua vita, morte e le sue ultime parole sono acute ora come lo erano nel 1844 e nel 180…
Deriva dal greco krinein, che significa “decidere”…
Oltre a darci la nostra parola per la crisi, i Greci ci hanno anche fornito una splendida strategia per affrontare le crisi:
la filosofia nota come Stoicismo….
Contrariamente alla credenza popolare, lo stoicismo non sostiene che teniamo le labbra chiuse – che stiamo lì muti e impassibili, e prendiamo tutto ciò che il mondo ci propone.
Ci fornisce invece una serie di strategie specifiche che, se praticate, possono far andare meglio le nostre giornate, sia nel bene che nel male.
Una componente della strategia stoica è distinguere tra cose che possiamo e cose che non possiamo controllare.
La nostra vita, dicono gli Stoici, sarà miserabile se passiamo il nostro tempo a preoccuparci di cose sulle quali non abbiamo alcun controllo. Quel tempo e quell’energia sono spesi molto meglio pensando alle cose che possiamo influenzare.
Per citare lo stoico romano Marco Aurelio,
“Non vale la pena di fare le cose in modo inutile”…
Marco Aurelio a cavallo
Una delle cose su cui non abbiamo alcun controllo è il passato.
Non possiamo modificarlo.
Dobbiamo quindi decidere se trascorreremo la nostra vita pieni di rimpianti per le scelte che abbiamo fatto in passato, o se lasceremo andare quel passato e concentreremo invece la nostra attenzione sulle scelte che ci attendono.
Dovrebbe essere una decisione facile da prendere.
È anche una decisione che molte persone, tragicamente, non riescono a prendere.
Gli Stoici hanno una tecnica semplice per far andare meglio le nostre giornate: dovremmo pensare a come avrebbero potuto andare nel peggiore dei modi.
Nota che non ho detto soffermarsi su come avrebbero potuto essere peggiori; sarebbe una ricetta per un’esistenza miserabile.
Invece, dovremmo permetterci di intrattenere pensieri tremolanti sulla perdita dei nostri amici, denaro, amante, lavoro, salute – tutte cose che apprezziamo.
Se perdiamo una di queste cose, saremo stati preparati dal nostro pensiero negativo, e questo probabilmente ridurrà il colpo della nostra perdita; lo avremo, in un certo senso, visto arrivare.
E se non perdiamo queste cose, ci ritroveremo ad apprezzarle molto di più di quanto altrimenti non sarebbe stato.
Una vita piena di persone e cose che apprezziamo è facile da godersi.
Gli Stoici sono stati abbastanza intelligenti da rendersi conto che abbiamo il potere di apprezzare la vita che ci troviamo a vivere, se solo teniamo presente che le cose sono molto meglio di quanto avrebbero potuto essere.
Gli Stoici apprezzavano l’autocontrollo, come la maggior parte dei filosofi antichi.
Se abbiamo autocontrollo, controlliamo noi stessi; quando questo manca, è qualcuno o qualcos’altro che ci controlla.
Vogliamo davvero trascorrere l’unica vita che abbiamo, controllato da qualcuno o qualcos’altro?
Gli Stoici pensavano che le persone potessero sviluppare l’autocontrollo impegnandosi in atti di abnegazione.
Non sostenevano nulla di estremo:
furono i loro rivali filosofici, i Cinici, a suggerire di fare cose come abbracciare le statue nelle fredde giornate invernali.
Gli Stoici invece sostengono che periodicamente facciamo di tutto per metterci un po’ a disagio.
Se non lo fate, perderemo la nostra tolleranza al disagio, il che significa che il minimo inconveniente avrà il potere di rovinare la nostra giornata. Coloro che sono abituati al disagio, gli Stoici se ne resero conto, sono quasi sempre più felici di coloro che conducono un’esistenza viziata.
Quando la vita pone un ostacolo sulla loro strada, gli Stoici fanno del loro meglio per prendersela con calma o addirittura per trarne profitto.
Zenone di Cizio era un mercante che si trovò ad Atene in seguito a un naufragio.
Mentre era lì, si interessò alla filosofia e finì per fondare la sua scuola, che divenne nota come Stoica perché teneva le sue lezioni alla Stoa Poikile, un colonnato nell’Agorà di Atene.
Riguardo a questa svolta degli eventi, Zenone ha successivamente commentato:
“Ho fatto un viaggio redditizio quando ho subito un naufragio.”
Zenone di Cizio
Il filosofo romano Musonio Rufo è un altro esempio di stoico che ha tratto profitto da ciò che gli altri avrebbero considerato una disgrazia.
Ciò accadde dopo che in qualche modo riuscì a infastidire l’imperatore Nerone (Tacito dice che era perché Nerone invidiava la sua fama di filosofo) e fu bandito nell’isola greca di Gyaros, nel Mar Egeo.
L’isola era desolata, squallida e quasi senz’acqua, un luogo miserabile; anzi, anche nel 20° secolo, il governo greco ha usato Gyaros come discarica per i suoi nemici di sinistra.
Invece di lasciarsi schiacciare dalle circostanze, Musonio si interessò a Gyaros e ai suoi abitanti, per lo più pescatori poveri.
Ha scoperto una nuova sorgente e quindi ha reso l’isola più abitabile.
Chi lo ha visitato ha riferito di non averlo mai sentito lamentarsi né di averlo visto avvilito.
Aveva trasformato quella che poteva essere una tragedia personale in un trionfo personale…!
Tre strategie stoiche
Concentratevi sulle cose che potete controllare – superate le cose che non potete controllare
Tenete presente che le cose avrebbero potuto andare peggio
Imparare l’autocontrollo attraverso atti occasionali di abnegazione
Sarà il Sole a svegliarci: lo teme la Religione della Paura
La deriva transumanista a cui stiamo assistendo è il frutto di uno scontro di civiltà. Un emblematico, inesauribile scontro: non solo fra due culture, fra due concezioni del mondo, ma addirittura fra due opposte e inconciliabili forme di civiltà. Una potremmo definirla algida, fredda, pseudo-lineare, agorafobica, già vecchia e stantia nonostante i suoi appena tre secoli di età. E’ una cultura sorta dal razionalismo di fine Seicento e da quella che è passata alla storia come la rivoluzione scientifica. Una cultura che è stata nutrita da una miope incomprensione dell’esperienza illuministica, pur liberatoria, che però si è incanutita precocemente, fossilizzandosi negli ingranaggi del pensiero meccanicistico. L’altra cultura è invece antica come l’alba della conoscenza (e della coscienza), come e più delle stesse piramidi e di quei miti che produssero. Eppure quella cultura è sempre giovane: perché è immortale, orgogliosa e ottimistica, come quegli stessi dèi che la donarono agli esseri umani.
E’ una cultura inclusiva, conciliatrice dei complessi rapporti tra uomo e natura. E soprattutto: è profondamente radicata nella più arcaica e radicale delle esperienze umane: la percezione magica del sacro. Lo scontro in corso rappresenta una delle ultime fasi di un conflitto, molto antico, tra la dimensione gnostica – prometeica, titanica, estatica – e la sua drammatica emarginazione e persecuzione ad opera di una falsa religiosità assolutistica, quella del monoteismo patriarcale che si instaurò con il rovesciamento degli antichi dèi. Una deriva che, poi, ha portato a quel delirio teologico che è stato fatto proprio dalla cultura giudaico-cristiana. Ha pesato la sua applicazione totalmente exoterizzante, che ha escluso ogni aspetto esoterico-iniziatico. E ha voluto ritagliare, nella grande spirale del tempo eterno (venerata da tutte le antiche culture del pianeta), un segmento progettuale artificioso: quello di un dio totemico, tanto geloso quanto violento, nemico di tutte le tradizioni fondate sulla conoscenza e sull’esperienza.
Razionalismo, rivoluzione scientifica e rivoluzione industriale: oggi Klaus Schwab parla di Quarta Rivoluzione Industriale, a conferma del fatto che sono sempre gli stessi, a cantarsela e suonarsela da soli. Hanno voluto separare il sacro dal profano, l’immanente dal trascendente. Negli ultimi tre secoli hanno tentato, in tutti i modi, di estirpare la spiritualità dalla concezione umana, dalle espressioni della nostra cultura. E spesso e volentieri lo hanno fatto a braccetto con la Chiesa cattolica. Ora siamo giunti a una fase ancora più avanzata: non servono neppure più, le masse. Lo spiega bene Marco Della Luna: le masse sono ormai divenute superflue, per questo potere che vorrebbe “depopolare” il pianeta. Ormai mirano solo al controllo: si aggrappano come pazzi ai residui brandelli del loro potere. Puntano al controllo totale: quindi vogliono la digitalizzazione forzata, il transumanesimo, la sostituzione definitiva dell’uomo con le macchine e la riduzione in schiavitù dei pochi superstiti.
Schiavi: privati di coscienza, di libero arbitrio, di raziocinio. Privati di ogni libertà, di ogni diritto. Un po’ come recita lo slogan dell’europea Id 2030: non possiederemo più nulla, ma saremo tutti felici. Vi piacerebbe, vero? Ma non andrà così. Pensiamo a quelli che oggi recitano l’Om nelle piazze: sono comunque segnali di un risveglio spirituale. In tutte le grandi epoche di crfilosofiaisi e transizione, c’è sempre stato anche un grande impulso della spiritualità. L’umanità ha periodicamente compiuto balzi quantici, a livello intellettuale e spirituale. Ebbene: sono stati determinati anche dalle eruzioni solari. Ce ne ha appena riparlato l’astrofisica Giuliana Conforto: ci ha spiegato che il campo magnetico della Terra sta mutando velocemente, andando a saldarsi con quello del Sole, oltre che con il campo magnetico della galassia.
La prima tempesta solare registrata con strumentazioni moderne risale agli anni Sessanta dell’800: mise fuori uso i telegrafi di tutto il mondo. Se dovesse avvenire oggi, una tempesta solare di quel tipo farebbe saltare tutti i satelliti e le reti di telecomunicazione, inclusa la telefonia cellulare, e probabilmente manderebbe in tilt le stesse centrali elettriche. Non è detto che certi preparativi di una crisi energetica – vera o presunta che sia – non siano anche finalizzati a “coprire” eventuali tempeste solari in arrivo. Ma attenzione: tempeste solari di entità ben maggiore, avvenute ciclicamente, sono state ben documentate: dall’analisi degli anelli degli alberi, secondo la “dendrocronologia”, e anche dai carotaggi dei ghiacci, effettuati sia in Groenlandia che in Antartide. Fra l’altro, è stato anche dimostrato che nel VII secolo avanti Cristo si verificò una tempesta solare oltre 10 volte più devastante di quella del 1864. Non esitendo la telematica, l’umanità la percepì in maniera molto diversa: al limite la videro, sotto forma di aurore boreali alle nostre latitudini e forse ancora più a Sud.
Gli effetti sull’uomo, però, non tardarono a manifestarsi: nel VI secolo avanti Cristo l’umanità visse un vero salto quantico. Se è vero che può distruggere, il Sole può anche dare la vita: può fornire un impulso vitale per la nostra intelligenza. Nel VI secolo, infatti, sorsero – simultaneamente – decine di movimenti religiosi innovativi, senza contare l’esplosione della filosofia in Grecia. Nacquero Pitagora, Zarathustra, il Buddha. Fenomeni che rispondono a regole cosmiche, magnetiche? Come in alto, così in basso: quello che accade nella galassia è interconnesso con ciò che avviene sul nostro pianeta. Noi siamo un microcosmo, in rapporto con un macrocosmo. Evidentemente, le tempeste solari sono in grado di farci evolvere anche da un punto di vista spirituale. Altre tempeste solari, del resto, erano avvenute anche in precedenza: una – grandissima, risalente al 1200 avanti Cristo – si verificò in concomitanza con la nascita dei Misteri Eleusini, cioè con l’arrivo a Eleusi della dea Demetra. E ne sono avvenute moltissime altre, sempre in corrispondenza di fatti epocali.
Quindi, probabilmente, i gestori della Matrix – quelli che ci dominano – sono anche terrorizzati dalla possibilità di eventi (incluse appunto le tempeste solari) che possano determinare un balzo evolutivo, un salto quantico dell’umanità. Ovvero: se l’umanità prende coscienza di sé, si libera delle proprie catene. Come hanno potuto assoggettare gli esseri umani, per oltre 10.000 anni? Con l’inganno, con i dogmi: con catene mentali e spirituali. Un bravissimo ricercatore come Sabato Scala, studioso del Cristianesimo delle origini, insiste sulla necessità del saper diversificare il Cristianesimo originario dal Cristianesimo “politico”, creato a tavolino – per fini di potere – da personaggi come Giuseppe Flavio, Paolo di Tarso e il filosofo romano Seneca. Ci sono le prove, dei loro complotti: molto abilmente, crearono una nuova religione solo in apparenza derivata dal Cristianesimo delle origini. L’obiettivo qual era? Prendere il potere a Roma e impadronirsi delle redini dell’Impero. E ci riuscirono.
Il coronamento del loro delirio fu il famigerato Editto di Tessalonica, promulgato da Teodosio. Non è sbagliato paragonarlo al Green Pass: l’obbligo di aderire alla nuova religione fu imposto con la forza a una popolazione di 60 milioni di abitanti, di cui soltanto il 15% aveva aderito al nuovo credo. A tutti gli altri, il Cristianesimo “paolino” venne imposto con la violenza: chi non si fosse convertito avrebbe perso ogni diritto civile (rischiando anche la vita, in molti casi). Comunque: si perdeva il diritto a frequentare le scuole, a entrare nell’esercito, a rivestire cariche pubbliche, persino ad accedere ai pubblici edifici. Esattamente come oggi: questi non hanno fantasia, ripetono sempre gli stessi atti.
Quello che Sabato Scala ci ha indicato è la presenza di precise leve psicologiche, utilizzate dalla nuova religione romana proprio per assoggettare le masse. Secondo la scienza di oggi, queste leve sono elementi certi, assodati, per la manipolazione comportamentale. Si tratta di elementi – scrive Scala – che intervengono nel minare i fondamenti di una psiche sana: perché è proprio la psiche sana, che vogliono attaccare, rendendola malata. Come? Introducendo degli effetti, rinforzati da un apparato mitologico e simbolico creato ad arte, che vanno a scardinare alla radice i pilastri di un sano equilibrio psichico (equilibrio che, nelle antiche tradizioni religiose, era sempre esistito). Quali sono, questi obiettivi? Primo: l’autostima (e l’auto-efficacia). Secondo punto: la consapevolezza delle proprie azioni, e di conseguenza l’assenza di sensi di colpa. Terzo: un equilibrato rapporto corpo-psiche, ovvero una relazione armonica con la propria istintualità.
Fin dalla sua prima elaborazione, il Cristianesimo “politico” imposto a Roma, quello che poi ha preso il potere arrivando fino all’Inquisizione e alla caccia alle streghe, ha costruito ad arte un sistema mitologico, un “palinsesto” di rituali e di norme, comportamentali e morali, finalizzato a utilizzare in modo coordinato, secondo un’accurata programmazione neuro-linguistica, tutte e tre le leve citate: autostima, consapevolezza ed equilibrio corpo-psiche. In pratica, attraverso questa manipolazione, sono arrivati a sottomettere le masse con il dogma, impedendo e mortificando l’accesso alla conoscenza. Perché Eva fu cacciata, insieme ad Adamo, dal Paradiso Terrestre? Perché aveva colto il frutto dall’Albero della Conoscenza. Non sia mai: l’essere umano non deve avvicinarsi alla conoscenza. Se lo fa, i dominatori sono perduti.
Prometeo, il grande dio Titano, tentò in extremis di salvare l’umanità, che già era caduta sotto il giogo dei nuovi dèi, rubando a Zeus la fiaccola della conoscenza per donarla a noi. Purtroppo quel suo gesto non servì, perché Zeus riprese il sopravvento. Ma quello di Prometeo resta un gesto simbolico importantissimo. Quella stessa fiaccola è rappresentata dalla Statua della Libertà che si erge davanti al porto di New York (e pochi sanno che il prototipo di quella statua è presente sulla facciata del Duomo di Milano). Lo ribadisco: questo è un momento storico, tutti i nodi verranno al pettine. Ci saranno tante macerie, ma siamo sicuramente all’alba di una nuova era. E c’è qualcuno che sta facendo di tutto per non farla cominciare, questa nuova era. L’intento dei dominatori è quello di ancorarsi al loro potere: per questo stanno facendo di tutto per sottomettere l’umanità, per impedirle di evolversi e di compiere questo salto quantico. Soprattutto: all’umanità vogliono impedire di ricordare chi è.
Se noi ricordiamo chi siamo – se riconnettiamo la nostra parte animica, divina, con gli dèi creatori, recuperando la memoria genetica che ci hanno trasmesso – allora non ci incatena più nessuno. Se riprendiamo possesso delle nostre capacità, delle nostre vere facoltà, questo li spaventa. E tanto per essere chiari: era scomodo anche il Cristianesimo delle origini, che infatti è stato perseguitato dal Cristianesimo “politico”, progettato per il dominio. E’ proprio al Cristianesimo delle origini che si ispirarono i Catari e anche i Templari, che volevano rovesciare il Papato (si rifacevano infatti alla tradizione giovannita, che era stata spodestata). Erano scomode anche moltissime tradizioni misteriche – come quella eleusina, a cui io appartengo. Entrate in clandestinità, nel medioevo hanno tentato anch’esse, a più riprese, di spodestare la Chiesa: non ci sono riuscite, ma c’è mancato veramente poco.
Il Rinascimento non è stato solo una rinascita delle arti e della cultura classica: ha rappresentato una vera rinascita delle scienze e delle coscienze, guidata (sottotraccia) proprio dalle antiche tradizioni misteriche che, come un fiume carsico, erano sopravvissute nel sottosuolo per tornare a riaffiorare e alzare la testa, con la stagione rinascimentale. Potevano farlo, avendo in mano la maggior parte degli Stati e delle signorie dell’epoca, contrapposte al Vaticano. Oggi la Chiesa è molto preoccupata, dalla rinascita di certe tradizioni, che vede esprimersi anche nella new age. Premetto: io non l’ho mai amata, la cultura new age; magari era nata con buone intenzioni, ma poi è stata manipolata (soprattutto negli Usa, dalla Cia) per finalità politiche. Diciamo che, anche in questo caso, bisogna separare la farina dalla crusca.
Tornando alla Chiesa cattolica: sta procedendo ormai verso una deriva transumanista, improntata al Grande Reset di Davos. Lo dimostrano anche le scandalose politiche vaccinali del Vaticano: una deriva totalitaria che non trova invece il consenso della maggior parte delle Chiese Ortodosse. Il cattolicesimo romano, al contrario, è totalmente appiattito sull’Operazione Corona, anche perché rappresenta un potere che di cristiano non ha più niente. Ebbene: il potere cattolico è oggi spaventato anche da quello che, genericamente, chiama “gnosticismo”. Il termine però è impreciso: c’è infatti anche uno gnosticismo cristiano, c’è uno gnosticismo di origine ermetica, e c’è uno gnosticismo impropriamente definito “pagano”. Comunque, “gnosi” vuol dire “conoscenza”: quindi, nello gnosticismo possiamo annoverare tante tradizioni. Le gerarchie vaticane usano questo termine, in modo un po’ dispregiativo, per indicare qualcosa di pericoloso. E la polemica non è solo di oggi, risale agli anni Novanta.
Interessante il caso di Louis Pauwels, autore de “Il mattino dei maghi”: un libro che, negli anni Sessanta, ha fatto la storia dell’esoterismo occidentale (e anche, in parte, del movimento new age). Poi, in età avanzata, Pauwels ebbe un repentino cambio di rotta: divenne un intransigente cattolico e si mise ad attaccare tutte quelle dottrine esoteriche che escono dai binari della Chiesa. Molto strana, la sua pseudo-conversione: avvenne in seguito a uno strano incidente che quasi gli costò la vita. Mi ricorda la situazione di oggi, in cui molte persone si lasciano manipolare dalla paura, al punto da rinunciare ai loro diritti costituzionali e alla propria libertà. Negli ultimi anni della sua vita, Pauwels arrivò a parlare di un “complotto mondiale neo-gnostico”, ordito da “forze anti-cristiane” che mirerebbero a “indebolire la fede dei cattolici”(sembrano parole di Don Curzio Nitoglia). Comunque, gli attacchi allo gnosticismo – che stanno avvenendo proprio in questi giorni – hanno svariati precedenti nei decenni scorsi, ben oltre il semplice caso Pauwels.
Nel 1990, all’indomani del crollo dei regimi dell’Est Europa, l’arcivescovo di Bruxelles, cardinale Godfried Danneels, in una sua lettera pastorale fece una dichiarazione molto inquietante, poi pubblicata nel 1991 sul settimanale “Il Sabato”. «La riesumazione della vecchia gnosi – scrisse, testualmente – è un rischio mortale, che potrebbe portare alla distruzione del Cristianesimo. E il clima di festa e di liberazione dal comunismo non può assolutamente far dimenticare il sorgere di questo nuovo, insidioso avversario». A breve distanza, anche il Pontefice (Giovanni Paolo II) fece una dichiarazione simile, poi inclusa nel libro-intervista “Varcare le soglie”, curato da Vittorio Messori. Lo stesso Wojtyla, dunque, espresse preoccupazione per «la rinascita delle antiche idee gnostiche». Rinascita definita «un nuovo modo di praticare la gnosi, cioè quell’atteggiamento dello spirito che, in nome di una profonda e presunta conoscenza di Dio, finisce poi per stravolgere la sua parola».
Obiettivamente parlando, qui siamo al ridicolo. Una religione che si considera solida – plurimillenaria – di cosa può mai avere paura? Del risorgere di forme di consapevolezza legate al passato? Evidentemente sì: ne ha tanta paura. E in questi giorni, sempre in ambiti cattolici – anche ambienti giornalistici, persino quelli della cosiddetta controinformazione – si levano le voci di chi pure asserisce di essere contrario alla “deriva autoritaria” in corso, ma poi si mette, curiosamente, ad attaccare proprio lo gnosticismo. Mi domando: ma dov’è, questo gnosticismo? Vedete chiese gnostiche? Movimenti gnostici al potere? Evidentemente, costoro temono una presa di coscienza: temono la riscoperta, da parte delle masse, di antiche tradizioni spirituali (mai sopite). E in maniera un po’ generica e ipocrita, le definiscono con l’etichetta di “gnosticismo”. Lo fanno per non nominarle, per non pronunciare i loro veri nomi.
E’ emblematico, il fenomeno: conferma la paura del risveglio. A Firenze, il 14 novembre, sono state schierate le camionette della polizia davanti alla Porta del Paradiso, al Battistero del Duomo, dove si erano radunate migliaia di persone a recitare l’Om. A chi potevano far paura, quelle persone? Alla Curia, immagino, ben più che al governo Draghi. A quanto pare, a quella ritualità di piazza viene attribuita un’importanza enorme. In effetti, davanti alla Porta del Paradiso si prega per qualcosa che va contro i dettami globalisti e transumanisti dell’attuale Chiesa. E allora si sprecano gli attacchi contro queste “nuove forme di gnosticismo”, pericolosissime. In realtà attaccano la rinascita della consapevolezza: è quella, che fa paura. Parallelamente, da parte dell’élite di potere, ci sono progetti per arrivare a una nuova religione mondiale. In realtà risalgono all’Ottocento, e molti sono già naufragati: ma certe fazioni non vi hanno mai rinunciato. Nell’ottica della Quarta Rivoluzione Industriale, vorrebbero arrivare a fondere le tre grandi religioni monoteistiche in una nuova pseudo-religione con i suoi dogmi, i suoi riti e i suoi simboli.
Il piano però è già fallito in partenza, sia per il rifiuto (motivato) da parte dell’ebraismo, che per il rifiuto (più che motivato) da parte dell’Islam: quando Bergoglio è andato a Baghdad, per poi animare un incontro interreligioso davanti alla ziqqurat babilonese di Ur, il grande ayatollah Al-Sistani (una delle massime guide spirituali dell’Islam sciita) gli ha risposto: potevi anche fare a meno di venire qui. Come a dire: noi non ci stiamo, non accettiamo questa deriva globalista né tantomeno accettiamo di rinunciare alla nostra tradizione, per fonderci in una religione che sia consona ai poteri di certe élite. Non ha funzionato nemmeno l’incontro interreligioso tenutosi nella Piramide di Astana, in Kazakhstan, perché non ci sono i presupposti per realizzare quel progetto. Aderendo a questa operazione, fino ad imporre addirittura il Green Pass a messa (siamo al delirio, ormai), la Chiesa dimostra di aver perso ogni legittimità residua, agli occhi dei fedeli.
Così come gli stessi media manistream, giudicati inattendibili, anche il Vaticano sconta ormai la sfiducia della maggioranza della popolazione: oltre il 60% dei cattolici italiani, probabilmente, rifiutano la piega mondialista del pontificato di Bergoglio, non riconoscendosi più in questa Chiesa. E’ probabile che il cattolicesimo romano vada incontro a uno scisma, che per ora è stato soltanto rimandato. Ed è interessante che gli attacchi anti-gnostici provengano anche da ambienti clericali tradizionalisti: alcuni sono stati sferrati da personaggi come quel noto arcivescovo (Carlo Maria Viganò, ndr) che pure ha fatto proclami importanti, contro la politica di Bergoglio. Anche lui s’è messo a denunciare lo gnosticismo montante. Mi domando: di cosa hanno paura? Del risveglio delle coscienze? Temono di non riuscire più a irreggimentarle?
Intendiamoci: la spiritualità non può essere ingabbiata, recintata. Secondo me, l’umanità è destinata (in buona parte) a un grande balzo evolutivo, a una rinascita della coscienza, a una nuova consapevolezza. E questo la porterà davvero ad evolversi, e a liberarsi finalmente da tante catene e da tanti condizionamenti. Il che spaventa enormemente il potere. E’ probabile che ci sarà il tentativo di creare nuovi movimenti di stampo new age, riadattati al presente, per cercare di ingabbiare le persone. E invece, secondo me, oggi possono nascere nuove, grandi correnti spirituali, di portata epocale. Perché siamo veramente a un momento di svolta. Chi vivrà vedrà, ma a mio parere assisteremo a eventi incredibili. Se ci sarà un risveglio della consapevolezza, ci sarà anche un balzo in avanti della società, sotto tutti gli aspetti: un salto quantico, dal mondo scientifico fino alla dimensione del sociale. C’è solo da augurarselo. Prima, però, deve cadere questa impalcatura malvagia, legata all’anti-umanesimo.
(Nicola Bizzi, “La spiritualità della nuova era”: dichiarazioni rilasciate a Gianluca Lamberti il 14 novembre 2021, nella trasmissione “Il Sentiero di Atlantide”, sul canale YouTube “Facciamo Finta Che”).
Poco dopo la sua scomparsa, Fauci si ritrovò in un piccolo ufficio. Una scrivania, due sedie, una lampada da terra. Il tappeto era consumato. La vernice sul muro si stava scrostando. Un giovane che indossava un abito tropicale bianco entrò e si sedette dietro la scrivania. Fece cenno a Fauci di sedersi.
Dove sono?
Questo è l’inferno, Tony.
Grazie Dio.
Veramente?
Certo. Qui è dove c’è la festa, giusto?
Potresti dire che.
Per anni ho condotto esperimenti privati sugli orfani. Cercando di sviluppare anticorpi contro il paradiso. I risultati sembravano promettenti, quindi mi sono iniettato ogni mattina. Sai, qualunque cosa funzioni.
Non vedevamo l’ora del tuo arrivo.
Bene. Posso fare il check-in in un hotel?
Abbiamo una stanza per te nella fortezza. Ha una vista sul lago.
Solo una stanza? Preferirei una suite. Com’è il servizio in camera? Avrò bisogno di aiutanti. Voglio creare un laboratorio.
Passerai molto tempo in un laboratorio, Anthony. Come soggetto.
Un soggetto? Di cosa?
Eseguiamo esperimenti 24 ore su 24.
Ai fini del miglioramento? Estensione della vita?
Non hai bisogno di estensione. Questo è per sempre.
Cosa poi?
Abbiamo un programma per i residenti. Il lunedì facciamo prove con AZT ad alte dosi. Stiamo calcolando il tasso di distruzione del corpo. Come sai, il farmaco impedisce a tutte le cellule di replicarsi.
Ho aiutato il pioniere della droga. Deve esserci un errore. Conduco e organizzo studi. Non vi partecipo come volontario. Sarebbe una follia.
L’altra opzione del lunedì è di sei ore sul rack. Allungamento del corpo. È una forma estrema di Pilates. Hai una pausa per un pasto vegano, due bicchierini di erba di grano e dieci minuti di canti guidati da un’attrice fallita di Hollywood in spandex.
Qualcosa è sbagliato.
Forse ti sei sbagliato.
Riguardo a cosa?
Vediamo. Dove iniziare? Hai contribuito a guidare il mondo verso maschere, distanza, blocchi, devastazione economica, un vaccino altamente tossico.
C’è stata una pandemia.
Anthony, non c’è bisogno di offuscarsi. Sei all’inferno.
prendo il quinto. C’era un piano. Ho aiutato a realizzarlo. Ero un amministratore. Era il mio lavoro. Ho eseguito gli ordini.
Ne hai approfittato profumatamente.
Non avete idea. Ho pomiciato come Rockefeller.
Lo sappiamo, Antonio. Non siamo distratti da luoghi di ritrovo limitati o storie di copertura.
Non ho intenzione di diventare un soggetto o una vittima. È al di sotto del mio grado e del mio status. Parla con Hillary. Parla con Bill Gates.
Abbiamo un programma preparato appositamente per Hillary. Bill è una storia diversa. È uno dei nostri agenti attivi sulla Terra. Quando finalmente arriverà qui, con il suo ego arrogante gonfiato oltre ogni ragionevole standard di decenza, avrà bisogno di un protocollo di dimissioni progettato dal Marchese.
De Sade?
Nessun altro.
Comincia a sembrare un incubo. DEVE esserci un errore. Mi merito i miei premi.
Hai idea di quante ne ho sentite in questa stanza, Anthony?
Sono un maestro di progettazione di protocolli e studi. Potrei aiutarti.
Ora, il martedì, presentiamo una marcia forzata attraverso fiorenti formicai di soldati e fosse di serpenti sotto una pioggia battente.
Ma Gesù è il mio Salvatore.
Ne dubito.
Come mai?
Perché sei qui, Anthony. La prova del budino. Ricordate gli studi sugli orfani a New York, all’Incarnation Center? I farmaci per l’AIDS che strappano il corpo somministrati con la coercizione e la forza? Attraverso l’intubazione? Molti di quei bambini sono morti. La tua agenzia ha finanziato gli studi.
Ok, ascolta, ecco perché sto dicendo che posso aiutarti. So come fare quel lavoro.
Il mercoledì, i nostri residenti possono optare per un’abbondante colazione a base di metanfetamina, dopo di che strisciano attraverso tunnel bui e lottano per accedere a una stanza dove gli assistenti sono in attesa di contrastare le iniezioni di torazina.
È orribile.
Hai fatto di peggio, Anthony.
Ma non ero dal lato ricevente.
Dare, ricevere. Alcuni dei nostri studiosi propongono che, nel più ampio schema delle cose, l’Inferno stia semplicemente correggendo uno squilibrio nella Natura.
Parla con Biden. Garantirà per me.
Biden? Veramente? Anche volendo, è non compos mentis.
Significa che non è responsabile delle proprie azioni? Andrà in paradiso?
Bravo, Antonio. Ci piacciono gli scherzi.
Hai sentito quella del rabbino che ha operato al cervello un prete? Ho centinaia di sdoppiatori medici. Hai bisogno di un giullare di corte? So ballare e cantare.
Oh, ballerai e canterai, Anthony. Ora, giovedì è l’immersione diretta nel lago di fuoco. Oppure puoi optare per essere legato a una sedia e spruzzato con sostanze chimiche che provocano tutta una serie di sintomi respiratori profondi. Non essere in grado di respirare provoca alcune reazioni molto interessanti. Mentre questo ti sta accadendo, sarai costretto a guardare i telegiornali in televisione che descrivono questi sintomi come causati da un virus. Per quattordici ore di fila. È piuttosto delizioso.
Di nuovo, stai parlando del tipo di operazioni mediche che amministro. Posso aiutarti a perfezionare i parametri.
I nostri professionisti, Anthony, lo fanno da molto tempo. Conoscono il loro mestiere, credimi.
Sono il dottor Prestige. Le persone più famose al mondo vengono da me per un consiglio, su tutto, dagli impianti cerebrali sperimentali ai lavori di naso. Ovunque io vada, sono celebrato. festeggiato. Inondato di riconoscimenti e applausi. I primi ministri vogliono baciare il mio anello.
E ti ritroverai con alcuni di quei primi ministri nel tunnel della metanfetamine, graffiando e artigliando e mordendo e strappandoti la strada verso un colpo di Thorazine.
Sto facendo un sogno. Questo è un sogno.
Questo è quello che pensano tutti. Fino a quando non lo fanno. Data la tua educazione cattolica, sono sorpreso che tu sia così sorpreso dall’inferno. Pensa Dante. L’Inferno.
Uno dei miei insegnanti gesuiti mi ha detto che l’inferno era solo una truffa, una strategia per controllare i ruffiani ei bifolchi.
Non credere mai a un gesuita, Anthony. Come la CIA, si svegliano la mattina e la notte si addormentano mentendo.
E chi sei tu? Chi sei tu per consegnarmi a un destino peggiore della morte?
Sono il vicedirettore delle Risorse Umane. Ho iniziato a pulire le stalle dei cavalli per i Cavalieri dell’Apocalisse e mi sono fatto strada.
Potrei farmi strada. Sono molto diligente. Posso riempire le fiale. Prepara le iniezioni. Spazzare le gabbie degli animali. Sai, da bambino volevo fare il portiere di un elegante condominio, così potevo indossare un’uniforme. Potrei essere un saluto. Tieni gli ombrelli per le persone sotto la pioggia mentre salgono in taxi.
Abbiamo alcuni ex ricercatori che lavorano in gabbie con animali.
Vedi? Potrei farlo.
Non lo definirei esattamente lavoro. Chiudiamo i ricercatori in gabbie con animali che usavano per torturare.
Mio Dio. Qualcuno è mai scappato da qui?
Ci sono alcune storie. Secondo la leggenda, Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS naziste, ce l’ha fatta quasi nel 2005. Era a poche miglia dalla Foresta Ignota, quando si imbatté in un gruppo di uomini ebrei gay che stavano organizzando un evento Pride. Uno degli uomini lo riconobbe. Potremmo avere filmati di sorveglianza nel nostro archivio. Vedo se riesco a dissotterrarlo. Ora lascia che ti mostri la tua stanza. Come ho detto, ha una bella vista sul lago…
Ho denaro.
Siamo senza contanti.
Ho collegamenti. Ti do i loro numeri di telefono.
Non essere sciocco. Siamo pieni di connessioni.
Ti darò il mio onore. O disonore. Ti darò la mia anima.
Sei qui, Antonio. Abbiamo te. Totale. Affettato e tagliato a dadini. In ogni modo. Adesso vieni con me. È un breve giro in barca alla Fortezza lungo il fiume di ammoniaca. Non dimenticare di indossare la maschera. io ne consiglierei due.
Sinossi di PROSPERA I: PROSPERA I è un documentario fuori dagli schemi che solleva il velo su quanto accade REALMENTE nel nostro mondo seguendo la pista dei soldi, e mettendo così in luce il consolidamento globale del potere praticamente in ogni aspetto delle nostre vite. Accostando scoperte rivoluzionarie nei settori della scienza, della consapevolezza e dell’attivismo, PROSPERA propone soluzioni reali, dotandoci di strategie audaci e innovative per riappropriarci delle nostre vite e del nostro futuro. https://www.ThriveOn.com/